Condannato Paolo Gabriele
Si è concluso oggi con una condanna il processo a Paolo Gabriele.
Riportiamo la sentenza pronunziata dal Presidente del Tribunale Giuseppe Dalla Torre, emessa dopo due ore di Camera di Consiglio.
“In nome di Sua Santità Benedetto XVI gloriosamente regnante, il Tribunale, invocata la Santissima Trinità ha pronunciato la seguente sentenza”.
“Visti gli art. 402, 403, n.1 e 404 primo comma n.1 c.p. dichiara l’imputato Paolo Gabriele colpevole del delitto previsto dall’articolo 404 primo comma n.1 c.p. per aver egli operato, con l’abuso delle fiducia derivante dalle relazioni di ufficio connesse alla sua prestazione d’opera, la sottrazione di cose che in ragione di tali relazioni erano lasciate od esposte alla fede dello stesso, lo condanna pertanto alla pena di anni tre (3) di reclusione”.
“Visto l’art. 26 della legge 21 giugno 1969m n.1, considerato l’assenza di precedenti penali, le risultanze dello stato di servizio in epoca antecedente ai fatti contestati, il convincimento soggettivo – sia pure erroneo – indicato dall’imputato quale movente della sua condotta, nonché la dichiarazione circa la sopravvenuta consapevolezza di aver tradito la fiducia del Santo Padre, diminuisce la pena ad anni uno (1) e mesi sei (6) di reclusione. Condanna il medesimo al risarcimento delle spese processuali”.
La Grazia da parte di Benedetto XVI è molto concreta e verosimile, ha affermato il portavoce P. Federico Lombardi che ha precisato di non poter dire tempi e modi. E’ possibile che arrivi con l’apertura dell’anno della fede.
( A fianco cliccando sull’icona il video della lettura della sentenza )
Ci lascia disorientati la formula usata ” In nome di sua Santità Benedetto XVI gloriosamente regnante … invocata la SS Trinità …. visti gli art. …condanna … “.
La mente vola ad una riflessione di Carlo Carretto che riportiamo:
“Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!
Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo!
Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!
Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un’altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.”
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