Conclusa ad Assisi la nuova tappa del " Cortile dei Gentili "
Si è chiusa ieri sera ad Assisi una nuova tappa del “Cortile dei Gentili” dedicata al tema “Dio questo sconosciuto”.
Nel colloquio inaugurale tra il Presidente Napolitano e il cardinale Gianfranco Ravasi il rilancio di un dialogo che va oltre la fede, per ritrovare l’antropologia di base.
Molteplici le partecipazioni.
Il tutto esaurito per uno degli incontri più partecipati dedicato a “Contemplazione e meditazione“, con il filosofo Giulio Giorello e il priore di Bose, Enzo Bianchi. “Contemplare – ha ricordato Enzo Bianchi – significa sempre rivolgersi a ‘un altro’: anche se questo ‘altro’ per i non credenti non ha la maiuscola”.
Nel pomeriggio il grande tema della povertà con la sottolineatura dell’economista Luigino Bruni come la povertà nasca da un rapporto politico, relazionale, malato. La diseguaglianza non dipende dal Pil pro-capite e se non c’è l’abbraccio al lebbroso di Francesco non bastano gli investimenti per combatterla.
Il bilancio della nuova tappa del “ Cortile dei gentili” nella dichiarazione del Cardinale G. Ravasi:
“Da un lato, il discorso ha mantenuto il livello alto della comunicazione, il livello alto dei contenuti, il livello del quadro generale, della progettazione nella dimensione anche etica e politica nella terminologia più alta, nella dimensione anche religiosa più significativa. Dall’altra parte, però, c’è stata questa concretezza che è diventata soprattutto partecipazione, adesione, anelito quasi dell’assemblea che mai – in nessun’altra circostanza – ha vissuto questi temi con una sintonia, una simbiosi con chi parlava, con la convinzione che questi temi fossero nel profondo della propria esperienza. E’ per questo che il risultato è veramente straordinario. “
Poi, riguardo alla preoccupazione verso i giovani ha detto :
“In realtà, noi abbiamo i giovani che, è vero, hanno chiuso occhi e orecchie rispetto al mondo in cui siamo inseriti, proprio perché non trovano degli orizzonti aperti; tuttavia, io ho trovato …. una sorta quasi di apertura e di attesa. Per cui, noi generazioni precedenti e soprattutto il mondo della Chiesa e anche il mondo della cultura laica non dobbiamo questa volta cercare di deluderli e soprattutto non dobbiamo cercare di pensare che questa generazione giovanile sia una generazione, in pratica ormai scontatamente, non dico perduta, ma sicuramente da archiviare.”
Sul tema del dialogo inter-religioso le dichiarazioni di Enzo Bianchi:
“La Chiesa si fa dialogo.
Qui, abbiamo un’esperienza della Chiesa che si fa dialogo con tutti, con tutte le componenti di altre religioni, ma anche con quelli che non professano alcuna religione. E’ decisivo per il futuro dell’umanità che ci sia questa complicità tra credenti e non credenti nel cercare ciò che fa diventare l’uomo più uomo e, in questo senso, realizza anche la volontà e il piano di Dio sull’uomo. “
Poi riguardo alla pluralità dei metodi di contemplazione e meditazione:
“..Io credo che la pluralità dei metodi rappresenta tutte vie umane che possono servire anche alla meditazione e alla contemplazione cristiane. I cristiani devono solo ricordare che ciò che li salva non è un metodo, non è la meditazione, non è la contemplazione, ma ciò che li salva è ancora Gesù Cristo e soltanto Lui. Quindi, non scambieranno gli strumenti con ciò che è il fondamento. “
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