Cerca nella bibbia

Per citazione
(es. Mt 28,1-20):





Per parola:


Siti Amici

Ultimi Post
Post in evidenza
Featured video
Intervista a H.Küng 1 Parte
Intervista a H.Küng 2 Parte
Intervista Mons. Bettazzi
Leggiamo, una pagina al giorno, il libro “ PREGARE LA PAROLA” di Enzo Bianchi. Per accedervi click sulla voce del menu “ PREGARE LA PAROLA” o sull’icona che scorre di seguito .

XXX Domenica del T.O. Pasqua di Bartimeo.

( Da un commento di Tonio Dell’Olio,  collaboratore di Don Tonino Bello , coordinatore di Pax Christi)
Gridare più forte, ecco cosa si deve fare.
 Gridare più forte anche se non sempre (quasi mai) questo significherà alzare la voce.
 D’altra parte quello che Bartimeo vuole non è certo di disturbare, prevaricare o sopraffare come avviene nei dibattiti dei salotti televisivi. Il grido qui si trasforma in preghiera perché la voce possa raggiungere l’Eterno, là dove non conta il potere (o il volume!) di chi urla, quanto la sincerità di cuore, la povertà che svuota le mani per allargare gli spazi del cuore.
Conta la voce di chi riconosce in quel viandante il “Figlio di Davide”.
Gesù che passa per le strade della Palestina può suscitare il fascino del personaggio del momento o incuriosire la fantasia di qualcuno, poteva arrovellare le elaborazioni delle scuole rabbiniche pronte alla radiografia teologica, poteva persino trasportare emotivamente a un’adesione momentanea… ma per Bartimeo no. Per Bartimeo il nazareno è il Figlio di Davide, ha potere di salvare, di schiodare gli altri dalla croce e di indicare la via per il cielo.
Riconoscere il Figlio di Davide è fiutare presenza di Messia, fare un salto in avanti senza punto d’appoggio e di caduta, compromettersi senza via d’uscita.
Da questo punto di vista forse Bartimeo è l’unico a vederci e a vederci chiaro in quella folla che circonda e stringe il passaggio di Gesù.
A chiamare Gesù Figlio di Davide, nei Vangeli sono soltanto i poveri che chiedono un segno e i bambini che osannano.
E che questo appellativo fosse rischioso e creasse qualche scandalo lo testimonia il rimprovero che i saggi dell’epoca rivolgono a Gesù: “Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: “Osanna al figlio di Davide”, si sdegnarono e gli dissero: “Non senti quello che dicono?” (Mt 20, 14-16 e paralleli). Anzi gli stessi farisei avevano la certezza che quel riferimento fosse esplicitamente messianico: “Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro: ‘Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio? ‘. Gli risposero: ‘Di Davide’” (Mt 22, 41-42).
Questo cieco che siede lungo la strada fa una professione di fede ardita, al limite dell’eresia. La sua espressione non è frutto di studi teologici rigorosi e non aderisce ad una scuola che parteggia per Gesù: Bartimeo intuisce, si lascia ispirare, si lascia investire dal dono e grida e prega e confessa… ed è già felice dell’incontro riconoscendosi umilmente peccatore.
 Quell’invocazione: “Abbi pietà di me!” è fiorita sulle labbra di milioni di credenti dopo di lui.
 È la stessa che mille e mille rappresentanti di religioni differenti avrebbero adottato coscienti della superiorità assoluta di Dio e della sua signoria sulla storia e sugli umani.
 Le parole di supplica con cui Bartimeo si rivolge a Gesù sono cariche di sapienza antica. Esse stanno esattamente agli antipodi dell’arroganza e della saccenza con cui i ricchi si rapportano alla vita.
 Siano ricchi di beni o di sapere, di salute o di potere… difficilmente chiederanno pietà per sé. Sono troppo pieni di sé per far spazio e dar credito all’Altissimo, per riconoscerlo all’opera nel mondo e nella propria vita.
Alla cattedra di Bartimeo che grida più forte di quelli che vogliono farlo tacere sono molti gli insegnamenti che apprendiamo.
Il coraggio che sconfigge certe nostre incertezze nel riconoscere il Cristo come Signore della storia, unico Signore della nostra storia è una lezione che possiamo imparare soltanto dai poveri, dagli anawim come li chiama la Scrittura.
Don Tonino Bello s’era imbattuto un giorno in una povera mamma che abitava in una baracca di un quartiere misero alla periferia di Buenos Aires e, tra le altre cose scorse un piccolo libro del Vangelo sul tavolo della cucina. Se ne compiacque con la signora che le rispose: “Nuestra sola esperanza por nuestra pobreza”, l’unica speranza per la nostra povertà.
A questa fede che proviene dai bassifondi della storia siamo chiamati ad attingere se vogliamo riscoprire la gioia del credere e scorgere il passaggio del figlio di Davide lungo le nostre strade. Dopo tutto Gesù si presentava in tutto simile agli uomini, uno tra gli altri, scoprirne il volto è operazione che riesce solo a chi ha occhi attenti e voce pronta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utenti collegati


I concili nei secoli
Clck sull’icona per aprire il documento



I° CONCILIO DI NICEA



I° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



I° CONCILIO DI EFESO



I° CONCILIO DI CALCEDONIA



II° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



III° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



II° CONCILIO DI NICEA



IV° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



LETTERA A DIOGNETO


I° CONCILIO LATERANENSE



II° CONCILIO LATERANENSE



II° CONCILIO LATERANENSE



IV° CONCILIO LATERANENSE



I° CONCILIO DI LIONE



II° CONCILIO DI LIONE



CONCILIO DI VIENNA



CONCILIO DI COSTANZA



CONCILIO DI BASILEA



V CONCILIO LATERANENSE


CONCILIO DI TRENTO



CONCILIO VATICANO I°

Incontri sulla Dei Verbum
Incontri sulla “ DEI VERBUM” Comunità Itria dal 26 Novembre 2018. Per accedervi click sull’icona che scorre di seguito .
Introduzione alla lectio divina
Cliccando sulla copertina del libro o sulla voce del menu “ pregare la parola” leggiamo ogni giorno una pagina del libro di Enzo Bianchi per entrare nello spirito della Lectio Divina.
New

POST DA SEGNALARE ( click per aprire collegamento)

Di sinodalità si può morire

Documento
preparatorio
del Sinodo
dell’Ammazonia

Transito di Madre
Agnese Magistretti

I Migranti sono
Persone..
non questioni
migratorie

Riflessioni sui
Migranti:
ricordando
La storia
di Ruth

P. Sorge
La politica
di chiusura
Mostrerà
la propria
disumanità

Lettera al
Presidente
della Repubblca
delle clarisse
carmelitane

Il nuovo patto
delle Catacombe
Chiesa povera
per i poveri

Cardinale Zuppi
a "Che tempo che fa"