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1 Gennaio: Maria S.S. Madre di Dio

La prima domenica del nuovo anno si apre con la buona notizia: quelli che la religione considera i più lontani da Dio, in realtà per Gesù, per il vangelo, sono i più vicini a Dio.
« I pastori vanno e riscontrano che quanto è annunciato, è vero. …   E divengono talmente servi della Parola che annunciano non solo meraviglie ma comunicano lo stesso trasporto che li ha presi.
Maria, percepisce e ne viene presa e custodisce queste cose e le riscontra nel suo cuore.  Non basta che lo Spirito si posi su di noi ma occorre custodire lo Spirito e confrontarlo con la Scrittura che non fa altro che comunicarlo sempre più.» ( D. G. Dossetti )
« Ma la nostra attenzione oggi va in particolare all’ultimo versetto del brano evangelico: «Quando si compirono gli otto giorni prescritti per la circoncisione, al bambino fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre».
 È meditando su queste parole che possiamo approfondire la nostra contemplazione del mistero del Natale, il mistero dell’umanizzazione di Dio attraverso la venuta di Gesù nella carne in mezzo a noi.
 Otto giorni dopo la sua nascita, Gesù viene circonciso, con il gesto che lo rende appartenente al popolo dell’«alleanza santa» stipulata con Abramo (cf. Gen 17,10-11).
Nella carne di Gesù quella ferita incancellabile indica il suo essere figlio di Abramo, in alleanza perenne con il suo Dio: potremmo dire che quel segno inciso nel corpo di Gesù narra il suo essere ebreo, ed ebreo per sempre.
Luca ricorda questo evento per mostrare che la promessa fatta ai padri ora si è compiuta (cf. Lc 1,72-73); d’altra parte questo segno verrà trasceso dalla Nuova Alleanza, per la quale è necessaria la circoncisione del cuore, esigenza già predicata dai profeti (cf. Ger 4,4) e poi portata definitivamente a compimento da Gesù lungo tutta la sua vita (cf. Col 2,11)…
 Insieme alla circoncisione, Gesù riceve anche il nome, che si rivela conforme all’annuncio dell’angelo (cf. Lc 1,31). Giuseppe e Maria lo chiamano, appunto, Gesù, Jeshu‘a, che significa “il Signore salva” e, quindi, Salvatore …
.È nella forza di questo nome che Gesù vivrà tutta la sua vita a servizio degli uomini suoi fratelli, il suo «passare in mezzo a loro facendo il bene e guarendo, perché Dio era con lui» (cf. At 10,38); è questo il Nome santo in cui gli uomini saranno salvati (cf. At 2,21; 4,12), il Nome attraverso il quale saranno operati segni, il Nome grazie al quale il regno di Dio si estenderà e Satana sarà costretto ad arretrare (cf. Lc 10,17; At 3,6).  
 «Nato sotto la Legge», Gesù è però anche «nato da donna» (cf. Gal 4,4), e quella donna è Maria, la vergine di Nazaret scelta da Dio.
È per opera dello Spirito santo che Maria è diventata gravida, è per volontà di Dio che ha partorito quel Figlio che solo Dio poteva donare all’umanità.
L’Altissimo si è fatto bassissimo, l’infinito si è fatto finito, l’immortale si è fatto mortale, e questo nel grembo di Maria.
Sì, lo Spirito ha assunto la capacità di Maria di essere madre e ha trasformato la sua maternità in maternità divina: il frutto benedetto del ventre di questa donna è Gesù, la benedizione promessa ad Abramo e ora fatta carne, affinché tutte le genti siano benedette (cf. Gen 12,3) » ( E. Bianchi)
 
 «Oggi celebriamo la Maternità di Maria. Questa maternità gloriosa, strumento di salvezza, non possiamo disgiungerla dall’Incarnazione, dalla Circoncisione e dal Nome. Entrando in contatto con questa maternità, iniziamo a essere partecipi della benedizione in Gesù.
Il mistero della sua natività, dell’adorazione dei pastori, di Maria, della circoncisione, del Nome è legato fin dal principio a un segno di sangue.
Qual è il punto di vincente tra la devozione imperfetta con Maria e il vero rapporto con lei? È accettare che la rinascita avvenga attraverso il sangue.
Maria …. non può e non vuole dispensarci, da un rapporto di sangue.
Questo non l’ha fatto con Gesù e, non può farlo con noi perché custodisce nel cuore tutto il disegno di Dio. Tanto più è intimo il rapporto con Dio, Maria non si frappone al disegno di Dio, ma ci aiuta a realizzarlo. Ci accompagna e ci ottiene lo spirito della fortezza per realizzare il disegno di Dio.
A Maria dobbiamo chiedere che non ci eviti il martirio, ma che ci conforti a sostenerlo.
Questo lo fa non solo nei confronti di ciascuno ma in rapporto alla Chiesa: non evita alla Chiesa il martirio ma ottiene alla Chiesa la Pentecoste dove lo Spirito ci è dato perché possiamo testimoniare il nome di Gesù.
Maria assistendo gli Apostoli non ottiene che siano tolti dal martirio ma che siano segnati dal fuoco dello Spirito. Non ha evitato al Cristo la morte ma lo ha consolato con la sua presenza». ( d. G. Dossetti, appunti di omelia, 1.1.1972)
 
 
 

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