Domenica 09 Novembre 2014 – Dedicazione della Basilica Lateranense – "Il corpo del Cristo è il nuovo Tempio."
( Celebriamo questa domenica la dedicazione della Basilica Lateranense )
Nata come festa della Chiesa che è in Roma, fu in seguito “estesa a tutte le chiese di rito romano per onorare la basilica chiamata chiesa-madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe, e come segno di amore e di unione verso la cattedra di Pietro”.
La chiesa cattedrale è madre non solo perché è il luogo da dove è partita l’evangelizzazione della regione, dando alla luce altre chiese, ma innanzitutto perché ci ha dato la vita mediante il battesimo, ci ha resi figli di Dio riversando sopra di noi il dono dello Spirito Santo. Ha fatto di noi il tempio di Dio. ( D. Ezechiele Pasotti )
…Per capire il ruolo del tempio nella tradizione di Israele occorre un attimo ricomprendere tutta l’antropologia e tutta la teologia di Israele, quindi ricondursi all’idea originaria. ….
L’uomo è stato creato come essere colloquiante con Dio, e il paradiso è il luogo di questo colloquio con Dio.
… La cacciata dal paradiso … è vista come la catastrofe in quanto allontanante dal luogo dell’incontro personale con Dio.
La restitutio quindi dell’uomo, la redenzione dell’uomo, dell’umanità, la storia della salvezza si disegna tutta come un ritorno al luogo della communio con Dio, della comunione edenica.
…. Ci sono dei testi numerosissimi, nei quali si parla delle diverse generazioni che succedono, la prima generazione quella di Adamo, come generazione nella quale la Shekinah si allontana di un gradino, poi di un altro, poi di un altro, poi di un altro, poi di un altro fino al punto supremo dell’allontanamento che è costituito dalla generazione della separazione, della dispersione, … la generazione della Torre di Babele, l’ultimo grado di separazione.
… Poi i riavvicinamenti progressivi che iniziano con la storia di Abramo.
La storia di Abramo è la storia del ritorno, dunque di questo riabbassarsi della Shekinah, della dimora della Gloria di Dio, al livello dell’uomo, in modo da riavvolgere l’uomo e ricomprenderlo nella communio….
Quindi col viaggio di Abramo verso la terra che Dio gli indicherà … inizia la ricondunzione dell’uomo alla communio con Dio. E’ per questo che, arrivato nella terra, – “questa è la terra” – comincia subito a costruire degli altari.
Non è soltanto una presa di possesso, ma è la qualifica della terra come il luogo nel quale si può ritrovare il colloquio con Dio, e dal quale è legittimo innalzare a Dio la supplica e nel quale è giustificato attendere da parte di Dio la benedizione.
La costruzione degli altari, della quale si parla al cap. 12 della Genesi, che è quello che racconta della vocazione di Abramo, è a questo riguardo estremamente significativa: è uno degli elementi capitali di tutta la storia della salvezza in realtà. ( U. Neri )
[ Gesù caccia i mercanti dal tempio ] ….Lo fa per dichiarare finita ormai la liturgia, con un gesto profetico, …La liturgia del Tempio è’ sostanzialmente conclusa.
Conclusa perché?
La giustificazione è data dopo. “Quale segno fai per scacciare questi venditori e per ripulire il Tempio in modo che non si possano fare più sacrifici, non ci sono più animali, venditori ecc. tutto questo ordine di celebrazioni non c’è più?”
La giustificazione: “Distruggete questo Tempio ed io in tre giorni ne riedificherò un altro e uno nuovo e non manufatto”.
E i discepoli non capirono, ma capirono soltanto dopo che alludeva al Tempio del suo corpo.
Allora il nuovo Tempio!
Il Tempio non è distrutto, il Tempio è sostituito.
Nessuna delle realtà dell’Antico Testamento è distrutta, sono tutte sostituite.
… E il Tempio stesso è ripreso perché c’è un luogo solo donde salgono a Dio le preghiere gradite, l’unico mediatore tra Dio e gli uomini, l’unico luogo sul quale è aperto il cielo, l’unico luogo sul quale si posa lo sguardo compiaciuto di Dio, il luogo anzi in cui dimora corporalmente la pienezza della divinità che è il corpo del Cristo.
Il corpo del Cristo è il nuovo Tempio.
…E questo nuovo Tempio è il Tempio messianico, è il corpo stesso glorificato del Cristo, verificato come Tempio nuovo anche da ciò che Giovanni per esempio fa osservare sull’acqua che scaturisce dal fianco trafitto del Cristo, che è l’acqua che sgorga dal lato destro del tempio di Ezechiele, il Tempio messianico, ed è l’acqua del sacrificio che sgorga continuamente dal Tempio, come già in Zaccaria 12 – mi pare.
Il Tempio messianico dunque è il corpo del Cristo dal quale soltanto salgono le preghiere e sul quale soltanto si posa il compiacimento di Dio.
Perché noi siamo amati in Cristo, esauditi in Cristo, incontriamo il Padre nel Cristo, preghiamo il Padre nel Cristo.
C’è ormai un unico sacrificio, un’unica preghiera, un unico sacerdote, un unico altare, un unico mediatore, …
… …Il corpo di Cristo è il Tempio nel quale l’umanità incontra Dio e accede a Dio, nel quale è riconciliata. … ( U. Neri )
( Il nuovo tempio ) non è un santuario costruito da mani di uomo, dove le persone devono andare portando le offerte, ma l’unico vero santuario sarà .. Gesù … che andrà incontro alle persone. Incontro agli esclusi dal tempio, agli emarginati dalla religione.
Questo nuovo santuario non chiederà offerte, ma sarà lui che offrirà il suo amore a tutti gli uomini. ( A. Maggi )
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I cambiavalute, installati nel tempio, rappresentano il sistema finanziario di quel tempo, e della nostra epoca. Il culto nel tempio garantiva ingenti ricchezze a quanti vivevano di esso direttamente o indirettamente, dalla casta sacerdotale fino ai semplici impiegati. Il gesto di Gesù tocca il punto nevralgico del tempio: il suo sistema economico-finanziario. Cacciando dal tempio gli animali che si utilizzavano per i sacrifici, dichiara inutili e nulli tali sacrifici, che costituivano la parte essenziale del culto. (Carlos Escudero Freire Córdoba)
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Con il suo gesto “profetico”, Gesù si inserisce nell’altro modo di intendere e vivere il Testamento; quello che attraversa tutta la storia del popolo d’Israele e trova una sua altissima espressione nel movimento profetico.
…I profeti rivelano Dio come estremamente vicino all’uomo, misericordioso, giusto giudice che privilegia le vittime, vittima egli stesso: un Dio…onnidebole. Paragonato ad un padre e ad una madre. Schierato apertamente in favore dell’orfano e della vedova, figure dei precari di ogni tempo.
Quello annunciato dai profeti è un Dio che invita a farsi carico dei problemi dei poveri e ad ospitare il forestiero, anzi si identifica egli stesso nel povero e nel forestiero:…. Un Dio pacifico e compagno di strada, che predilige il piccolo, il debole, il calpestato, l’escluso. ……
Gesù si inserisce in questo filone profetico, anzi, è Lui che annuncia la notizia delle notizie: non solo Dio è con noi ma è diventato uno di noi, si è fatto uomo.
Gesù di Nazaret è il più grande paradosso di Dio: ci mette di fronte a Dio stesso, il Creatore, che si fa bambino, debole e, per giunta, povero.
Un Dio che ci “scandalizza” perché mentre noi ci ostiniamo a volerlo vedere e invocare come l’Onnipotente, lui ci disobbedisce,
- disobbedisce all’idea, tutta umana, di Dio: all’idea troppo fredda e razionale che i filosofi e anche tanti teologi si sono fatta di Lui;
- disobbedisce anche ad alcune pagine della Bibbia che lo descrivono come l’invincibile Dio della guerra e degli eserciti;
- disobbedisce, forse, anche a se stesso e si incarna nella storia reale, quotidiana e concreta, tra le pieghe e negli scarti della Storia, quella decisa dai potenti e dai violenti.
E allora, “la Pasqua dei Giudei” che si avvicinava, richiamata all’inizio del brano evangelico di oggi, in realtà si allontana sempre di più per lasciare il posto alla nuova Pasqua nella quale non ci sarà più bisogno del tempio di pietra, “distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”: il tempio sarà ben presto inutile, non si prenderà più contatto con Dio in un luogo chiuso, ma Gesù stesso sarà presenza di Dio per tutti. … ( Don Vitaliano Della Sala)
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