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Conclusi i lavori della sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana.

Cesi mSi sono conclusi i lavori della Conferenza Episcopale Siciliana in cammino verso il Sinodo di Ottobre 2015. Il cuore di questa sessione invernale è ruotato attorno alla famiglia.
Di seguito il comunicato finale a termine dei lavori della sessione.
1. In apertura dei lavori, presieduti dal Card. Paolo Romeo, i Vescovi hanno espresso il loro compiacimento a Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, che nel prossimo Concistoro del 13-14 febbraio sarà creato Cardinale, quale riconoscimento anche dell’impegno della Chiesa siciliana sul fronte dell’accoglienza dei migranti.
 2. Nel corso dei lavori i Vescovi delle 18 diocesi dell’Isola hanno ascoltato la relazione annuale sul Tribunale Ecclesiastico Regionale del Presidente Mons. Vincenzo Murgano il quale, a fronte del numero delle 256 cause concluse con sentenza nel 2014, ha evidenziato l’alto numero di cause pendenti (754), accumulatesi negli anni a partire dal 2004, ed ha auspicato da parte della Conferenza Episcopale Siciliana l’adozione di misure strutturali con la nomina di altri giudici, che si aggiungano ai 25 già in servizio, specialmente per l’ambito della Sicilia orientale.
3.  I Vescovi hanno ascoltato poi la presentazione dei Lineamenta del Sinodo dei Vescovi XIV Assemblea Generale Ordinaria sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” di S. E. il Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo.
 La XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi avrà luogo dal 4 al 25 0ttobre 2015.
I Lineamenta, cioè il primo dei documenti per tale Assemblea sono costituiti essenzialmente dalla Relatio Synodi redatta dalla III Assemblea straordinaria svoltasi nell’ottobre 2014. Il Documento è stato inviato dalla Segreteria Generale del Sinodo alle Conferenze Episcopali, ai Sinodi della Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, all’Unione dei Superiori Religiosi e ai Dicasteri della Curia Romana.
Il Card. Baldisseri ha incentrato la sua relazione sul ruolo dei Vescovi nel cammino dall’Assemblea Straordinaria (ottobre 2014) a quella Ordinaria del Sinodo (ottobre 2015). In particolare ha sottolineato l’impegno dei vescovi siciliani nel loro servizio in favore della famiglia, soprattutto negli anni successivi al Concilio Vaticano II fino all’ultimo Seminario di studi sul tema “L’esodo della famiglia al tempo della crisi”, svoltosi a Baida nell’ottobre 2014.
I vescovi di Sicilia hanno evidenziato le modalità messe in atto per verificare la recezione e l’approfondimento della Relatio Synodi, coinvolgendo le diverse componenti delle Chiese particolari e le istituzioni accademiche dell’Isola, organizzazioni, aggregazioni laicali e altre istanze ecclesiali, allo scopo di promuovere un’ampia riflessione e consultazione sulla famiglia secondo l’orientamento e lo spirito del processo sinodale.
I risultati di tale consultazione saranno inviati alla Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana, così da poter essere valorizzati al Sinodo Ordinario.
 4. Nel pomeriggio del 16 gennaio e nella mattinata del 17 i Vescovi hanno partecipato al Convegno regionale “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. La ‘via’ siciliana per convenire a Firenze”, riflettendo, insieme ai circa 150 delegati che parteciperanno all’assise nazionale, sulle diverse relazioni proposte: “Presentazione del Convegno ed excursus storico dei Convegni delle Chiese d’Italia”, di Mons. Filippo Sarullo; “L’orizzonte tematico del Convegno ecclesiale: in Cristo Gesù un umanesimo sempre nuovo” di Don Massimo Naro; “Le implicazioni pastorali della Traccia preparatoria a Firenze 2015: come camminare insieme” di S. E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo delegato regionale al Comitato preparatorio del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale; “L’umano oggi in Sicilia: la centralità delle periferie” di P. Gianfranco Matarazzo, Provinciale dei Gesuiti d’Italia e d’Albania; “La famiglia a servizio dell’uomo nuovo” dei coniugi Marco Lovato e Laura Lubatti, Coordinatori regionali dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; “Quali prospettive pastorali apre il Convegno”, di Mons. Francesco Casamento, Direttore della Segreteria Pastorale della Cesi.
 5. Infine i Vescovi hanno auspicato una maggiore partecipazione dei presbiteri alle iniziative promosse dal Centro per la Formazione permanente del clero “Madre del Buon Pastore”. In particolare ai Seminari di approfondimento della Presbyterorum Ordinis che sono in corso di svolgimento nelle cinque Metropolie dell’Isola organizzati in vista del Convegno regionale dei presbiteri di Sicilia che si svolgerà dal 23 al 26 novembre 2015 a Cefalù nel cinquantesimo anniversario della promulgazione del Decreto Conciliare, come pure alle altre offerte formative.
I lavori si sono chiusi con l’ intento di coinvolgere le varie chiese particolari, le istituzioni varie, gruppi, le varie aggregazioni presenti sul territorio della nostra isola  in  un’ampia consultazione e riflessione sulla famiglia secondo l’orientamento e lo spirito del processo sinodale.
 www.chiesadicefalu.it
Di seguito l’intervista del Card. Paolo Romeo rilasciata a Rai Regione a termine dei lavori ( click su foto per aprire il video )    e parte dell’intervento del nostro D. Francesco Casamento direttore della Segreteria pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana che riportiamo:
La riflessione che scaturisce nel leggere il frutto della riflessione nei gruppi di studio di questi giorni attorno alle cinque operazioni indica il ruolo odierno della Chiesa in Sicilia. Non posso coniare uno slogan, propongo invece di rimanere agganciati ad un passato significativo ed essere “una presenza per servire”. Posso e voglio in poche parole raccogliere quanto è emerso in questa sede e quanto dai nostri Uffici regionali e dagli Organismi collegati si riesce ulteriormente a percepire. …
La Chiesa in Sicilia  deve essere segno pacificato. La prima mistagogia, il primo modo di entrare nel mistero è quello di essere e vivere come amministratori di una multiforme grazia di Dio per l’edificazione comune, nella stima vicendevole, nella considerazione di una umanità condivisa non solo nell’aspirazione del compimento, “finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo”, ma anche nella fragilità del viandante. Basta prese di posizione e ricerca della colpa in responsabilità altrui, ma verità nella carità.
La Chiesa in Sicilia deve dare speranza: un’umanità in esodo a motivo del lavoro, della giustizia negata, della condanna al sottosviluppo, della chimera turistica a prezzo della devastazione del territorio ovvero delle politiche agricole internazionali che sacrificano prodotti e produttori, questa umanità a cui viene negata l’identità ha bisogno di una Chiesa che dia non lavoro o presentazioni ai potenti di turno o spalla solidale ad una politica inerme, bensì speranza nella testimonianza di legalità e nell’annuncio del vangelo che ha fatto la scelta preferenziale dei poveri.
La Chiesa in Sicilia deve dare codici interpretativi della realtà, deve annunciare il Vangelo illuminando le coscienze. Alla coscienza dell’uomo e della donna siciliani occorre saper dire che non è possibile credere e aderire ad una mentalità mafiosa, anche a costo di una testimonianza cruenta, sul modello di Padre Pino Puglisi; occorre saper dire e fare in modo che i beni culturali non sono solo fonte di guadagno per imprese e politici, a cui spesso prestiamo il fianco, ma vangelo scritto con i tratteggi dell’arte: è insipiente non elaborare percorsi turistici, catechetici, di evangelizzazione o anche abbandonare al loro destino realtà associate che hanno nella loro tradizione culturale la devozione e il culto, come le confraternite ovvero tante altre espressioni di arte e vita associata come le bande musicali, i gruppi sportivi, i maestri artigiani; occorre saper dire l’ingiustizia del favore, la disumanità della corruzione, la responsabilità nella partecipazione alla cosa pubblica prima ancora della sua amministrazione.
La Chiesa in Sicilia, esperta di umanità, deve convertirsi all’incarnazione, che non è solo la realtà della kenosi, ma anche il metodo dell’annuncio e dell’abitare, che svela l’importanza fondamentale dell’amore fraterno, concreto, testimone convincente.
La Chiesa in Sicilia deve rileggere il tema veronese della festa nel segno della pietà popolare come dono prezioso che trasfigura un quotidiano che si fa liturgia nella celebrazione eucaristica.
La Chiesa cristiana in Sicilia deve condurre e favorire il dialogo di fede, con l’Islam e l’ebraismo. La storia e la geografia ci hanno consegnato un ruolo strategico. Il mediterraneo non è solo luogo di morte ma anche di vita. Già molte Chiese locali si rendono protagoniste di un dialogo e di espressioni ecumeniche di cristianesimo che ci lasciano ben sperare. Continuare nello stile del dialogo e dell’amicizia tra i popoli rende meno dura la tensione che necessariamente la diversità porta con sé, a partire dalla incomprensione causata da un irragionevole approccio alla questione della immigrazione che sembra trascurare i diritti di un popolo che vuole come sa e come può accogliere senza rinunciare alle proprie aspettative di sopravvivenza”.

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