SOLENNITA’ MARIA SS. DI GIBILMANNA- Omelia del nostro Vescovo Vincenzo
Ogni anno la prima domenica di Settembre ci vede riuniti qui sul monte per rendere omaggio a Maria SS.di Gibilmanna e a Lei raccomandarci come patrona della nostra diletta Diocesi di Cefalù. Siamo grati alla famiglia francescana per la consueta amabile accoglienza e per il prezioso quotidiano servizio che rende al Santuario.
Saluto affettuosamente il Molto Reverendo Padre Provinciale, Fra Felice e con lui tutti i frati; un saluto a voi tutti qui convenuti per raccomandarci insieme a Maria.
Siamo grati al Comune di Cerda per l’offerta generosa dell’olio e ci complimentiamo con quanti collaborano per il buon esito della giornata e dei pellegrinaggi.
L’evangelista Giovanni, all’inizio del suo Vangelo, narral’episodio delle nozze di Cana a cui erano presenti, la Vergine Maria e Gesù con i suoi primi discepoli (cfr.Gv 2,1-11).
Il 6 luglio scorso, Papa Francesco, commentando questo brano di Vangelo di fronte ad un milione di persone che gremivano la spianata de Los Samanes in Equador, poneva l’accento sull’attenzione di Maria, la madre di Gesù e sulla famiglia.
La preoccupazione di Maria diventa supplica a Gesù, la preoccupazione si trasforma in appello: “non hanno più vino”.
Maria è attenta e sollecita verso le necessità degli sposi. Non va dal maggiordomo, non cerca le amiche per commentare e criticare la scarsa organizzazione delle nozze, ma con la sua discrezione di madre premurosa si rivolge con fiducia al suo Figlio presentando la difficoltà degli sposi che da lì a poco si sarebbe trasformata in grande imbarazzo.
Maria affida il problema a suo Figlio, pone il problema nelle mani di Dio. Questo significa che Maria prega alimentando la speranza e ci insegna a deporre le nostre preoccupazioni nelle mani di Dio. Maria non si limita a pregare ma agisce: “fate quello che vi dirà” (v.5).
Queste parole rivolte a quelli che servivano sono rivolte anche a noi perché con docilità possiamo prestare ascolto a quanto il Signore ci indica nelle vicissitudini di ogni giorno e impariamo a metterci a servizio di quanti hanno bisogno di noi.
Gesù “salvò la festa” con il miracolo del vino, per intercessione di Maria. Anche in tempi di crisi un buon bicchiere di vino, bevuto a tempo giusto e con parsimonia, allieta il cuore; un brindisi è sempre un momento di gioia e di festa.
Oggi ci viene dato un buon vino da assaporare. E’ il vino buono del Vangelo che scorre ancora sulle tavole delle nostre famiglie cristiane. Gesù compì il primo dei suoi segni prodigiosi nel contesto di un matrimonio e fu certamente un gesto di grande sollievo per quella famiglia nascente.
Per Maria scocca l’ora dei miracoli ed è veramente significativo che Gesù anticipa la sua “ora” per rendere omaggio al capolavoro della creazione di Dio: l’uomo e la donna!
Il capolavoro del creato è l’uomo e la donna. E qui, a Cana, Gesù dà inizio ai suoi miracoli con questo capolavoro, in un matrimonio, in una festa di nozze: un uomo ed una donna.
Così Gesù ci insegna che il capolavoro della società è la famiglia: l’uomo e la donna che si amano! Non possiamo parlare di famiglia conservatrice e famiglia progressista: la famiglia è famiglia!
Dai tempi delle nozze di Cana, tante cose sono cambiate, ma quel “segno” di Cristo contiene un messaggio sempre valido e attuale.
C’è un dettaglio nel racconto delle nozze di Cana che deve farci riflettere e cioè: il vino nuovo nasce dall’acqua destinata alla purificazione, probabilmente non potabile. Ecco, il Signore fa nuove tutte le cose: persino quello che a noi sembra impuro come l’acqua delle giare può essere trasformato da Dio con un miracolo, e la famiglia oggi ha bisogno di questo miracolo.
E’ quello che ci auguriamo insieme al Papa con il prossimo sinodo sulla famiglia che sarà preceduto dall’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie presieduto dallo stesso Pontefice a Philadelphia dal 22 al 27 Settembre prossimo e che avrà per tema: “L’amore è la nostra missione. La Famiglia pienamente viva”. Potremo seguire in diretta o in differita tutti i momenti salienti dell’evento e intanto proseguiamo il cammino verso l’Assemblea Ordinaria del Sinodo sulla famiglia che si terrà a Ottobre.
A Maria SS. di Gibilmanna affidiamo le nostre famiglie e la nostra diocesi; da Lei ci aspettiamo la carezza della sua consolazione materna, a Lei nostra Signora della premura consegniamo i nostri ragazzi ed i nostri giovani che a giorni torneranno a scuola perché possano essere sempre formati secondo il cuore del suo Figlio Gesù. E ancora a Lei affidiamo il Parco delle Madonie con tutti i suoi problemi reali o presunti tali,ideologici e politici. Non si può morire sbranati da cinghiali killer. Alla notizia di un uomo aggredito e ucciso da cinghiali, istintivamente ho preso carta e penna e ho scritto una lettera a non so chi. E’ veramente strano scrivere una lettera e non sapere a chi indirizzarla e non basta neppure sfogare la propria indignazione su un foglio di carta. In una Sicilia che arranca, la Sicilia dal fiato grosso, che vive in eterna apnea, che non ha più interlocutori, a chi ti rivolgi? Manca proprio l’interlocutore. Sono anni che si dibatte su questo increscioso problema senza mai giungere ad una soluzione. Quanti uomini devono essere ancora sbranati per giungere a delle decisioni operative e determinate? Vorrei che i politici,quelli di destra,di sinistra,di centro si guardassero in faccia e si chiedessero: perché mai l’uomo non viene messo al centro dell’attenzione che merita e si privilegia il rispetto per i cinghiali?
Sulle Madonie si vive di paura. Il Parco non è fruibile,è diventato il regno dei cinghiali.Continuando così solo i cinghiali avranno diritto di cittadinanza e libertà di distruggere la qualunque cosa mettendo in ginocchio l’agricoltura. A giorni inizierà la vendemmia. Auguro a tutti gli agricoltori, di arrivare in tempo prima dei cinghiali per garantirsi il buon vino di famiglia.
Come pure in questo momento drammatico per i flussi migratori e per le tante vittime di nostri fratelli e sorelle, non possiamo non pregare perché il mondo intero prenda coscienza che ci troviamo di fronte a una ecatacombe storica.
Resta sempre vero che mentre “a Roma si discute, Sagunto viene espugnata”. Tutto questo tradisce l’uomo e offende il creato.
Il 1 Settembre scorso è stata celebrata la X giornata per la custodia del creato indetta dalla CEI, iniziativa che da quest’anno assume un significato maggiore alla luce dell’Enciclica Laudato Siie della decisione del Papa di istituire una giornata mondiale di preghiera per la cura del creato.
L’istituzione della giornata mondiale di preghiera, per il 1° Settembre è intesa dal Papa come “Conversione ecologica e cammino ecumenico” in quanto la celebrazione della giornata nella stessa data con la Chiesa Ortodossa sarà occasione propizia per crescere nella comunione e affrontare insieme identiche e importanti sfide alle quali possiamo dare risposte comuni.
Tornando a casa, in famiglia, nel lavoro, con gli amici, raccontate l’esperienza di fede che avete vissuto oggi e partecipate a tutti il vostro incontro con Maria, la madre di Gesù e madre nostra.
Tornando a casa brindate con il vino buono del Vangelo sprizzando gioia dai pori perché la vostra festa,quella del cuore, non abbia mai fine.
E infine, incamminiamoci verso il Giubileo della misericordia che avrà inizio il prossimo 8 Dicembre nel giorno dell’Immacolata, chiediamo a Maria che ci presenti al suo figlio Gesù,ci renda capaci di perdonare e ci insegni a ripetere con il salmista (sal 84): “Mostraci Signore la tua misericordia e saremo salvi”.
AMEN
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