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Epifania del Signore – " Tutti siamo interpellati ad andare a Betlemme per trovare il Bambino e sua Madre. "

Epifania GLe parole del profeta Isaia – rivolte alla città santa Gerusalemme – ci chiamano ad alzarci, ad uscire, uscire dalle nostre chiusure, uscire da noi stessi, e a riconoscere lo splendore della luce che illumina la nostra esistenza: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (60,1). La “tua luce” è la gloria del Signore.
 La Chiesa non può illudersi di brillare di luce propria, non può. Lo ricorda con una bella espressione sant’Ambrogio, utilizzando la luna come metafora della Chiesa: «Veramente come la luna è la Chiesa: […] rifulge non della propria luce, ma di quella di Cristo. Trae il proprio splendore dal Sole di giustizia, così che può dire: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”» (Exameron, IV, 8, 32).
Cristo è la vera luce che rischiara; e nella misura in cui la Chiesa rimane ancorata a Lui, nella misura in cui si lascia illuminare da Lui, riesce a illuminare la vita delle persone e dei popoli. Per questo i santi Padri riconoscevano nella Chiesa il “mysterium lunae”.
Abbiamo bisogno di questa luce che viene dall’alto per corrispondere in maniera coerente alla vocazione che abbiamo ricevuto. [ Papa Francesco ]
[…] Il re Messia d’Israele è nato e i grandi non lo sanno, genti lontane sono guidate dalla luce di Dio ma non possono trovarlo senza la mediazione d’Israele.
Si commuovono dice il testo ma non si muovono e i magi vanno a cercare e trovano: trovano per convergenza della sapienza d’Israele con una mozione divina: Israele possiede il tesoro delle Scritture, lo offre per gli altri, non lo adopera per sé.
Israele è estraneo all’incontro col Cristo nato: questa estraniazione durerà fino alla fine dei secoli.  Gli altri trovano, si consegnano e donano.
Questo, dice Paolo, della salvezza di tutte le Genti, è il mistero nascosto in Dio e rivelato solo nella nuova economia.
[…]Tutto il mondo e tutte le Genti devono essere salvate in Cristo perché egli è l’unico salvatore: tutte le rivelazioni precedenti si fermano prima di questa rivelazione: tutte le Genti si salvano in Cristo che è l’unico salvatore e capo come è l’unico mediatore.
È quindi impossibile non occuparsi della salvezza di tutte le Genti. […] Siamo chiamati a operare per la salvezza delle Genti. Le vie sono moltissime.  Questo è il nostro potere e questo è il nostro dovere per l’energia dataci dal Padre nel Cristo morto.
La ricchezza delle Genti deve entrare dentro alla Gerusalemme. Non si tratta di dissolvere il cristianesimo e l’annuncio: ma si tratta di muoversi e lasciarsi muovere dalla conoscenza del Signore e dal suo Spirito nelle Scritture per andare ad annunciare la salvezza fino a che le Genti scoprano i loro tesori e li offrano.
Non è questo dissolvere ma ricapitolazione, i magi offrono i loro doni e sono in tal modo inseriti come realtà significative ed essi ricevono la salvezza. Questo è il significato della pagina d’Isaia.
 Sappiamo già tutto ma ora vogliamo pregare perché Lui faccia tutto. I magi fanno una sola cosa s’incamminano, giungono e adorano. Tutto questo per la sua gloria e la nostra e per quella di tutti gli uomini, perché tutti vuole, perché tutti vuole radiosi in Cristo suo Figlio» (d. G. Dossetti, appunti di omelia, Gerusalemme, Epifania, 1980).
Annunciare il Vangelo di Cristo non è una scelta tra le tante che possiamo fare, e non è neppure una professione. Per la Chiesa, essere missionaria non significa fare proselitismo; per la Chiesa, essere missionaria equivale ad esprimere la sua stessa natura: essere illuminata da Dio e riflettere la sua luce Questo è il suo servizio. Non c’è un’altra strada. La missione è la sua vocazione: far risplendere la luce di Cristo è il suo servizio.
[…]I Magi, di cui ci parla il Vangelo di Matteo, sono testimonianza vivente del fatto che i semi di verità sono presenti ovunque, perché sono dono del Creatore che chiama tutti a riconoscerlo come Padre buono e fedele.
I Magi rappresentano gli uomini di ogni parte della terra che vengono accolti nella casa di Dio. Davanti a Gesù non esiste più divisione alcuna di razza, di lingua e di cultura: in quel Bambino, tutta l’umanità trova la sua unità.
E la Chiesa ha il compito di riconoscere e far emergere in modo più chiaro il desiderio di Dio che ognuno porta in sé. Questo è il servizio della Chiesa, con la luce che essa riflette: far emergere il desiderio di Dio che ognuno porta in sé.
Come i Magi tante persone, anche ai nostri giorni, vivono con il “cuore inquieto” che continua a domandare senza trovare risposte certe: è l’inquietudine dello Spirito Santo che si muove nei cuori. Sono anche loro alla ricerca della stella che indica la strada verso Betlemme.
Quante stelle ci sono nel cielo! Eppure, i Magi ne hanno seguita una diversa, nuova, che per loro brillava molto di più. Avevano scrutato a lungo il grande libro del cielo per trovare una risposta ai loro interrogativi – avevano il cuore inquieto -, e finalmente la luce era apparsa.
Quella stella li cambiò. Fece loro dimenticare gli interessi quotidiani, e si misero subito in cammino. Diedero ascolto ad una voce che nell’intimo li spingeva a seguire quella luce – è la voce dello Spirito Santo, che opera in tutte le persone -; ed essa li guidò finché trovarono il re dei Giudei in una povera casa di Betlemme.
Tutto questo è un insegnamento per noi. Oggi ci farà bene ripetere la domanda dei Magi: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti per adorarlo» (Mt 2,2).
Siamo sollecitati, soprattutto in un periodo come il nostro, a porci in ricerca dei segni che Dio offre, sapendo che richiedono il nostro impegno per decifrarli e comprendere così la sua volontà.
Siamo interpellati ad andare a Betlemme per trovare il Bambino e sua Madre.
Seguiamo la luce che Dio ci offre – piccolina…; l’inno del breviario poeticamente ci dice che i Magi “lumen requirunt lumine”: quella piccola luce –, la luce che promana dal volto di Cristo, pieno di misericordia e di fedeltà. E, una volta giunti davanti a Lui, adoriamolo con tutto il cuore, e presentiamogli i nostri doni: la nostra libertà, la nostra intelligenza, il nostro amore.
La vera sapienza si nasconde nel volto di questo Bambino. E’ qui, nella semplicità di Betlemme, che trova sintesi la vita della Chiesa. E’ qui la sorgente di quella luce, che attrae a sé ogni persona nel mondo e orienta il cammino dei popoli sulla via della pace. ( Papa Francesco )
 

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