XXII Domenica del T. O. – I poveri e gli esclusi sono i privilegiati del Regno di Dio.
La regola fondamentale della mensa del Regno è questa: ʻChi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltatoʼ. Il Regno esige che lʼuomo rinunci ad ogni pretesa di salvarsi da solo, coi suoi titoli personali. Infatti, chi mi fa ottenere un posto nella comunione con Dio non è la mia giustizia, ma prima di tutto la sua grazia. È lui allora a dirmi: ʻAmico, passa più avantiʼ (G. Ravasi, Breviario familiare-C, 214-215).
Siamo assillati dalla fatica di arrivare, di conquistare un posto nella società e dei suoi simboli …
Probabilmente non è questione di oggi se Gesù a un banchetto ha notato certi cercatori di posti di prestigio. Allora, come oggi, la competizione aveva i suoi fautori e le sue vittime. È anche vero che il progresso di persone e di popoli trova nella competizione un motore efficace. È altrettanto vero che la competizione ha finito per ossessionarci, sia sul piano personale, sociale che internazionale. Così il nostro giudizio su persone e popoli è condizionato da questo criterio ed apprezziamo chi ha avuto la capacità di mettersi in mostra indipendentemente dai valori vissuti; anzi certe furberie o stratagemmi non del tutto onesti vengono valutati con ammirazione se hanno raggiunto lo scopo. In altre parole chi prevale ha ragione. Il cercare o scegliere i primi posti ha in sé una perversità più o meno palese.
L’ideologia del prevalere purtroppo miete le sue vittime, sono gli scartati della società: i disoccupati, gli inoccupati, i precari, gli esodati, gli emigrati, i disadattati … l’elenco è terribilmente lungo. Se guardiamo con attenzione è la nostra società occidentale – quella che si identifica con la cultura cristiana – che ha prodotto tanta emarginazione. La nostra è una società, nel suo complesso, che cerca il primo posto, fatta di tanti che arrancando alla ricerca di un posto più elevato hanno creato lobby e centri di poteri, piccoli o grandi, leciti o illeciti.
Gesù ci offre una ricetta alquanto semplice da comprendere e tanto difficile da praticare se non rompendo gli schemi sociali che ci costruiscono.
Il primo ingrediente è mettersi agli ultimi posti, alla periferia della umanità. È un punto di vista privilegiato, come quello dei cagnolini ai piedi del tavolo (Mt 15,27), o di Gesù al di sotto del Sicomoro (Lc 19,5) , o ai piedi dei discepoli (Gv 13,5), ed ancora di più quello della croce (Fil 2,8). Scegliere l’ultimo posto fa parte della dinamica della incarnazione, il mistero stesso di Cristo che non si è limitato a regalarci parabole e parole. Tutta la sua esperienza terrena è stata scegliere l’ultimo posto, ed ha lottato per farlo anche quando volevano farlo re (Gv 6,15…..
Secondo ingrediente è invitare i poveri alla nostra tavola. …. In questo impegno di carità c’è però un sottile sentimento di reciprocità, un contraccambio tra il dono e la gratitudine, tra ciò che è stato fatto e la soddisfazione di averlo fatto. C’è nascosto sottilmente la realtà di rimanere al primo posto per offrire, aiutare, donare, elargire … La ricetta che il Signore ci dice nella parabola ha una prospettiva diversa: sedersi a tavola insieme nella totale gratuità. Mettersi allo stesso livello perché i poveri, coloro che in qualche modo sono gli emarginati (non sempre privi di cose) hanno qualcosa da dirci, ci offrono un punto di vista del mondo (e del vangelo) totalmente nuovo. …. Scegliere gli ultimi, proprio perché esclusi, significa imparare a non escludere, a non lasciarsi abbagliare dalle apparenze o dai titoli onorifici, per stare al passo di tutti…. ( Luciano Cantini )
Gesù ci fa capire la necessità di scegliere l’ultimo posto, cioè di cercare la piccolezza e il nascondimento: l’umiltà. Quando ci poniamo davanti a Dio in questa dimensione di umiltà, allora Dio ci esalta, si china verso di noi per elevarci a sé; «perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (v. 11).
Le parole di Gesù sottolineano atteggiamenti completamente diversi e opposti: l’atteggiamento di chi si sceglie il proprio posto e l’atteggiamento di chi se lo lascia assegnare da Dio e aspetta da Lui la ricompensa. Non dimentichiamolo: Dio paga molto di più degli uomini! Lui ci dà un posto molto più bello di quello che ci danno gli uomini! Il posto che ci dà Dio è vicino al suo cuore e la sua ricompensa è la vita eterna. «Sarai beato – dice Gesù – … Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (v. 14).
…[ Nel disinteresse che deve caratterizzare l’ospitalità ] … si tratta di scegliere la gratuità invece del calcolo opportunistico che cerca di ottenere una ricompensa, che cerca l’interesse e che cerca di arricchirsi di più. Infatti i poveri, i semplici, quelli che non contano, non potranno mai ricambiare un invito a mensa. Così Gesù dimostra la sua preferenza per i poveri e gli esclusi, che sono i privilegiati del Regno di Dio … ( Papa Francesco)
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