VIII Domenica del T.O. – Dio non è un essere lontano e anonimo: è il nostro rifugio, la sorgente della nostra serenità e della nostra pace.
Se nel brano evangelico di oggi Dio è narrato da Gesù come “Padre” che ama i suoi figli, li custodisce e si prende cura di loro, Isaia lo contempla come Madre.
Accanto all’immagine del padre, è eloquente anche quella della madre che non può dimenticare il figlio, carne della sua carne, da lei portato in grembo per mesi. E anche se qualche volta accade (ma solo per follia!) che una madre dimentichi il suo bambino, Dio invece non dimentica mai i suoi figli. La città di Gerusalemme, desolata dopo la sua distruzione, si lamenta gridando: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”; ma in verità l’amore del Signore è per sempre (le-‘olam), gratuito, fedele, è amore di tenerezza materna, è amore paterno che sceglie e fa alleanza per sempre. ( E Bianchi )
L’odierna pagina evangelica (cfr Mt 6,24-34) è un forte richiamo a fidarsi di Dio ….il quale si prende cura degli esseri viventi nel creato. Egli provvede il cibo a tutti gli animali, si preoccupa dei gigli e dell’erba del campo (cfr vv. 26-28); il suo sguardo benefico e sollecito veglia quotidianamente sulla nostra vita.
Essa scorre sotto l’assillo di tante preoccupazioni, che rischiano di togliere serenità ed equilibrio; ma quest’angoscia è spesso inutile, perché non riesce a cambiare il corso degli eventi.
Gesù ci esorta con insistenza a non preoccuparci del domani (cfr vv. 25.28.31), ricordando che al di sopra di tutto c’è un Padre amoroso che non si dimentica mai dei suoi figli: affidarsi a Lui non risolve magicamente i problemi, ma permette di affrontarli con l’animo giusto, coraggiosamente, …
Dio non è un essere lontano e anonimo: è il nostro rifugio, la sorgente della nostra serenità e della nostra pace. È la roccia della nostra salvezza, a cui possiamo aggrapparci nella certezza di non cadere; chi si aggrappa a Dio non cade mai! ( Papa Francesco )
Nel brano evangelico di questa domenica Gesù per quattro volte dice “non affannatevi”, in contrapposizione al messaggio di scribi e farisei che è tutto il contrario: “affannatevi, datevi da fare, fate azioni concrete per meritare la clemenza divina!”
Quando Gesù dice “guardate gli uccelli del cielo” non predica un ritorno alla natura e tanto meno un disinteresse per le cose che preoccupano ogni giorno… Siamo piuttosto di fronte ad un altro tipo di messaggio: guardatevi attorno – dice Gesù – è possibile vivere anche nudi, senza niente, se sono le cose che vi preoccupano. Non usate la vostra mente ed il vostro cuore per raggiungere ciò che è alla portata delle piante e degli uccelli, usateli invece per fare un passo oltre.
“Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, nè mietono, nè ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre, non contate voi forse più di loro?” (Matteo 6,26)
Rovesciando quelle stesse parole possiamo dire che l’uomo “ammassa nei granai” perché teme di non “contare” abbastanza e ripone negli averi la propria dignità. L’uomo ammassa i beni della terra e per fare questo si scontra con gli altri uomini in una gara di predominio; si comporta in questo modo perché è un non credente, non crede cioè di valere abbastanza in sé stesso. Credere in sé stessi è possibile nella misura in cui qualcun Altro crede in noi. ( T.T.I )
Nell’accogliere l’esortazione ” non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete ” occorrono discernimento e intelligenza: Gesù non è un sognatore che non conosce e non aderisce alla realtà, sa bene che la vita è un duro mestiere e che per vivere occorre faticare, lavorare ed essere anche previdenti. …… Le parole di Gesù pongono invece l’accento su un atteggiamento errato, quello della preoccupazione (merímna) … Preoccupazione significa essere occupati soprattutto da qualcosa, e se l’oggetto della preoccupazione è il denaro, la sicurezza della vita, allora il cuore è sequestrato da una philautía, da un amore narcisistico di sé che impedisce ogni relazione e comunione.
…. C’è un’altra parola di Gesù che dobbiamo accostare a quella sugli uccelli de cielo, per capirla meglio. Quando Gesù dice: “Non cade a terra un passero senza il Padre vostro” (cf. Mt 10,29), non dice che un passero cadrà perché Dio lo vuole, ma che non cadrà abbandonato da Dio! E così, guardando i gigli dei campi colorati e tessuti in modo molto più bello degli splendidi vestiti di Salomone, possiamo almeno intuire la cura che Dio ha per tutte le sue creature e dunque anche per noi, che siamo suoi figli e figlie.
Questa è la vera provvidenza di Dio! … “Dio pro-vede” significa che egli vede anticipatamente, vede prima e vede “in favore di”. Qui sta il fondamento della fiducia in Dio, fiducia come atto semplice di adesione, come capacità di contare su di lui e abbandonarsi al suo amore. Il discepolo deve bandire da sé il tipico atteggiamento dell’uomo religioso pagano: non moltiplicare le preghiere per essere esaudito, non affaticare Dio con richieste insistenti (cf. anche Mt 6,7-8), non vivere con angoscia e paura davanti a lui, ma semplicemente credere che egli è un Padre che ama anche chi non lo merita, chi non è capace di meritare il suo amore. ( E. Bianchi )
Poi Gesù dona ai suoi discepoli una regola di vita fondamentale: «Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio» (v. 33). Si tratta di realizzare il progetto che Gesù ha annunciato nel Discorso della montagna, fidandosi di Dio che non delude … Questo atteggiamento evangelico richiede una scelta chiara, che il brano odierno indica con precisione: «Non potete servire Dio e la ricchezza» (v. 24). … Mentre onorare questi idoli porta a risultati tangibili anche se fugaci, scegliere per Dio e per il suo Regno non sempre mostra immediatamente i suoi frutti. È una decisione che si prende nella speranza e che lascia a Dio la piena realizzazione. La speranza cristiana è tesa al compimento futuro della promessa di Dio e non si arresta di fronte ad alcuna difficoltà, perché è fondata sulla fedeltà di Dio, che mai viene meno. … ( Papa Francesco )
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