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III Domenica di Quaresima -… Se una persona non può andare a Dio, è Dio che la va a cercare, perché nessuno può essere escluso dal suo amore …

In questa domenica di Quaresima, e nelle due che seguiranno, la liturgia presenta alcuni temi biblici particolari: l’acqua, la luce, il Cristo, il ritorno alla vita nuova. Sono tutti temi “battesimali”, legati cioè alla simbologia del Rito del Battesimo. ( N. Galantino)

Nella prima lettura  riviviamo il dono dell’acqua fatto da Dio al suo popolo nel deserto, quando era minacciato dalla sete.
La sete è metafora della nostra ricerca, come nel vangelo che ci presenta la donna samaritana la quale va ad attingere acqua al pozzo e, nell’incontro con Gesù, trova l’acqua della vita. ( E. Bianchi )
L’incontro avvenne mentre Gesù attraversava la Samaria, regione tra la Giudea e la Galilea, abitata da gente che i Giudei disprezzavano, ritenendola scismatica ed eretica. Ma proprio questa popolazione sarà una delle prime ad aderire alla predicazione cristiana degli Apostoli.   ( Papa Francesco )
[ Nei vangeli – specie in quello di Giovanni ]  sono tre i personaggi femminili ai quali Gesù si rivolge con l’appellativo “donna”, che significa “sposa, moglie” : Maria, sua madre,alle nozze di Cana, … alla donna adultera e  Maria di Magdala che rappresenta la nuova comunità, la sposa del Signore.
Nel Brano di oggi c’è l’intenzione di Dio, che è Gesù, di recuperare la sposa adultera.   La donna che ci presenta l’evangelista è anonima e, quando i personaggi sono anonimi ,significa che sono personaggi rappresentativi di una realtà che l’evangelista vuole presentare) . … I samaritani erano considerati impuri, nemici di Dio … (A Maggi )
… Ma proprio questa popolazione sarà una delle prime ad aderire alla predicazione cristiana degli Apostoli. Mentre i discepoli vanno nel villaggio a procurarsi da mangiare, Gesù rimane presso un pozzo e chiede da bere a una donna, venuta lì ad attingere l’acqua. ( Papa Francesco )
…È  importante qui la terminologia che l’evangelista usa in maniera molto accurata, … mentre la donna parla di pozzo, che significa un luogo dove c’è l’acqua, ma l’acqua non è viva e, soprattutto, esige lo sforzo dell’uomo per attingere l’acqua,  Gesù le parla di sorgente, dove  l’acqua è viva, l’acqua zampilla, e soprattutto non richiede nessuno sforzo da parte della donna che ha sete, se non quello di bere.

 Poi l’evangelista dice che  Gesù “sedeva” non presso il pozzo, ma sedeva  “sul pozzo”: espressione inusuale per dire che Gesù si impossessa, possiede questa sorgente. Gesù è la vera sorgente, che offre l’acqua, l’acqua dello Spirito.  ( A.  Maggi )
[ Nel dialogo che si intreccia ] tra Gesù e la donna cade il muro di separazione (cf. Ef 2,14), anzi due: un muro dovuto all’inimicizia tra samaritani e giudei e un muro culturale e religioso di ingiusta disparità, che impediva a un uomo, in particolare a un rabbi, di conversare con una donna. Ma se una persona non può andare a Dio, è Dio che la va a cercare, perché nessuno può essere escluso dal suo amore: questo narra Gesù con il suo comportamento.
.. La donna ha sete, Gesù ha sete ma, in realtà, chi dà da bere all’altro? C’è una sete di acqua di Gesù e della donna, resa più impellente dal caldo, ma c’è pure un’altra sete che lentamente emerge… Gesù sa che c’è una sete più profonda e sa che il pozzo simboleggia la Torah, quella parte delle Scritture che proprio i samaritani ritenevano l’unica contenente la parola di Dio e alla quale dovevano attingere per vivere da credenti. Gesù sa anche che questa donna, figura della Samaria adultera (cf. Os 2,7), ha cercato di placare la sua sete attraverso vie sbagliate: ha avuto diversi uomini, ha bevuto ogni sorta di acqua, vittima e artefice di amori sbagliati…
E così le svela la sua condizione, ma senza condannarla, bensì invitandola ad aderire alla realtà e, di conseguenza, a fare ritorno al Dio vivente.  
…. La donna accetta di mettersi in gioco e riceve in cambio una promessa straordinaria: …Gesù le annuncia l’inaudito, l’umanamente impossibile: c’è un’acqua da lui donata la quale, anziché essere attinta dal pozzo, diventa fonte zampillante, acqua che sale dal profondo. Bere l’acqua da lui donata significa trovare in sé una sorgente interiore: quest’acqua è lo Spirito effuso da Gesù nei nostri cuori (cf. Gv 7,37-39; 19,30.34), Spirito che zampilla per la vita eterna, che nel cuore del credente diventa “maestro interiore”.
… L’incontro umanissimo con Gesù trasforma questa donna in una creatura nuova, rendendola testimone ed evangelizzatrice. Ecco perché, “lasciata la sua anfora” – gesto che dice più di tante parole! –, corre in città a testimoniare quanto le è accaduto. Per la samaritana testimoniare è innanzitutto ricordare gli eventi, raccontare la propria esperienza: qualcosa di decisivo è avvenuto nella sua vita, e ciò ha provocato in lei un mutamento, una conversione. … “La fede nasce dall’ascolto” (Rm 10,17), dirà l’Apostolo: dall’ascolto di Gesù è nata la fede della samaritana, dall’ascolto della samaritana è nata la fede della sua gente. E dalla fede procede la conoscenza, dalla conoscenza l’amore: questo è l’evento cristiano, mirabilmente riassunto nell’incontro di due persone assetate! (E. Bianchi )

Cari fratelli, l’acqua che dona la vita eterna è stata effusa nei nostri cuori nel giorno del nostro Battesimo; allora Dio ci ha trasformati e riempiti della sua grazia. Ma può darsi che questo grande dono lo abbiamo dimenticato, o ridotto a un mero dato anagrafico; e forse andiamo in cerca di “pozzi” le cui acque non ci dissetano. Quando dimentichiamo la vera acqua, andiamo in cerca di pozzi che non hanno acque pulite. Allora questo Vangelo è proprio per noi! Non solo per la samaritana, per noi. Gesù ci parla come alla Samaritana. Certo, noi già lo conosciamo, ma forse non lo abbiamo ancora incontrato personalmente. Sappiamo chi è Gesù, ma forse ..non lo abbiamo ancora riconosciuto come il nostro Salvatore. Questo tempo di Quaresima è l’occasione buona per avvicinarci a Lui, incontrarlo nella preghiera in un dialogo cuore a cuore, parlare con Lui, ascoltare Lui; è l’occasione buona per vedere il suo volto anche nel volto  di un fratello o di una sorelle sofferente. In questo modo possiamo rinnovare in noi la grazia del Battesimo, dissetarci alla fonte della Parola di Dio e del suo Santo Spirito; e così scoprire anche la gioia di diventare artefici di riconciliazione e strumenti di pace nella vita quotidiana. ( Papa Francesco)

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