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XII Domenica del T.O. – Non temete, dice Gesù … la vostra vita è saldamente nelle mani di Dio, che vi ama e vi custodisce!

Questa domenica ci reintroduce pienamente nel cammino liturgico del Tempo Ordinario.
Nelle letture oggi proclamate sale forte l’invito di Dio rivolto a noi, suoi figli: non abbiate timore, non abbiate paura! Un invito, dunque, liberante e portatore di fiduciosa speranza contro ogni minaccia, reale o apparente, che la vita ci presenta. Ma non si tratta di una banale esortazione   … ma  di una precisa certezza che il Signore ci chiede di porre, ogni giorno e in ogni momento, a fondamento del nostro cammino: Dio si cura di noi, poiché grande è il nostro valore ai suoi occhi.
È proprio questa certezza che sostiene l’animo del profeta Geremia (prima lettura), nel momento della persecuzione e della minaccia .. ( N. Galantino )
Il testo della prima lettura  così come  tagliato è in rapporto all’Evangelo sulla necessità di proclamare la Parola e questo porta a un contrasto violento con quelli che hanno il potere, all’abbandono in Dio e alla sicurezza di essere protetti. Qui Geremia parla al Signore, nell’Evangelo il Signore parla ai discepoli. Geremia vive personalmente questo dramma ed è figura di Cristo.  (Don G. Dossetti: appunti di omelia, Gerico, 22.6.1975)
Nella seconda lettura viene detto  «come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini  si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù  Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti» …, Questa parola “abbondanza” in questo brano viene ripetuta tre volte. Dio dà nell’abbondanza. .. Dio non è un Dio meschino: lui non conosce la meschinità, lui dà tutto. Dio non è un Dio fermo: egli guarda, aspetta  che noi ci convertiamo. Dio è un Dio che esce: esce a cercare, a cercare ognuno di noi … Mai si  stanca di aspettarci…( Dalle omelia di papa Francesco a Santa Marta,  20 ottobre 2015;  Rm 5,12-15)
Nel Vangelo di oggi (cfr Mt 10,26-33) il Signore Gesù, dopo aver chiamato e inviato in missione i suoi discepoli, li istruisce e li prepara ad affrontare le prove e le persecuzioni che dovranno incontrare. Andare in missione non è fare turismo, e Gesù ammonisce i suoi: “Troverete persecuzioni”. Così li esorta: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato […]. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce. […] E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima» (vv. 26-28). … L’invio in missione da parte di Gesù non garantisce ai discepoli il successo, così come non li mette al riparo da fallimenti e sofferenze. Essi devono mettere in conto sia la possibilità del rifiuto, sia quella della persecuzione. Questo spaventa un po’, ma è la verità.
Il discepolo è chiamato a conformare la propria vita a Cristo, che è stato perseguitato dagli uomini, ha conosciuto il rifiuto, l’abbandono e la morte in croce.
Non esiste la missione cristiana all’insegna della tranquillità! Le difficoltà e le tribolazioni fanno parte dell’opera di evangelizzazione, e noi siamo chiamati a trovare in esse l’occasione per verificare l’autenticità della nostra fede e del nostro rapporto con Gesù.
Dobbiamo considerare queste difficoltà come la possibilità per essere ancora più missionari e per crescere in quella fiducia verso Dio, nostro Padre, che non abbandona i suoi figli nell’ora della tempesta.
Nelle difficoltà della testimonianza cristiana nel mondo, non siamo mai dimenticati, ma sempre assistiti dalla sollecitudine premurosa del Padre. Per questo, nel Vangelo di oggi, per ben tre volte Gesù rassicura i discepoli dicendo: «Non abbiate paura!». .. Non dimentichiamo questa parola: sempre, quando noi abbiamo qualche tribolazione, qualche persecuzione, qualche cosa che ci fa soffrire, ascoltiamo la voce di Gesù nel cuore: “Non abbiate paura! … [ Papa Francesco  ]
Ma di quali paure parla Gesù?
Il riferimento è a tre situazioni che gli apostoli dovranno affrontare nel loro impegno di evangelizzazione.
Innanzitutto l’ostilità di chi vorrebbe mettere il  “silenziatore alla Parola di Dio, facendo tacere chi la annuncia;
poi la minaccia di chi perseguita – realtà purtroppo ancora oggi attuale – i testimoni della fede in Cristo, fino a insidiare la loro stessa vita;
infine – e forse si tratta della paura peggiore – la sensazione che, in taluni passaggi esistenziali, Dio stesso li abbia abbandonati, restando distante e silenzioso.
Non temete, dice Gesù, perché pur attraversando queste e altre insidie, la vostra vita in realtà è saldamente nelle mani di Dio, che vi ama e vi custodisce!
Non temete gli uomini, che vogliono con arroganza spegnere la forza evangelizzatrice, magari servendosi della paura generatrice di ogni altra paura, cioè la paura della morte. Nulla, infatti, essi possono contro “l’anima” (in ebraico nefesh, la vita che si riceve direttamente dalle mani di Dio), cioè contro la relazione, la dipendenza, la comunione con Dio: questa nessuno può toglierla ai discepoli, poiché è dono di Dio. La sola paura che il discepolo deve coltivare è quella di rompere i legami con Dio, di perdere la comunione con lui. Allora sì che la perdizione è assoluta e per sempre. ( N. Galantino )
 

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