Natale del Signore – Senza di Lui noi non siamo, siamo solo delle manifestazioni apparenti, delle illusioni.
[ Leggendo il Prologo di Giovanni ] nei primi cinque versetti si possono vedere due ritmi interni.
Il Primo , che comprende solo i primi due versetti e che si conclude con l’affermazione “ Esso era in principio presso Dio”, ci dice che che il Verbo era in Dio, indipendentemente dal rapporto con le cose, con gli esseri. Invece i versetti 3-5 si riferiscono al rapporto tra il Verbo e la creazione.
In Dio cosa c’era ? In Dio c’era il Verbo che era Dio.
E rispetto alla creazione che cosa dice? Dice che “ per mezzo di Lui tutte le cose sono state fatte” e insiste: “ e senza di Lui neppure una delle cose create è stata fatta “.
… Mi sono fermato molto su quel, senza di Lui. Senza di Lui noi non siamo, siamo solo delle manifestazioni apparenti, delle illusioni. E non dal punto di vista morale, ma da un punto di vista sostanziale, ontologico. In fondo non ha del tutto torto la discussione odierna che nega l’ontologia, che nega tutto il reale … perché al di fuori di Cristo non c’è nulla, quindi non vi può essere neppure una conoscenza. Tutto è vuoto, tutto è … illusione.
Iddio è, e, al di fuori di sé, ha pensato e ha voluto dare consistenza a una cosa sola: al Cristo.
… L’immanenza eterna del Figlio nell’uomo Gesù è ciò che da essere e novità a tutte le cose. Appena le cose si sganciano da questo perdono l’essere, precipitano in una vecchiaia che è il nulla, che è la morte. Cristo, Sapienza del Padre, non solo da consistenza al creato, ma in particolare si comunica: le anime degli uomini, degli spiriti intelligenti, sono tutte in dipendenza da questa comunicazione dell’effluvio della Sapienza divina, del Verbo di Dio.
…. Procedendo nella lettura del prologo, dal versetto 6 si parla prima di Giovanni che non è la vera luce ma è colui che rende testimonianza alla luce, e poi si parla della luce vera. E si dice che essa veniva nel mondo ma che era nel mondo, quindi il Verbo è già nel mondo,e il Cristo è già nel mondo perché il mondo è il lui.
Il mondo non sa di avere dentro di se questo principio dell’essere, questa consistenza del suo essere che è Cristo. …. La sua nascita temporale non fa altro che rivelare la grazia e il proposito di Dio già dato: proposito già dato e ora solo rivelato, perché il mondo non lo conosce nell’intimo del suo essere e della sua realtà.
C’è una piccola conclusione da ricavare …. Noi uomini che cosa siamo ? O siamo figli di Dio – generati nello Spirito santo attraverso la fede nel nome di Cristo – o non siamo niente.
Il guaio è che Dio ci ha voluto figli suoi, e adesso non abbiamo più neanche la possibilità di non essere, perché ci ha voluti nel Cristo, e siamo definitivamente in lui. Ed essendo definitivamente in lui lo siamo o per la vita o per la morte, o per la salvezza o per la condanna.
Egli ci ha tolto da quella che avrebbe potuto essere una situazione semplicemente di non-essere, quando non fossimo stati in Dio. E questa è la condanna: non abbiamo più la possibilità di non essere: dal momento che siamo stati costituiti in Cristo siamo indistruttibili.
Fuori di Cristo saremmo il nulla, il vuoto; ma in Cristo partecipiamo della sua eternità, non possiamo più non essere.
Quindi, o siamo figli di Dio oppure siamo questa cosa tremenda, che è precisamente l’impossibilità di essere figli e perfino l’impossibilità di assecondare l’intimo desiderio, che in quella situazione avremmo,, di non essere. Ma non di non essere in questa vita – un non-essere limitato, elimina bile con la morte – ma di non essere in assoluto; e perciò di essere nell’impossibilità di fuggire dall’essere. Questo vuol dire l’essere di Cristo. ( D. G. Dossetti – da “ Omelie del tempo di Natale “)
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