Mons Oscar Romero, Paolo VI assieme ad altri testimoni domani saranno proclamati santi
Papa Paolo VI e monsignor Oscar Arnulfo Romero saranno canonizzati domani in piazza San Pietro nel corso del Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani. . Oltre a loro verranno proclamati santi il lombardo don Francesco Spinelli (1853-1913), fondatore dell’Istituto delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento; il campano don Vincenzo Romano (1751-1831), parroco di Torre del Greco in provincia di Napoli; il giovane operaio abruzzese Nunzio Sulprizio, la tedesca suor Maria Caterina Kasper (1820-1898), fondatrice dell’Istituto delle Povere Ancelle di Gesù Cristo; e la spagnola suor Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù (1889-1943), fondatrice della Congregazione delle Suore Misioneras Cruzadas de la Iglesia.
Tutti siamo chiamati alla santità … e il “desiderio dell’altare” è, forse, solo un’esigenza umana … perché l’aspirazione di chi è in cammino verso la santità è partecipare alla comunione Trinitaria e contemplare il volto di Dio.
Paolo VI, grande timoniere del Concilio vaticano II ha servito la Chiesa, come pontefice, dal 1963 al 1978.E’ stato il Papa della Populorum progressio e dell’Humanae vitae ma anche della travagliata fase che visse la Chiesa nel dopo Concilio e del dramma del rapimento e dell’uccisione dell’amico Aldo Moro, sempre proteso in uno slancio ecumenico testimoniato dall’abbraccio col patriarca di Costantinopoli Atenagora .Sarà santo per il miracolo attribuito alla sua intercessione della guarigione di un feto, al quinto mese della gravidanza, nel 2014.
Mons. Romero era un pastore che aveva a cuore il suo popolo. Possedeva il carisma della parola e della predicazione. Vedeva l’ingiustizia sociale del Paese, l’amara condizione dei salvadoregni, gli effetti della miseria sulla salute dei contadini. Si schierò per la giustizia, per una migliore distribuzione delle ricchezze. Davanti a qualsiasi tipo di violenza chiedeva con fermezza il rispetto delle leggi. I suoi oppositori, dopo aver tentato invano di farlo destituire da arcivescovo, gli aprirono la strada verso il martirio. Romero sapeva di essere in pericolo, ma restò con il suo popolo.Cadde ai piedi del crocifisso in una pozza di sangue, all’età di 63 anni, durante la consacrazione ucciso dagli squadroni della morte, finanziati da un regime sanguinario di destra.Le sue omelie raccontavano sempre i tragici fatti della settimana, le sofferenze che il popolo. … Elencava gli abusi spaventosi che il popolo subiva; uccisioni, rapimenti, torture, sparizioni, distruzione di case e campi…
Con loro saranno proclamati santi:
Francesco Spinelli, che fondò le Suore adoratrici del SS Sacramento, nacque a Milanol 14 aprile 1853 da genitori Bergamaschi Ordinato sacerdote nel 1875 a Roma ha un visione: una moltitudine di donne che adorano l’Eucaristia, visione che realizzerà con Caterina Comensoli, giovane desiderosa di spendersi in una congregazione dedita all’adorazione dell’Eucaristia
Nunzio Sulprizio – nato il 13 Aprile 1917, protettore degli invalidi, era di umili origine. Orfano fin da piccolo di entrambi i genitori viene cresciuto dalla nonna materna che gli viene a mancare all’età 9 anni, e per questo affidato a uno zio che lo avviò al mestiere di fabbro nella sua bottega di Pescosansonesco.
Giovanissimo fu colpito da una grave malattia ossea che lo portò all’amputazione della gamba tra atroci sofferenze accettando sempre la malattia con pazienza e fede, tanto che già Leone XIII lo propose come modello per la gioventù operaia.
Vincenzo Romano, è il parroco italiano che diventa santo per avere praticato «bene il bene» nel quotidiano. Profonde sono state le sue intuizioni pastorali, come la “Messa pratica”, cioè un libretto con il quale aiutava la gente a partecipare in maniera attiva alle celebrazioni in un tempo in cui la Messa veniva celebrata in latino e in cui li invitava a non assistere non da muti spettatori, ma comprendendo bene l’azione sacra.
Nazaria Ignazia March Mesa, nata a Madrid il 10 Gennaio 1989 si trasferì in Messico a 17 anni per ragioni economiche della famiglia e per questo è stata pienamente latino-americana .La sua vita sempre dalla parte dei poveri . Ha vissuto a Oruro piccolo centro minerario , nel nord della Bolivia, annunciando la Parola ai minatori e ai carcerati, , aprì mense e centri di accoglienza in cui si insegnava anche a leggere e scrivere, sostenne le lotte operaie e la promozione della donna, tanto da organizzare il primo sindacato femminile.
Caterina Kasper, nacque nel villaggio di Dernbach, in Germania, il 26 maggio 1820. Per aiutare la sua numerosa famiglia, trascorse l’adolescenza in lavori umili come quelli dei campi, oppure spaccando le pietre che servivano per lastricare le strade.
Nel 1842 perse il padre e un fratello: insieme alla madre, iniziò a compiere lavori di tessitura coltivando nel cuore il desiderio di consacrarsi a Dio, sebbene non volesse entrare in nessuna famiglia religiosa esistente.
Ne fondò una lei, appoggiata dai suoi parrocchiani. Cominciò la vita comune con alcune compagne nel 1845: tre anni dopo, il giorno dell’Assunta, aprì la loro casa ai poveri del paese. Stimolando le consorelle all’apertura di nuove case, anche all’estero, per aiutare gli immigrati tedeschi. Un infarto la raggiunse il 27 gennaio 1898: morì il 2 febbraio, all’alba.
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