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XXIX Domenica del T.O. – Al cuore della comunità c’è il Kýrios che si fa nostro servo.

La prima lettura è un testo ricco di particolari… Ci limitiamo al problema dell’identificazione di questo servo.

Gli Ebrei vedono in esso il loro popolo, le cui sofferenze hanno un valore redentivo. Questa interpretazione non va contrapposta a quella cristiana, il mistero è unico e bisogna che tutti possano riconoscersi in lui singolarmente o in modo collettivo. Il testo ci mostra un mistero che volutamente è tale proprio perché deve parlare ad ogni vicenda.

 

Per il cristiano, è la croce di Gesù. … Da sottolineare l’universalità delle persone beneficiarie della sofferenza persone beneficiarie della sofferenza del servo Sofferenza del servo: empi, ricchi, moltitudini, peccatori. C’è una grande diffusione del bene prodotto da questa sofferenza. ( G. Nicolini)

 

 La seconda lettura ci presenta   Gesù, il grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli ed entra nel santuario celeste rivestito della nostra umanità portando se stesso come vittima sacrificale in nostro favore.

Anche noi se manteniamo salda la nostra professione di fede siamo condotti davanti al trono della grazia, senza temere di esser respinti perché apparteniamo a Gesù, che intercede per noi e ottiene per noi misericordia e grazia e così il Padre ci aiuta al momento opportuno, quello della prova. Il Padre infatti impedisce che siamo introdotti nella tentazione e ci libera dal male.

Nel Vangelo odierno, per la terza volta, Gesù fa riferimento alla sua passione, ma per la terza volta si trova dinanzi l’incomprensione dei discepoli. ….. Ancora una volta loro parlano di “potere” mentre Gesù parla di “Servizio”.    Va detto con franchezza e senza ingenuità che la comunità di Gesù è immagine delle nostre comunità: uomini e donne chiamati da Gesù e scelti da lui ma che ancora non riescono a comprendere le sue parole, le esigenze della sequela, e dunque contraddicono la loro vocazione e la loro identità.

Allora Gesù li chiama tutti e dodici intorno a sé e dà loro una lezione molto istruttiva : non è possibile che la comunità cristiana abbia come modello il potere mondano, .. il governo nella comunità cristiana è “altro”: una comunità di fratelli e sorelle, che si servono gli uni gli altri, e tra i quali chi ha autorità è servo di tutti i servi. Nella chiesa non c’è possibilità di acquisire meriti di anzianità, di fare carriera, di vantare privilegi, di ricevere onori: occorre essere servi dei fratelli e delle sorelle, e basta!

Gesù non ha dominato, ma ha sempre servito fino a farsi schiavo, fino a lavare i piedi, fino ad accettare una morte ignominiosa, assimilato ai malfattori. …Questo vangelo non riguarda solo la comunità storica di Gesù, i Dodici, ma riguarda la chiesa oggi, quelli che nella comunità cristiana esercitano un servizio, sempre tentati di farlo diventare dominio, potere, … E sia chiaro: nella chiesa il servizio non è finalizzato ad assicurare una dinamica di gruppo positiva ed efficace secondo schemi psicologici. No, il servizio è una legge per la comunità cristiana, perché realizza concretamente il nostro amore fraterno, perché questa è la posizione del Kýrios, del Signore. Al cuore della comunità c’è il Kýrios che si fa nostro servo e ci dice: “Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” (Gv 13,14).  (E. Bianchi)

Il messaggio del Maestro è chiaro: mentre i grandi della Terra si costruiscono “troni” per il proprio potere, Dio sceglie un trono scomodo, la croce, dal quale regnare dando la vita. … La via del servizio è l’antidoto più efficace contro il morbo della ricerca dei primi posti; è la medicina per gli arrampicatori, questa ricerca dei primi posti, che contagia tanti contesti umani e non risparmia neanche i cristiani, il popolo di Dio, neanche la gerarchia ecclesiastica. Perciò, come discepoli di Cristo, accogliamo questo Vangelo come richiamo alla conversione, per testimoniare con coraggio e generosità una Chiesa che si china ai piedi degli ultimi, per servirli con amore e semplicità. ( Papa Francesco )

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