Solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo : non un re di un altro mondo .. ma un re in un altro modo !!!
Nella prima lettura ai quattro regni simboleggiati in bestie ( il leone con ali di aquila; l’orso, il leopardo, con quattro ali di uccello sul dorso, la quarta spaventosa e terribile bestia ,diversa dalle altre, con denti di ferro e dieci corna) Daniele ci presenta il quinto regno, che contrariamente ai quattro i simboleggiati dalle bestie ( portati dalla forza del male espressa dalle onde ) è il Regno del Figlio dell’uomo, del Risorto (portato dalle nubi del cielo , segno della presenza di Dio) che viene “ avvicinato” ( termine che ha un senso sacrificale ) al Vegliardo ( così è è chiamato Dio a indicare la sua regalità non condizionata dal tempo) in una liturgia di intronizzazione.
Tre verbi di grande spessore nella seconda lettura “ci ama… ci ha liberati… ha fatto di noi...” un popolo sacerdotale. Essere con Lui sacerdoti significa essere nell’alleanza sancita nel suo sangue, che non solo ci ha liberati e lavati dai nostri peccati ma anche ci ha costituiti con Cristo alleanza tra Dio e tutti gli uomini e tutta la creazione (cfr. Is 61,6). … «Cristo è colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue… Ma quest’amante non è un amante qualunque o un dio qualunque è un Dio amante che ci ha lavato nel suo sangue. … (D. G. Dossetti, appunti di omelia, Gerusalemme 1976).»
Nei versetti finali del brano dell’Apocalisse la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto stanno a indicare che tutto il linguaggio umano è limitato dalla presenza e dall’intervento di Dio: poiché tutte le cose sono state create per mezzo di lui (Cf. Gv 1,3) e sono state ricapitolate in lui (Ef 1,10), e troveranno in lui il loro sigillo finale (Cf. Col 1,16). Egli è l’Onnipotente.
Nel brano del Vangelo le parole Regno.. Re .. risuonano in uno strano “processo “nel quale c’è il giudice che ha paura dell’imputato, imputato che rivolge delle domande al Giudice. Questa inversione di ruoli perché Gesù legato è pienamente libero e Pilato, che è “ libero”, in realtà è legato , per sua convenienza, da condizionamenti…
Strano Re – con i parametri di Pilato – il Cristo, che non è un re di un altro mondo, ma un re in un altro modo. “Il mondo di Pilato è il mondo del potere e del dominio, quello di Gesù c è quello dell’amore e del servizio.
Proseguendo il “ dialogo” Gesù orienta il discorso sulla regalità a quello che gli preme di più per offrire la vera vita anche a Pilato, per liberarlo, e così sposta la centralità del loro “ interloquire” su cosa sia la verità, verità che nel vangelo di Giovanni non è qualcosa che si possiede, ma qualcosa che si è. E già Lui lo aveva detto “io sono la verità”, non ha detto io ho la verità … Allora fare la verità significa fare il bene, fare la verità significa essere in sintonia con il disegno di Dio della creazione, che mette il bene dell’uomo come valore supremo. Solo chi fa questo comprende la voce di Gesù ( A Maggi )
Quando poi, “licenziato” da Pilato “ Sul Calvario, – inchiodato alla Croce – i passanti e i capi lo deridono e gli lanciano la sfida: «Salva te stesso scendendo dalla croce!» … la verità di Gesù è proprio quella che, in tono di scherno gli scagliano addosso i suoi avversari: «Non può salvare sé stesso!» (v. 31). Se Gesù fosse sceso dalla croce, avrebbe ceduto alla tentazione del principe di questo mondo; invece Lui non può salvare sé stesso proprio per poter salvare gli altri, proprio perché ha dato la sua vita per noi […] (Papa Francesco)
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