Natale del Signore – Iil Verbo era in Dio, indipendentemente dal rapporto con le cose, con gli esseri… ma senza di Lui noi non siamo, siamo solo delle manifestazioni apparenti, delle illusioni
Nella prima lettura i messaggeri corrono veloci da Babilonia a Gerusalemme per annunciare l’avvenuta liberazione del popolo, che sta per ritornare e ripopolare la città santa…
All’annuncio del messaggero corrisponde la voce delle sentinelle, che dall’alto delle mura alzano la voce, e prese da una gioia incontenibile si abbracciano le une le altre e insieme esultano perchè scrutando l’orizzonte vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion.
Gerusalemme, che era stata abbandonata, ora gioisce anche nelle sue rovine perché cesseranno di essere tali perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme.
Nella seconda lettura la Parola del Figlio è l’ultima, la suprema, è la rivelazione e la pienezza di tutta la Parola profetica che nel passato Dio ha donato ai padri ebrei. .. Il Figlio è la piena presenza di Dio nella creazione e nella storia. Cristo è impronta della sua sostanza. Il Figlio tra noi è veramente Dio tra noi e con noi e in noi!
Nel Vangelo, nei primi 5 versetti, sottolineiamo come il Verbo era in Dio, indipendentemente dal rapporto con le cose, con gli esseri… ma senza di Lui noi non siamo, siamo solo delle manifestazioni apparenti, delle illusioni. Poi parlando della luce viene detto che essa veniva nel mondo ma che era nel mondo, quindi il Verbo è già nel mondo, e il Cristo è già nel mondo perché il mondo è il lui…. La sua nascita temporale non fa altro che rivelare la grazia e il proposito di Dio già dato: proposito già dato e ora solo rivelato, perché il mondo non lo conosce nell’intimo del suo essere e della sua realtà.
Noi uomini che cosa siamo ? O siamo figli di Dio – generati nello Spirito santo attraverso la fede nel nome di Cristo – o non siamo niente.
Il guaio è che Dio ci ha voluto figli suoi, e adesso non abbiamo più neanche la possibilità di non essere, perché ci ha voluti nel Cristo, e siamo definitivamente in lui. Ed essendo definitivamente in lui lo siamo o per la vita o per la morte, o per la salvezza o per la condanna. Egli ci ha tolto da quella che avrebbe potuto essere una situazione semplicemente di non-essere, quando non fossimo stati in Dio. E questa è la condanna: non abbiamo più la possibilità di non essere: dal momento che siamo stati costituiti in Cristo siamo indistruttibili.
Fuori di Cristo saremmo il nulla, il vuoto; ma in Cristo partecipiamo della sua eternità, non possiamo più non essere. Quindi, o siamo figli di Dio oppure siamo questa cosa tremenda, che è precisamente l’impossibilità di essere figli e perfino l’impossibilità di assecondare l’intimo desiderio, che in quella situazione avremmo,, di non essere. Ma non di non essere in questa vita – un non-essere limitato, elimina bile con la morte – ma di non essere in assoluto; e perciò di essere nell’impossibilità di fuggire dall’essere. Questo vuol dire l’essere di Cristo. ( D. G. Dossetti – da “ Omelie del tempo di Natale “)
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