Battesimo del Signore – IL battesimo di Gesù ci coinvolge nel sacrificio che adombra: compiere la volontà del Padre.
Nella prima lettura risuonano le parole “ consolate .. consolate il mio popolo “.
Dicendo il mio popolo, il Signore afferma che già si è riconciliato con lui. È Lui solo quindi che, per imperscrutabile disegno e decreto, stabilisce la cessazione del tempo dell’espiazione e l’inizio di quello della consolazione.
L’inizio di questo tempo è l’Evangelo che annuncia il tempo compiuto, il regno che si è avvicinato e quindi invita alla conversione e a credere al Vangelo, come è scritto in Marco. Il rovesciamento della situazione è in rapporto alla presenza del Signore nella duplice veste di guerriero vittorioso che sconfigge i suoi nemici e in quella di pastore che conduce il suo popolo.
Nella seconda lettura I primi versetti, che ci portano alla parola “ epifania”, sottolineano che la salvezza si fa visibile in Cristo che assume la condizione di uomo e cammina con l’uomo compiendo un percorso pedagogico nel quale dominano due termini: “rinnegare e vivere”.
Gesù viene chiamato “ Bontà di Dio” e “ Amore di Dio per gli uomini”. Egli non ci consegna un precetto nel percorso di salvezza ma la stessa sua persona. E questa salvezza non si compie per le nostre opere ma per la sua infinita misericordia attraverso il battesimo segno oggettivo della nostra salvezza.
Nel brano del vangelo distinguiamo il momento del battesimo e gli avvenimenti successivi che hanno portata escatologica : il cielo che si apre, ( si squarcia il muro di separazione tra Dio e l’uomo) lo Spirito ( la profezia è cessata.. inizia il tempo della fine) , la Voce. (La frase che il Padre pronuncia congiunge diversi testi: Sal 2 [ Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato] e Is 42 [Ecco il mio Servo, … in lui mi sono compiaciuto] (d. G. Dossetti, appunti di omelia, Gerusalemme 13.1.1980)
Sì, Dio si compiace, trova gioia nel suo Servo, come la trova nella sua venuta tra gli umani. Anche nella trasfigurazione questa voce dal cielo scenderà per proclamare Gesù come Figlio di Dio, come Servo eletto al quale va l’ascolto, e confermarlo nel suo cammino verso la passione e la morte (cf. Lc 9,35).
Nessuno ascolta quella voce, nessuno vede scendere lo Spirito all’infuori di Gesù, che quell’evento potrà dunque proclamare con autorevolezza: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha unto e mi ha inviato a portare la buona notizia ai poveri” (Lc 4,18; Is 61,1). Il battesimo è dunque rivelazione della chiamata rivolta a Gesù, che lui realizzerà pienamente e puntualmente quale Messia, perciò Figlio di Dio, e quale Profeta, perciò Servo del Signore. ( E. Bianchi )
Il battesimo di Gesù pone a ciascuno di noi una domanda e un invito. Invito a sentirci coinvolti da questo sacrificio che il battesimo adombra: «Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?» (Mc 10,38). Chiede di seguirlo. «Siete disposti a venire dietro di me? Per venire dietro di me accettate il mio calice e il mio battesimo in quel che riguarda il compimento della volontà del Padre»; solo così avremo parte ai cieli nuovi che Gesù inaugura con il suo battesimo (d. G. Dossetti, appunti di omelia, Gerusalemme, 13.1.1980).
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