III Domenica del T.O. – Gesù nella sinagoga non spiega .. non usa parole ..ma proclama il primato dell’amore che in Lui si compie!
Le parole annunciate nella PRIMA LETTURA pongono la base dell’omelia come prolungamento dell’ascolto:«…L’omelia è un’istruzione, un vero e proprio, magistero, che, a partire dalla Parola, finisce coll’abbracciare tutti gli ambiti dell’esistenza presente, ma in tensione verso le speranze eterne» (Sr. M. Gallo, Da Sete del Dio vivente, omelie rabbiniche su Isaia, p. 28-29).
Nel brano proclamato il passaggio tra l’esilio e il ritorno alla terra dei padri avviene con questo atto solenne della lettura della Parola di Dio che provoca il pianto proprio perché la Parola è il supremo giudice.
Quando si ascolta e ci si sente accusati vuol dire che si è capito quello che si ascolta, altrimenti è in atto in noi un processo di strumentalizzazione che toglie alla Parola la sua forza di penetrare e di operare il discernimento.
Nella SECONDA LETTURA Paolo ci conduce a una riflessione sulla Chiesa, raffrontandola a un corpo, anzi al corpo stesso di Cristo. … È indiscutibile che, come l’organismo umano è vario e unitario, così nella stessa maniera la Chiesa dev’essere una e molteplice, se vuole continuare a mantenersi viva. … Tutti sono necessari, se non si vuole avere un corpo imperfetto e impedito o fatto di ossa spezzate e di membra atrofizzate. È in questa luce che fioriscono quei doni che l’Apostolo chiama “carismi”, una parola greca che indica appunto la dotazione, la grazia propria e specifica che ognuno di noi possiede e che è sorgente di un’armonia multiforme.
Nel brano del VANGELO …troviamo Gesù cha partecipa alla liturgia sinagogale nella quale – come da noi – c’era un ciclo triennale di letture. Si iniziava con un salmo, ..poi c’era la lettura di brani della Legge, infine si terminava con la lettura di un profeta.
Gesù si alza per leggere .. ma compie una prima trasgressione ..va in cerca di un brano particolare: il capitolo 61 del profeta Isaia, che legge fino al versetto “ proclamare l’anno di grazia” evitando di leggere i successivi che parlavano di “ vendetta del nostro Dio”, perché da parte di Dio c’è solo una parola d’amore, di grazia, ma non di vendetta. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui, e Gesù continua dicendo loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». … ( A Maggi )
[ E’ questa ”l’omelia di Gesù “ … Egli non spiega , … non usa parole … ( A. Mazzola) ]
Gesù è dunque il profeta atteso e annunciato dalle sante Scritture, il profeta ultimo e definitivo, ma questo non lo proclama apertamente, bensì lascia ai suoi ascoltatori di comprendere la sua identità facendo discernimento sulle azioni che egli compie, accogliendo la novità della buona notizia da lui annunciata. [ E Bianchi ]
Gesù annuncia la nuova maniera di vivere la vocazione cristiana : il primato dell’amore che intreccia nel mondo la comunione tra le creature. Il vero obiettivo dell’annuncio di Gesù Cristo non è di fare una chiesa, ma di fare una umanità, di cui la Chiesa è segno e strumento. ( E. Balducci )
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