XIV Domenica del T.O. – Gesù consegna lo stile dell’ “ANDARE”.
La PRIMA LETTURA, tratta dal “ terzo Isaia” ( che consiste in una raccolta di oracoli composti dopo il ritorno dei giudei dall’esilio babilonese), annunziando ai pochi e delusi che sono ritornati dalla deportazione delle realtà grandiose, ci coinvolge nella contemplazione del volto di Dio, facendoci entrare nel Mistero, per contemplarlo nella tenerezza di Madre.
Il tempo del “ lutto” è finito .. Dio non si è dimenticato del suo popolo. Come, ai rigori dell’inverno segue sempre la bella stagione , così, dopo i giorni della tribolazione e del lutto, deve tornare la gioia!
Tutto è cambiato , la città è risorta… Gerusalemme è come una madre che allatta i suoi figli con abbondanza e tenerezza…
E’ forte il richiamo al tema della vita, espresso con l’immagine di fertilità e di energia: quella dell’erba fresca applicata alle ossa aride, ad indicare un ridonato vigore (cfr 66,14; cfr Ez 36). La prosperità di Gerusalemme assicurerà ai suoi figli una esistenza circondata di tenerezza materna: essi “saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati” .. L’’uso del passivo significa che il soggetto non è più direttamente la città, ma Dio stesso che ha profuso in essa i suoi doni. Questa tenerezza materna sarà la tenerezza di Dio stesso.
Nella SECONDA LETTURA Paolo proclama di porre il suo vanto solo nella Croce di Gesù, nella quale termina, per lui come per tutti coloro che accolgono il dono della fede, la vecchia economia dell’attesa e della promessa, e con essa la dipendenza dagli elementi del “mondo”,
…. La Croce spezza ogni legame tra la mondanità e i credenti in Gesù, che, per la Croce di Gesù sono stati anch’essi crocifissi e quindi sottratti al dominio del mondo.
Essi infatti sono ora quella “nuova creatura” di cui dice il ver.15, che è risorta e vive nella risurrezione di Gesù, evento posto al di là di ogni dipendenza dal male e dalla morte. In termini più netti, il testo originale non dice che la circoncisione o l’incirconcisione sono realtà che “non conta”, ma semplicemente “non è”, non è niente. ( G. Nicolini )
Il VANGELO di questa domenica nei primi versetti è una pagina di mandato. Gesù manda con autorità i discepoli e prescrive loro lo stile del loro andare. ( Card Martini, omelia veglia preghiera giovani, Piazza Duomo12 Agosto 2000 )
Nella consegna di Gesù, non viene detto ai discepoli: «Andate, conquistate le persone, unitele a voi, fate gruppo, fate partito, fate Chiesa». No! Viene detto: «Andate, dite “pace a questa casa”» e via, senza prender nota, nome cognome ed indirizzo. Questa è la fragilità visibile del Vangelo perché non risponde alle nostre aspettative. !!! (Ernesto Balducci – da “Gli ultimo tempi” – vol. 3)
Gesù manda con autorità i discepoli e prescrive loro lo stile del loro andare. E’ interessante osservare che nel discorso una sola frase indica il contenuto della predicazione “ dite loro: si è avvicinato il regno di Dio”. Tutto il resto del discorso si riferisce invece allo stile con cui devono entrare nelle città e nei villaggi: semplicità, povertà, austerità, benevolenza, fiducia nella Provvidenza – “ non portate borsa, né bisaccia, né sandali … in qualunque casa entriate dite: “ pace a questa casa .. e cercate di curare i malati”..
Gesù appare quindi più preoccupato dello stile che del messaggio. È come se dicesse: “ il messaggio va proclamato e però esso deve trasparire anzitutto dallo stile e dal comportamento quotidiano, dalla bontà, dalla sincerità, dal disinteresse che i discepoli mostreranno. … ( Card Martini, omelia veglia preghiera giovani, Piazza Duomo12 Agosto 2000 )
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