XVII Domenica del T.O. – Consegnandoci il ” Padre Nostro”, Gesù ci invita a fare esperienza di preghiera, mettendoci direttamente in comunicazione col Padre, suscitando una nostalgia per una relazione personale con Dio, con il Padre.
La PRIMA LETTURA [ ad una prima riflessione, sembra presentarci ] una contrattazione abile, scaltra. Abramo è un ottimo commerciante. Prima si assicura l’accettazione del principio generale, poi, forte di questo principio, tira dicendo che il principio vale anche riducendo il numero. È una contrattazione abile e accanita. Ma la risposta che Dio dà supera di molto la domanda. [ Quella di Dio ] è tutta un’altra concezione che qui entra: non si tratta semplicemente di separare il giusto dall’ingiusto, ma di fare più conto di alcuni giusti che di una moltitudine di peccatori e, rovesciando la solidarietà in vicarietà, di salvare tutta la città in vista di alcuni.
Abbiamo qui la base di quella teologia che emergerà poi in tutta la sua potenza in Isaia 53: per un solo giusto Dio salverà tutto il popolo.
Chi è Abramo? Abramo è l’amico di Dio fino alla sfacciataggine, perché vuole conoscere Dio fino in fondo, e potremmo quasi dire che, in questa sua sfacciataggine, gli è molto perdonato perché molto ha amato; … Abramo si è buttato nella preghiera fin quasi all’irriverenza; ma lo fa nella pienezza della fede per capire il disegno di Dio e per conoscere il problema di fondo della giustizia di Dio verso l’uomo. Attraverso questo cammino l’uomo cerca di capire chi è il Dio della salvezza, il Dio vero; non quello che io mi immagino e penso, ma il Dio che agisce, giudica, opera, salva. ( card Martini )
Nella SECONDA LETTURA con forza viene ribadito che il nostro battesimo in Cristo è la nostra morte-risurrezione in Lui. Battesimo vuol dire sepoltura:”..siete stati sepolti insieme nel battesimo, in Lui siete stati insieme risuscitati… Per far questo ci ha perdonato tutti i peccati! Ma non solo questo! Dio ha distrutto la fonte della nostra condizione di peccatori “annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli”. Questo documento era la Legge mosaica, santa, ma proprio per questo denunciante in modo implacabile la nostra distanza incolmabile da Dio e dalla sua giustizia. Il modo in cui ha attuato questa l’eliminazione del documento scritto, cioè della Legge:”..è la Croce”. La morte di Cristo è la morte della Legge, e quindi la morte della morte, perchè dalla legge non viene la vita ma la morte. Dal Signore Gesù, morto per noi, viene la vita.
Rispondendo alla domanda esplicita dei discepoli – “insegnaci a pregare” – nel VANGELO di oggi Gesù non dà una definizione astratta della preghiera, né insegna una tecnica efficace per pregare ed “ottenere” qualcosa, ma invita i suoi a fare esperienza di preghiera, mettendoli direttamente in comunicazione col Padre, suscitando in essi una nostalgia per una relazione personale con Dio, con il Padre. Sta qui la novità della preghiera cristiana! Essa è dialogo tra persone che si amano, un dialogo basato sulla fiducia, sostenuto dall’ascolto e aperto all’impegno solidale. E’ un dialogo del Figlio col Padre, un dialogo tra figli e Padre. Questa è la preghiera cristiana. [ Con segnandoci ] il “Padre nostro” … ci fa entrare nella paternità di Dio e ci indica il modo per entrare in dialogo orante e diretto con Lui, attraverso la via della confidenza filiale. …La preghiera che ci ha insegnato il Signore è la sintesi di ogni preghiera, e noi la rivolgiamo al Padre sempre in comunione con i fratelli. Poi Gesù racconta la parabola dell’amico importuno e dice Gesù: “bisogna insistere nella preghiera”. …. [ Papa Francesco ]
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