Solennità di Tutti i Santi – Dinanzi agli occhi di Dio i santi non sono i nostri santi ma gli anonimi, la turba che Gesù con i suoi occhi osservava, trapassando forse i secoli, quando diceva: «Beati i miti, i facitori di pace…»
Con la PRIMA LETTURA siamo rapiti in una visione di cielo con un angelo che annuncia la grazia e la salvezza per i Israele anticipandone però l’universalità. Il sigillo dei 144.000 è segno di appartenenza a Dio e questa scena fa riferimento agli stipiti delle porte segnate con il sangue dell’agnello del libro dell’Esodo e al brano di Ezechiele in cui si ricorda coloro che non sono stati contaminati perché segnati dal TAU.
Ma è tutta l’umanità che partecipa della salvezza attraverso la chiesa in una solenne liturgia ( dove “i concelebranti” sono avvolti in vesti candide- il bianco è Dio, della Risurrezione, del Battesimo – ) alla quale si uniscono gli angeli, che pongono il canto cosmico tra due amen. E’ il cantico di tutto il creato che finalmente può smettere di gemere… Nella parola proclamata da sottolineare: l’espressione “grande tribolazione” che fa riferimento al sangue dell’Agnello () e il candore delle vesti frutto della partecipazione alla passione di Gesù.( T&T)
La SECONDA LETTURA proclama che tutto nasce dall’amore di Dio! Amore che Dio ha pienamente manifestato e donato nel suo Figlio, principio della vita nuova per l’umanità che viene fatta figlia di Dio salvandola. Il mondo non “conosce” i figli di Dio perché ” non ha conosciuto Lui”, Dio Padre, e non ha conosciuto il suo Figlio Gesù. Per questo dono d’amore che ci ha fatto suoi figli, alla fine noi saremo “simili a lui, perché lo vedremo così come Egli è. In questo tempo, che è retto e guidato dalla speranza, ognuno di noi è chiamato a “purificare se stesso, come Egli è puro” (G. Nicolini).
IL VANGELO, in sintesi, ci dà un chiaro messaggio: la santità è vivere le beatitudini Se voi trovate nel mondo uomini che potete chiamare miti, misericordiosi, puri di cuore, facitori di pace… voi avete conosciuto la santità. Questi sono i santi senza aureole; sono i figli del regno, sono gli esseri beati. … Io sono convinto (enuncio una ipotesi rispettosa) che dinanzi agli occhi di Dio i santi non sono i nostri santi ma gli anonimi, la turba che Gesù con i suoi occhi osservava, trapassando forse i secoli, quando diceva: «Beati i miti, i facitori di pace…». Dove sono? [….] Forse, sono là dove il nostro occhio non arriva … […] Sono la turba di coloro che con mitezza e dignità difendono il volto divino dell’uomo. ( Ernesto Balducci – “I1 Vangelo della pace” vol 2 ) –
I santi sono i più umani tra gli uomini. Si sforzano di realizzare l’umanità nel miglior modo possibile, si sforzano di avvicinarsi il più possibile a Gesù Cristo, cioè a Colui che è stato perfettamente uomo. ( G. Bernanos). [ Il richiamo forte del Vangelo a vivere le beatitudini ] è un cammino difficile da comprendere perché va controcorrente, ma il Signore ci dice che chi va per questa strada è felice, prima o poi diventa felice. …. ( Papa Francesco ) Infatti il termine “Beato” viene da makários” che significa “benedetto, fortunato, felice”: esso esprime la condizione dell’uomo su cui si è posata la benevolenza divina e che ha così realizzato le aspirazioni più ambite. ( Bruno Forte )
– Il vangelo delle beatitudini … non presenta tanto un ideale soggettivo di santità e di perfezione, ma indica tutti gli strati del popolo di Dio e le sue categorie :un popolo povero, umile, mansueto, disarmato, che si lascia perseguitare … ( D. G. Dossetti )
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