IV DOMENICA DI AVVENTO – La vicenda di Giuseppe e Maria è storia di morte e resurrezione di una relazione…
Nella PRIMA LETTURA il secondo oracolo di Isaia ad Acaz. IL primo rassicura Acaz contro il re di Samaria. Solo se il popolo avrà fede non si dovrà temere.
Il secondo oracolo invita ad avere fiducia, ma il re si oppone con una risposta “teologica” che gli impedisce di chiedere il segno: la giovane donna (LXX: Vergine) darà alla luce un Figlio.
Per Acaz il segno si rovescia, il segno sarà l’inizio della catastrofe: prima che il bimbo sarà cresciuto inizierà l’invasione. 2Re 16: storia di Acaz» (d. G. Dossetti, appunti di omelia 19.12.1971).
La SECONDA LETTURA , inizio della Lettera ai Romani, è teologicamente densissima: “Paolo” è “servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il Vangelo”.
Cosa contiene questa buona notizia?
Ciò che era stato promesso dai profeti nelle sante Scritture si è compiuto con la venuta del Figlio di Dio nel mondo, “nato dalla discendenza di David”, dunque uomo fragile e mortale, ma “costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della resurrezione dei morti”.
Ecco tutto il Vangelo: Gesù è nato come uomo, è vissuto come uomo fino alla morte, ed è stato risuscitato dai morti, divenendo il Vivente, il Signore per sempre. Il brano evangelico odierno illustra come Gesù è discendente di David, il Re Messia. ( E. Bianchi )
Nel VANGELO , diversamente dalla traduzione CEI “Così fu generato Gesù Cristo”, Don Giuseppe Dossetti propone, per una migliore comprensione la seguente traduzione “La nascita di Gesù Cristo avvenne però così.”, dando valore all’avversativo però.
«Questo crea un rapporto tra la genealogia e la nascita di Gesù: Gesù è Figlio di Abramo e di David però è nato dallo Spirito Santo. Il senso di questo brano è di contrapporsi alla successione delle generazioni. Giuseppe per primo constata di non essere il padre di quel bimbo che sta per nascere e il messaggero di Dio gli spiega ciò che sta per avvenire: Cristo è nato da Spirito Santo (cfr. Gv 3,6); è Colui che salva il suo popolo dai loro peccati. Giuseppe deve accogliere Gesù come suo Figlio secondo la Legge e la genealogia umana. Alla fine di questo brano si ritorna sul nome che è stato dato» (d. G. Dossetti, appunti di omelia 19.12.1971)
Subito dopo la specificazione di come avvenne la nascita di Gesù si entra nel cuore del dramma e dello scandalo della vicenda: nel progetto matrimoniale tra i due giovani si insinua l’inatteso, l’indesiderato, lo sgradevole.
Maria “fu trovata incinta”. …“senza che Giuseppe la conoscesse” (Mt 1,25), …
La storia di Giuseppe e Maria si sottrae al quadro regolarmente costruito su usi tradizionali e costumi culturali e religiosi. Dal punto di vista di questi ultimi Maria è adultera …. Il comportamento di Giuseppe contravviene alla tradizionale regolamentazione del diritto patriarcale. Egli agisce con umanità.
Il testo dice che Giuseppe è giusto. Ma qui giustizia significa umanità: “Il giusto dev’essere umano” (Sap 12,19). …… La giustizia di Giuseppe è empatia, è capacità di sentire l’unicità dell’altra persona, , è capacità di sentire in sé la sofferenza che procurerebbe a Maria una certa sua decisione.
Il non volere di Giuseppe indica una sua lotta interiore, una possibilità reale che gli si presenta, ma che lui sente ingiusta, cioè inumana, e perciò vi si oppone. …
Mentre Giuseppe elaborava in sé questo pensiero, ecco il sogno notturno in cui si fa strada una soluzione nuova. Nel lavorio interiore di Giuseppe vengono coinvolte sia la sfera conscia (riflessiva, volitiva, decisionale), sia la dimensione inconscia, espressa dal sogno. Ma la dimensione onirica rinvia alla sfera del desiderio.
E Giuseppe, in questo travaglio, viene generato come padre. …
La vicenda di Giuseppe e Maria è storia di morte e resurrezione di una relazione. …
Il sogno, rivelazione divina ed emersione del desiderio umano, dice l’incontro fra desiderio di Dio e desiderio di Giuseppe che trova una soluzione inattesa, profetica: prendere con sé Maria e dare il nome a Gesù.
… Il sogno si manifesta essere potenza di realtà, capacità di aprire il futuro, di far sorgere possibilità inedite. Grazie ad esso Giuseppe varca i limiti del ragionevole e fa entrare nel diurno il regno del notturno, dell’inaudito.
La giustizia di Giuseppe diviene profezia, coraggio di osare ciò che convenzioni culturali, dettami etici o pratiche religiose interdivano. ( E. Bianchi)
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