II Domenica del T.O. – Il testimone testimonia di un altro, non di sé, e conduce chi lo vede e ascolta a dare l’adesione a Colui a cui egli rende testimonianza.
Il brano della PRIMA LETTURA è un “canto”, il secondo “canto del Servo del Signore”, …. Si tratta di oracoli nei quali si intravede e viene descritto un Servo del Signore (‘ebed ’Adonaj) anonimo, la cui identità non è svelata.
È stato chiamato dal Signore, quale persona rappresentativa del piccolo resto di Israele, e a lui è affidata una missione presso il popolo di Dio, riscattare e radunare gli esiliati, ma anche una missione universale, che riguarda tutte le genti, l’umanità intera. Questo servo sarà “luce delle genti”, (cf. anche Is 42,6),porterà la salvezza fino all’estremità della terra e sarà riconosciuto anche dai governanti della terra (cf. Is 49,7). I discepoli di Gesù hanno interpretato questa profezia come annuncio del Servo del Signore Gesù di Nazaret.
Nella SECONDA LETTURA lettura Paolo ricorda a ciascuno e a tutti la meraviglia della chiamata alla fede di Gesù. E prima di tutto tale chiamata Paolo la ricorda come sostanza della sua persona e della sua storia: “chiamato apostolo”. Non un suo merito ne’ una sua capacità, ma semplicemente la chiamata del Signore. Tale chiamata non deve essere considerata solo nell’avvenimento della sua vita nuova, ma coinvolge tutta la sua persona. Apostolo è il nome che ora lo definisce profondamente.
Questa “chiamata” … riguarda tutti i figli e le figlie “che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata” … Nella Persona e nell’opera di Gesù Dio definitivamente ha annullata la distanza drammatica con la creatura amata e ha stabilito una comunione che chiama l’intera umanità alla figliolanza nei confronti di Dio Padre.
Nel brano del VANGELO Giovanni Battista è presentato come testimone dell’Agnello, colui che riconosce Gesù quale inviato dal Padre e su cui riposa lo Spirito santo. Lontano da ogni esibizionismo .. il testimone testimonia di un altro, non di sé, e conduce chi lo vede e ascolta non a sé, ma a dare l’adesione a Colui a cui egli rende testimonianza. La vera testimonianza si accompagna a una giusta, realistica e umile conoscenza di sé. Il testimone è una persona capace di suscitare domande e di indicare una via da seguire. La testimonianza contempla la virtù della coerenza. … Giovanni è un testimone autentico anche perché paga con la vita la coerenza che lo porta a dire la verità anche di fronte a chi è talmente potente che può mandarlo a morte (cf. Mc 6,17-29). ( L. Manicardi)
La testimonianza di Giovanni Battista ci invita a ripartire da Gesù Cristo, Agnello pieno di misericordia che il Padre ha dato per noi. .. Impariamo da Giovanni Battista a non presumere di conoscere già Gesù, di sapere già tutto di Lui (cfr v. 31). .. lasciamoci istruire dallo Spirito Santo, che dentro ci dice: È Lui! ( Papa Francesco)
Non basta che lo Spirito discenda su una persona. Per poter essere poi comunicato, trasmesso agli altri, bisogna che questo Spirito rimanga su questa persona, e su Gesù ci rimane. Egli è la dimora permanente dello Spirito, la manifestazione visibile di Dio, la presenza di Dio sulla terra. … Dal momento che in Gesù discende lo Spirito di Dio, in Gesù c’è la pienezza della condizione divina, che non sarà un privilegio che lui riterrà esclusivo, ma sarà una possibilità che comunicherà a tutti quanti lo vogliono seguire. ( A. Maggi)
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