Mercoledì delle ceneri – Chiamati a uno stile di vita all’insegna dell’invisibilità.
Nella PRIMA LETTURA JHWH chiede al popolo una conversione radicale [attraverso due gesti: digiuno e pianto]. Questa radicalità viene espressa dalla frase “con tutto il cuore”; dove il cuore per la cultura semitica era la sede, oltre che dei sentimenti, anche della ragione e del pensiero.
La conversione ha una collocazione temporale precisa “ORA” perché è l’oggi della storia il luogo in cui cercare ciò che è essenziale per la vita.
Il digiuno e il pianto sono evidentemente gesti di penitenza, ma deve essere compreso che la penitenza non sussiste isolatamente come gesto di umiliazione dell’uomo che agisce contro di sé per riportare un ordine infranto dal peccato.
La penitenza è la presa di posizione attiva e appassionata dell’uomo che riconosce nell’esistenza qualcosa di fondamentale. Tutto il popolo è chiamato in causa perché il cambiamento coinvolge l’intera comunità, non solo il singolo individuo.
… Ciò che di male è stato fatto (anche se non è ancora chiaro che cosa sia stato fatto), ha per soggetto l’intera comunità che come tale, deve radunarsi per trovare insieme l’orientamento diverso verso ciò che è essenziale. A JHWH è chiesto il perdono, che è la forma esplicita che mostra il desiderio del popolo di una comunione più intensa con Dio.
Nella SECONDA LETTURA come Cristo è la Persona, l’evento, la causa, la fonte e il cuore della riconciliazione anche noi siamo chiamati a essere ministri-servi di tale riconciliazione universale! Questo “ministero” non è un potere!
Noi siamo “ambasciatori”, cioè comunicatori” dell’evento di riconciliazione del quale siamo anche noi partecipi. L’esortazione a lasciarci riconciliare sottolinea quanto sia fondamentale accogliere la proposta-dono della riconciliazione. Nella parola riconciliazione – così dominante nel brano di oggi-
Paolo annuncia lo “ scambio” che si è compiuto in Gesù; scambio che è avvenuto perché” Dio fece peccato in nostro favore colui che non aveva conosciuto peccato”, affinchè, in “scambio” (!), in Lui noi potessimo diventare “giustizia di Dio”!!
Con la liturgia delle ceneri quest’oggi entriamo nel grande e benedetto tempo della Quaresima.
Lo facciamo con dei gesti e con delle parole che ci indirizzano sulla via della Pasqua, alla sequela del Signore nostro Gesù Cristo. Nel brano del VANGELO Gesù ci propone uno stile di vita all’insegna dell’invisibilità, certi che c’è uno spettatore che ci osserva mentre compiamo nel segreto le buone opere che concorrono a tenere in piedi il mondo. “Il Padre vostro che vede nel segreto”: lui è lì a osservarci con compiacimento mentre ci sforziamo di imitarlo per essere veramente suoi figli. Perché pure lui, incessantemente, opera nel segreto per reggere il mondo, senza che molti, quasi nessuno, se ne avvedano.
Come pure nel segreto, nascosto nella terra, il chicco di grano muore e morendo non resta solo ma porta frutto.
Lo stile che Gesù propone ai discepoli è il suo stesso stile, uno stile che nasce dalla sua fede nell’opera del Padre. È lo stile con cui il regno dei cieli si afferma nella storia degli uomini: non con l’arroganza dei prepotenti, ma con la mite onnipotenza dell’amore. Su questo poggia la creazione: sull’amore che opera nel segreto e che si manifesta nella gloria del Figlio dell’uomo innalzato sulla croce. È questo il solo spettacolo (cf. Lc 23,48) di gloria che rende il credente luce del mondo, sale della terra, vero discepolo del suo Signore. ( Comunità di Bose)
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