II DOMENICA DI PASQUA – La prova della fede è anche nel non vedere chi si ama
Nella PRIMA LETTURA (At.2,42-47) c’è la prima descrizione storica della Chiesa . Viene presentata una giornata tipica della comunità primitiva, dalle 9 del mattino al calar della notte, e, al termine della narrazione, si dice: «erano perseveranti nello spezzare il pane ( l’Eucaristia) e nelle preghiere .., ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio .. lodando Dio ».
La Chiesa è quindi in preghiera fin dall’inizio. Ed è in preghiera sempre ..
Non c’è stato un giorno solo, un tempo, un momento solo, in cui la Chiesa abbia cessato di pregare. (C.M. Martini – “ Per una nuova primavera”).
Il comportamento dei discepoli deve ispirarsi a sobrietà, essenzialità, povertà nel cibo, nel vestito, nelle esigenze quotidiane e nelle relazioni interpersonali. ( C. M. Martini )
Il frutto della vita comunitaria è duplice: irradia ed attira; irradia fino al punto di attirare… e ciò che colpiva e attirava era lo stile di vita della nuova comunità.( Fabio Ciardi – “ Luce è la Tua Parola”)
Nella SECONDA LETTURA , al vs 3, viene annunciato l’avvenimento che ha stabilito e promosso la vita nuova per tutta l’umanità: vita di figli di Dio in comunione d’amore con Lui.
Tutto si compie e nasce dalla risurrezione di Gesù dai morti.
Dalla risurrezione di Gesù noi siamo stati “rigenerati”: vuol dire che abbiamo ricevuto una “seconda” nascita.
È la realtà sublime del nostro Battesimo!| Nati secondo le leggi della natura, siamo “rinati” per la potenza del dono di Dio “nella sua grande misericordia ..per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe”.
Questa speranza – questa eredità – “è conservata nei cieli per voi”…
La fede, che è dono, anticipa e realmente ci dona quella salvezza che alla fine sarà pienamente svelata.
.. La prova della fede è anche nel non vedere chi si ama. E questa fede è spesso sottoposta a prova.
Le svariate tribolazioni servono tutte per indebolirci nella fede. E il Padre non ci vuole liberare da queste, ma ci dice di capirle ed accoglierle tenendo ferma la fede che è cosa molto preziosa che va purificata come l’oro, ed è Dio che ci fa custodire la nostra fede perché non vacilli.
Nella prima parte del VANGELO Gesù si manifesta nella comunità riunita- mettendosi al centro perchè tutti possano essere più vicini a lui – e dona la pace che, nel mondo ebraico, indica tutto quello che concorre al benessere degli uomini. Mostrando poi i segni della passione conferma che quell’amore che lo ha spinto a dare la sua stessa vita per i suoi discepoli rimane per sempre. … Poi come il Padre non Lo ha mandato a trasmettere una dottrina su di lui, ma a manifestare il suo amore, la sua tenerezza allo stesso modo manda i suoi discepoli. ( lib.. Tratto da A. Maggi)
La seconda parte è incentrata è intorno alla parola «credere». Tommaso vive e rappresenta il cammino e la realtà profonda della fede di tutte le generazioni cristiane, che “non erano con loro quando venne Gesù” (ver.24). L’evento della fede è sempre il dono di “credere alla Parola che viene annunciata”.
Gesù non si sottrae alla richiesta di Tommaso di avere dei “segni” per credere, ma ritorna e soccorre Tommaso invitandolo a verificare secondo le esigenze e le condizioni poste da lui. Da nessuna parte è detto che la “ risposta” di Tommaso “ Mio Signore e mio Dio” è sequenziale alle sue esigenze per credere.
“Tutti siamo miseri e anche i santi sono miseri, solo che si sono abbandonati. Quindi continuiamo a dire «credo, credo male, con incoerenza, ma CREDO». “ ( G. Dossetti )
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