IV DOMENICA DI PASQUA – Il mondo, gli uomini, l’umanità … è un grande gregge di alienati sotto il potere di un pastore che si chiama morte, … C’è una sola pecora, l’Agnello, che ha infilato la via della morte e ha tramutato la via della morte nella via della vita per se e per tutti …
La PRIMA LETTURA è una memoria viva dell’“evento” di Pentecoste.
Pietro, nel suo discorso pronunciato a nome dei Dodici e ad una sola voce con essi, interpreta questo tempo come il dono che Dio fa alla comunità cristiana.
[…] Le profezie racchiuse nel Libro di Gioele e nei Salmi, citate da Pietro si sono compiute nella Pasqua di Gesù e nel dono conseguente dello Spirito Santo.
Il Signore che noi abbiamo crocefisso è il Signore che ci salva! …
E’ molto bello che a muovere il cuore e la vita di questi giudei verso Gesù non sia la severità di un’accusa e la severità di un precetto, ma una “buona notizia”, il “vangelo”, di Gesù, secondo quanto Pietro aveva detto nella conclusione del suo discorso: “Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!”
Il primo frutto di questa “trafissione” del cuore è la domanda che essi rivolgono a Pietro e agli altri: “Che cosa dobbiamo fare fratelli?”. Con questa domanda essi manifestano il bisogno di affidarsi a coloro dai quali hanno ricevuto la buona notizia: è la fine di una vita solitaria e l’inizio di una vita fraterna! ( G. Nicolini )
È un discorso difficile quello della SECONDA LETTURA: Pietro incoraggia i suoi fratelli nella sofferenza ricordando l’esempio del Cristo, che liberamente si è fatto servo e patì anche per loro: dalle sue piaghe sono stati guariti.[T&T]
I cristiani non sono pacifici soltanto perché non rispondono agli oltraggi, come Gesù loro maestro, ma perché non ne fanno al loro interno, perché la comunità cristiana – come ci appare dagli Atti degli Apostoli e come ci è descritta dal brano del Vangelo di Giovanni in cui essa è raffigurata nell’ovile – è una comunità che non ha all’interno di sé nessun principio di violenza, né fisica né morale. È una comunità di fede basata sul libero consenso. ( E. Balducci )
La figura del Cristo pastore, del VANGELO è un autentico mistero … Noi, spesso, siamo sviati e ammorbiditi da tante immagini, che si sovrappongono all’Evangelo e alla parola di Dio a proposito di pastori, pecore, pastorelle e altre cose di questo tipo.
Per essere realisti diciamo subito che la figura del pastore, così come si presenta nella bibbia, è una figura drammatica. …. Quello che ci mette più realisticamente di fronte a ciò che il Cristo ha voluto dire riprendendo per se l’immagine del pastore … è l’affermazione che è venuto perché abbiano la vita dando la sua. ….
Il mondo intero che cosa è? .. E’ un gregge, questo è certo.
Noi annettiamo alla parola gregge un senso deteriore, ( una massa di pecore che non sa che cosa facciano,che cosa vogliano,condotte da una volontà aliena); ed è vero .. questo significato deteriore della parola gregge .. ha una sua verità: il mondo, gli uomini, l’umanità … è un grande gregge di alienati. ( cf. salmo 49) .. sotto il potere di un pastore che si chiama morte, .. un gregge avviato agli inferi, allo sheol. …
C’è una sola pecora, l’Agnello, che ha infilato la via della morte e ha tramutato la via della morte nella via della vita per se e per tutti …
Cristo vincitore finale e trionfatore ultimo, nel momento in cui avrà distrutto il pastore antagonistico in maniera definitiva, non solo in se ma in tutti i figli di Dio, apparirà come un pastore che – nonostante l’infinita dolcezza – mostra di nuovo una grande forza e una certa durezza.
Perché è il pastore che pascerà gli uomini con verga di ferro … segno di un dominio che ormai è vittorioso e definitivo che si addolcisce per i suoi e si indurisce per coloro che non hanno riconosciuto la sua voce, che si sono rifiutati al suo amore, che lo hanno rinnegato e , quando lo hanno incontrato nella durezza della croce e della passione, non sono stati capaci di seguirlo attraverso il grande varco per il quale, solo, si può vincere.
Questo varco è la porta della vita, sì, ma è a un tempo un ingresso di morte inevitabile.
All’inizio questa porta non presenta la vita, presenta la morte: il pastore stesso è l’Agnello sgozzato.
C’è una grande durezza in tutto questo .. che poi si addolcisce, si dilata, si libera … e sconvolge tutti i nostri calcoli e ogni nostro modo riduttivo di intendere la realtà del pastore.
.. La sua via è inevitabilmente la via del deserto,della sete, del pericolo, della croce; la via di una grande forza che non è la nostra, ma la sua. ( Don G. Dossetti – Omelie del tempo di Pasqua – 1978 )
Gesù, pastore buono e porta delle pecore, è un capo la cui autorità si esprime nel servizio, un capo che per comandare dona la vita e non chiede ad altri di sacrificarla. Di un capo così ci si può fidare,…. ( Papa Francesco )
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