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SANTA FAMIGLIA – Presentato al tempio, Gesù non viene riscattato mediante il pagamento di una somma di denaro, perché è lui stesso il riscatto, «la redenzione di Gerusalemme»

Nella PRIMA LETTURA una iniziativa forte di Dio, quasi partecipasse al travaglio della fede di Abramo; Dio interviene con questo “non temere” che sappiamo accompagnare l’ingresso del Signore nella vita delle persone. Basta pensare all’annunciazione del Signore a Maria. E subito dopo la rassicurazione: “Io sono il tuo scudo. La tua ricompensa sarà molto grande”. Ed è proprio questa iniziativa di Dio a muovere tutta la dichiarazione di fatica e sconforto che Abramo esprime ai vv.2-3. Egli sembra quasi gridare e protestare l’evidenza di una situazione che contraddice la promessa divina e postula un esito ben diverso: “un mio domestico sarà mio erede”  Ma la parola di Dio a sua volta contraddice il ragionamento ovvio di Abramo, ed è accompagnata dall’immagine del cielo stellato.

Nella notte dove Abramo vede solo la Parola e nella creazione il segno della sua discendenza, egli crede e questa fede gli è computata come giustizia.

Letta nella liturgia della santa famiglia, questo tratto della lettera agli ebrei  della SECONDA LETTURA ci aiuta a comprendere come si muove una famiglia che si fonda sul Signore. La divina Scrittura ci fa conoscere quante dolorose prove ha dovuto attraversare la famiglia di Abramo. Tutto ha contribuito per render salda la loro fede nel loro Dio, che è fedele alle promesse e che non muta anche quando sembra contraddirsi. La fede è il superamento di ogni logica e dialettica nostre per penetrare nella nube della conoscenza di Dio. Questa deve esser la forza di ogni nucleo familiare che pone il suo vanto e la sua fiducia nel Signore.

Il VANGELO  ci fa capire che l’incarnazione comprende anche la crescita di Gesù, il suo divenire uomo nello spazio di una famiglia precisa e di un ambiente sociale e religioso determinato. …  Ma oltre all’ambiente familiare Gesù ha conosciuto anche un ambiente sociale e religioso in cui è stato inserito fin dalla sua nascita. E così al compimento degli otto giorni egli viene circonciso, con il gesto che lo rende appartenente al popolo dell’alleanza (cf. Lc 2,21); poi al quarantesimo giorno Maria e Giuseppe, in obbedienza alla Legge, lo portano al tempio di Gerusalemme «per presentarlo al Signore». Essi offrono «il sacrificio dei poveri» …   Ma questa obbedienza diviene ormai, per la presenza di Gesù, compimento della Legge: presentato al tempio, egli non viene riscattato mediante il pagamento di una somma di denaro, perché è lui stesso il riscatto, «la redenzione di Gerusalemme»…. Al tempio il riconoscimento di Gesù avviene ad opera di Simeone e Anna, due anziani credenti che vivono la condizione di «poveri del Signore». ..Illuminato dallo Spirito santo, Simeone accoglie tra le sue braccia il bambino e scioglie a Dio il suo canto di benedizione: egli ormai può morire in pace, perché i suoi occhi hanno contemplato in Gesù la salvezza di Dio, … Anna, che da tanti anni si preparava a questo incontro con la salvezza di Dio, ora comprende nella fede che è giunta l’ora del compimento atteso: e così, alla sera della sua vita, loda Dio e annuncia il bambino quale Redentore e Salvatore. I due anziani profeti non «trattengono» per sé Gesù ma si rallegrano di condividere con tutti la rivelazione della salvezza compiutasi in questo bambino… ( E. Bianchi)

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