III DOMENICA di QUARESIMA – Se intendiamo per chiesa ‘il luogo di incontro con Dio’, tutto può essere Chiesa.
Contemplando la PRIMA LETTURA constatiamo che da un’unica parola (Io sono il Signore tuo Dio), che si rivela in un preciso evento salvifico (ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto … nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio), sgorgano dieci parole perfette, veraci, giuste, limpide (Sal 18). Le dieci parole hanno quindi come fondamento l’unica parola: il Signore è Uno. Esse lo manifestano e trovano in Lui la loro ragione. Sono irradiazione della sua santità e incutono all’uomo il timore di Dio. Esse quindi vengono immesse nell’uomo, scolpite sulla tavola del cuore perché l’uomo è immagine e somiglianza di Dio.
Obbedendo alle dieci parole egli riflette in sé la santità e sente in sé la lacerazione della colpa. Questa irradiazione dall’uomo si comunica alla terra e in essa alle relazioni che caratterizzano le persone sia nella famiglia che nella società. Il primo passo verso Dio e verso il prossimo è verificare se queste dieci parole, con quello che esse proibiscono e quello che comandano sono in noi. «Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti» (Mt 19,17).
Nei pochi versetti della SECONDA LETTURA non c’è un elenco di precetti. Paolo pronuncia solo un Nome: Gesù Crocifisso (cfr. cap. 2,2). Non una Legge ma una Persona non dei precetti ma un Nome, non ragionevolezza, ma follia. La potenza dell’A.T. si è risolta nell’impotenza della Croce; la sapienza dell’A.T. nella stoltezza della Croce. (d. U. Neri, appunti di omelia, 1970).
Il VANGELO di oggi ci interpella su cosa intendiamo per ‘Chiesa’. Se ci facciamo caso, normalmente ci fermiamo al tempio. … Ma se intendiamo per chiesa ‘il luogo di incontro con Dio’, tutto può essere Chiesa: la famiglia, o lo stesso luogo di lavoro. …Qualche volta, purtroppo, come ‘il tempio di Dio’ che ognuno di noi è, anche la Chiesa, luogo di intimità con Dio, viene usata in modi che nulla hanno a che fare con la sua vera natura. … E credo che Gesù, anche oggi, davanti a tante violazioni della Casa del Padre Suo, userebbe la stessa sferza. ( A. Riboldi )
Tale gesto suscitò forte impressione, nella gente e nei discepoli. Chiaramente apparve come un gesto profetico, tanto che alcuni dei presenti domandarono a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), Ed Egli rispose: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (v. 19). … riferendosi al tempio vivo del suo corpo, che sarebbe stato distrutto nella morte in croce, ma sarebbe risorto il terzo giorno. Per questo “in tre giorni”. […] . E Cristo Risorto è proprio il luogo dell’appuntamento universale – di tutti! – fra Dio e gli uomini. Per questo la sua umanità è il vero tempio, dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare; e i veri adoratori, i veri adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del potere o del sapere religioso, sono coloro che adorano Dio «in spirito e verità» (Gv 4,23). … ( Papa Francesco )
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