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V DOMENICA di QUARESIMA – La croce di Cristo è feconda. …la morte di Gesù, infatti, è una fonte inesauribile di vita nuova.

La nuova alleanza” annunziata” nella  PRIMA LETTURA non è il rinnovo dell’alleanza precedente avvenuta più volte e sempre infranta ma è nuova nella sua natura e nei suoi contenuti. La nuova alleanza non solo è contenuta nell’antica ma è l’antica ad aver come modello la nuova. Ciò che appare dopo era prima. La mediazione dell’antica alleanza è in rapporto alla nuova. La nuova alleanza è sì contenuta nell’antica come figura e preparazione ma essa ha anche un suo proprio che non poteva essere conosciuto senza un’esplicita rivelazione legata a un nuovo evento. Questo evento è Gesù.

In Lui l’antica alleanza diventa vera nella nuova.  In rapporto all’antica gli uomini sentono la sentenza della Legge, in rapporto alla nuova esperimentano la presenza dello Spirito. Chi ha conosciuto lo Spirito ama il Signore e in lui non c’è più il timore suscitato dalla Legge. Ma come si può disobbedire alla Legge e dimenticarla così si può resistere allo Spirito. Beato chi ubbidisce allo Spirito Santo. Nella nuova alleanza la libertà di scelta non tocca solo il confine del bene e del male, stabilito dalla Legge, ma coinvolge l’intimo dell’uomo in un rapporto che esige l’essenza della legge stessa, cioè l’amore. La scelta radicale non è più la Legge di Dio ma Dio stesso.

Nella SECONDA LETTURA contempliamo tutta la debolezza della condizione umana che Gesù assume fino in fondo.  Gesù trasfigura la sua sofferenza in una grande liturgia! Egli “con forti grida e lacrime” – espressione che dice il dramma terribile della sua passione “offre” preghiere e suppliche, chiedendo di essere “salvato dalla morte”! … Ma come è stato esaudito? Gesù è morto! … Viene esaudito perché in realtà Gesù non “è morto”, ma è stato “offerto” al Padre, ha offerto se stesso al Padre. In Gesù e con Gesù la morte scompare diventando “offerta al Padre”!  In Gesù la prova del dolore, il dramma della sofferenza umana, diventano scuola di obbedienza a Dio

 

 Come risuona in ogni epoca e cultura  la richiesta proclamata  nel VANGELO di oggi «Vogliamo vedere Gesù» !

[…] Rispondendo indirettamente, in modo profetico, a quella richiesta, Gesù pronuncia una profezia che svela la sua identità e indica il cammino per conoscerlo veramente: «E’ giunta l’ora che il figlio dell’uomo sia glorificato» (Gv 12,23). È l’ora della Croce! È l’ora della sconfitta di Satana, principe del male, e del trionfo definitivo dell’amore misericordioso di Dio. Cristo dichiara che sarà «innalzato da terra» (v. 32), un’espressione dal doppio significato: “innalzato” perché crocifisso, e “innalzato” perché esaltato dal Padre nella Risurrezione, per attirare tutti a sé e riconciliare gli uomini con Dio e tra di loro. L’ora della Croce, la più buia della storia, è anche la sorgente della salvezza per quanti credono in Lui. Proseguendo nella profezia sulla sua Pasqua ormai imminente, Gesù usa un’immagine semplice e suggestiva, quella del “chicco di grano” che, caduto in terra, muore per portare frutto (cfr v. 24). In questa immagine troviamo un altro aspetto della Croce di Cristo: quello della fecondità. La croce di Cristo è feconda. La morte di Gesù, infatti, è una fonte inesauribile di vita nuova, perché porta in sé la forza rigeneratrice dell’amore di Dio. Immersi in questo amore per il Battesimo, i cristiani possono diventare “chicchi di grano” e portare molto frutto se, come Gesù, “perdono la propria vita” per amore di Dio e dei fratelli (cfr v. 25). ( Papa Francesco )

 […]Veramente al Cristo è toccata la sorte del chicco di grano rivoltato dalle zolle della terra: è morto ed è stato sepolto. . La risposta della pasqua è diventata possibile, diceva Paul Tillich, Teologo protestante – più di mezzo secolo fa – «proprio perché il Cristo è stato seppellito. La nuova vita non sarebbe veramente nuova vita, se non provenisse dalla fine assoluta della vecchia vita. Altrimenti dovrebbe essere seppellita di nuovo. Ma se la nuova vita esce dalla tomba, allora è apparso il Messia». Una bellissima antifona della liturgia della festa dell’esaltazione della croce recita così: «Il Cristo doveva morire per vincere la morte ed essere il Signore della vita». ( Lorenzo Cortesi)

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