II DOMENICA DI PASQUA – Beati non sono quelli che hanno chiaro tutto, che non sbagliano mai, che non hanno dubbi. Beati sono coloro che nonostante le paure, la rassegnazione e l’incertezza credono nella forza del Vangelo e dell’amore che nasce dalla parola.
Nella PRIMA LETTURA la descrizione della vita quotidiana dei discepoli del Signore: è la carità, il volersi bene, il grande segreto e il grande nutrimento di ogni giorno. In famiglia, nelle comunità, nella grande assemblea di tutti, è l’Amore la legge e il respiro della nuova vita. quel che conta e decide della qualità della vita è l’intensità dell’amore e non la capacità di isolarsi e di astrarsi dalle miserie del mondo: il battesimo che abbiamo avuto è quello dell’acqua e del sangue, che è il segno di una oblazione di sé.
La SECONDA LETTURA vuole metterci davanti alla scelta radicale e alla sostanza della nostra fede e della nostra vita: “chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio”, cioè , è figlio di Dio. Tale è la realtà profonda e la sostanza della vita cristiana: la vita dei figli di Dio! Come figli di Dio amiamoci vicendevolmente. Al versetto 2 viene detto chiaramente: “In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e “osserviamo (alla lettera: facciamo) i suoi comandamenti”. .. e i suoi comandamenti non sono gravosi“. La precisazione è meravigliosa, perché chi ama non sente la gravosità di quello che deve fare perché desidera farlo in quanto ama! Dal versetto 4 l’invito a tornare al dato essenziale della vita cristiana: la fede in Gesù, il Figlio di Dio! Tale fede in Gesù ha la sua triplice testimonianza: l’acqua, che è il simbolo del Battesimo, il sangue che è la realtà profonda dell’Eucaristia, e lo Spirito che è la vita stessa di Dio donata a noi nel suo Spirito.
Il filo del dubbio, stando almeno al VANGELO di Giovanni si era altre volte attorcigliato attorno al cuore di Tommaso, come in occasione della volontà di Gesù di andare ad onorare la salma dell’amico Lazzaro, o nell’ultima cena, quando interrompe Gesù dicendogli “ Signore non sappiamo dove vai ..” .. ma l’apice del dubbio è nel cenacolo, otto giorni dopo la Pasqua, come abbiamo ascoltato nel vangelo di oggi, quando è invitato dal Risorto a «non essere incredulo ma credente» e a porre il suo dito sulle mani e a mettere la mano nel costato ferito di Cristo.[ G Ravasi]
Gesù a Tommaso incredulo non propone una lezione o un ragionamento: gli mostra i segni che il male ha lasciato sul suo corpo, perché si commuova per le sue ferite e per quelle dei suoi fratelli più piccoli. Beati non sono quelli che hanno chiaro tutto, che non sbagliano mai, che non hanno dubbi. Beati sono coloro che nonostante le paure, la rassegnazione e l’incertezza credono nella forza del Vangelo e dell’amore che nasce dalla parola. ….. ( V. Paglia )
Così Don Tonino Bello, due giorni prima di concludere il suo cammino terreno, con le poche energie che gli rimanevano, tra gli atroci dolori della sua malattia, commentò il brano di vangelo odierno: «Mio Signore e mio Dio! Anch’io voglio vedere il Signore risorto ed essere fonte di speranza e di gioia per tutti. Mio Signore, e mio Dio!». [ Mons. Salvatore Palese ]
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