Con la coscienza e il cuore del Pastore vorrei consegnarvi i miei auguri che giungono a ciascuno di voi senza il timbro della formalità o dell’occasione.
Fratelli e figli carissimi amati dal Signore,
E’ Natale. Celebriamo la silenziosa e rivoluzionaria irruzione di Dio nella storia.
E’ un evento che non si arresta nel tempo. Ha il sigillo dell’eternità.
Sono tanti i possibili sentimenti che possono fiorire nei nostri cuori: stupore, meraviglia, pace, dubbio, incredulità. L’elenco potrebbe ancora proseguire.
Altrettanto numerose è possibile che siano le domande che ognuno di noi può porsi di fronte al grande mistero dell’Incarnazione: Dio si fa uomo. Abbraccia la storia animato da una sola verità: consegnare a tutti il Suo Amore. Nessuno può toglierci la certezza che Dio ci ama.
Il Natale che ci apprestiamo a celebrare è avvolto dalla “nebbia” della crisi.
Sono tempi duri, difficili, amari. Nelle nostre famiglie si lotta giorno per giorno per non vivere lo smarrimento che segue alla sfiducia nel domani.
La vita è appesantita dal crollo di una certezza preziosissima per dare identità al futuro: il lavoro. In tanti lo stanno perdendo. Numerosi lo cercano come l’acqua in un immenso deserto. Tantissimi nostri giovani non l’hanno mai avuto. E’ proprio vero: un uomo senza lavoro è come un corpo umano senza scheletro. Non può sostenersi. Non può camminare.
I nostri animi anche in questi giorni di festa sono “graffiati” da martellanti preoccupazioni. In tanti temono di non poter più riuscire a pagare la rata del mutuo, le varie bollette. C’è un freno alla tradizionale corsa ai regali. C’è un ritorno all’essenziale, alla sobrietà.
Dinnanzi a una situazione storica tanto travagliata donare e formulare degli auguri diventa un impegno carico di responsabilità.
Gli auguri prima che siano stilati in una lettera, una email, un sms devono sedimentare nella coscienza dei nostri cuori. Ed io con la coscienza e il cuore del Pastore vorrei consegnarvi i miei auguri che giungono a ciascuno di voi senza il timbro della formalità o dell’occasione.
Il mio augurio per questo Santo Natale e il nuovo anno è un invito a non far morire la Speranza.
Sperare non significa uscire o ignorare i problemi del nostro oggi, delle nostre famiglie.
Sperare è vedere la luce dove c’è il buio.
Sperare è diventare luce per gli altri senza rifugiarci o lasciarci condurre nei “nidi” delle illusioni, dei sogni, delle utopie o delle nostalgie dei tempi passati.
Sperare per noi cristiani, in modo del tutto particolare, è continuare a vedere l’irruzione di Dio nella storia, attorno a noi. Cristo nato nella mangiatoia di Betlemme continua a nascere in ogni uomo di buona volontà che non chiude gli occhi del suo cuore al buio del presente.
Per tutti oggi c’è una luce che si chiama speranza: è il domani, il saper guardare oltre, il condividere. E’ il non seguire le buie meteore della rassegnazione, della sfiducia, della disperazione.
Cristo, il Povero Bambino Gesù è Luce! La Sua Nascita, il Dio-con-noi, è la Buona Novella. E’ la sorgente alla quale attingere per riuscire a celebrare il Natale non solo come un solenne ricordo di un evento straordinario di oltre due millenni fa, ma come la Luce che continua a irradiarsi nell’oggi consegnandoci le ragioni per Sperare nel Suo Amore e nell’uomo.
L’augurio di Santo Natale è l’augurio a seguire la “stella cometa” della “Santa Speranza”. Per iniziare o continuare il cammino di discepoli di Cristo, di figli della Speranza.
Affettuosamente vi benedico.
Cefalù, 23 Dicembre 2012
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