XX Domenica del T.O. – " La PAROLA costruisce, ma contemporaneamente distrugge ciò che non ha consistenza"
Tema che accomuna la vicenda del profeta Geremia e l’insegnamento evangelico è la scelta.
Questa non è compiuta in una luce di eroicità …. ma avviene in forza di un’operazione della Parola di Dio che, simile a spada, penetra nell’intimo.
È la Parola che ha fatto di un Geremia riluttante un profeta coerente ….
È la Parola che fa del discepolo di Gesù un suo seguace, reso capace di condividere la sorte del Maestro non in forza di un entusiasmo o di un interesse ma di una sequela spoglia di tutto che accoglie in se stessa lo scandalo della croce senza annullarlo nei fiumi delle vane parole umane e dei propri ragionamenti ma accogliendolo nel nulla del proprio interiore silenzio e di una consegna fatta di debolezza e di coscienza del proprio essere peccatori.
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Nell’Antico Testamento il fuoco simbolizza la Parola di Dio pronunciata dal profeta, ma anche il giudizio divino che purifica il suo popolo, passando in mezzo ad esso. Così è la Parola di Gesù: essa costruisce, ma contemporaneamente distrugge ciò che non ha consistenza, ciò che deve cadere, ciò che è vanità e lascia in piedi solo la verità. Giovanni Battista aveva detto di lui: «Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco», preannunciando il battesimo cristiano inaugurato il giorno di Pentecoste con l’effusione dello Spirito Santo e l’apparizione delle lingue di fuoco. Dunque è questa la missione di Gesù: gettare il fuoco sulla terra, portare lo Spirito Santo con la sua forza rinnovatrice e purificatrice. «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!»
Gesù ci dona lo Spirito … diffondendo in noi l’amore. Quell’amore che … non è terreno, ma universale come quello del Padre celeste che manda pioggia e sole su tutti, sui buoni e sui cattivi, inclusi i nemici. E’ un amore che non attende nulla dagli altri, ma ha sempre l’iniziativa, ama per primo. … ( Chiara Lubich )
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Gesù afferma … di essere venuto a portare il fuoco sulla terra. … Ed è questo stesso fuoco che ha finito per consumarlo, per condurlo cioè a una morte emblematica, frutto di una vita spesa e donata fino alla fine, fino al punto estremo. È proprio la prospettiva della morte violenta quella che Gesù evoca mediante l’immagine del battesimo, dell’immersione: «C’è un battesimo che devo ricevere, e come sono angosciato finché non sia compiuto!». Gesù comprendeva che in un mondo ingiusto il suo vivere come giusto poteva solo condurlo a essere perseguitato (cf. Sap 2), a essere immerso nell’ingiusta sofferenza e nella morte violenta (cf. Sal 69,3.15; Is 43,2) , come avverrà nell’ora della passione, un’ora da lui accolta nella libertà e per amore. Alla sua sequela anche i suoi discepoli conosceranno quest’ora,.. e dovranno rallegrarsene, certi di partecipare in questo modo alla stessa sorte del loro Signore (cf. 1Pt 4,12-16).
Gesù Cristo è davvero «un segno che viene contraddetto» (cf. Lc 2,34) , perché di fronte alle esigenze radicali da lui poste occorre prendere posizione; o si sceglie di vivere come lui ha vissuto, certi che in questo modo la propria vita è «salvata» già qui e poi per l’eternità, oppure si rifiuta la sua persona, magari continuando a dirsi cristiani: non esiste una terza possibilità! E anche la famiglia viene attraversata, come da una spada, dalla parola di Gesù che chiede un amore prioritario per lui, un amore capace di mettere al primo posto le esigenze del Regno (cf. Lc 14,25-26)… Come sarebbe triste, invece, lasciarsi vivere e giungere alla sera della nostra esistenza senza aver compreso nulla di ciò che abbiamo vissuto… ( E. Bianchi )
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