XXIV Domenica del T.O. – Perdonare l’imperdonabile: questa l’unica misura del perdono cristiano!
Terminiamo la lettura del quarto dei cinque grandi discorsi di Gesù nel vangelo secondo Matteo, detto anche discorso ecclesiale o comunitario, perché in esso sono contenuti insegnamenti riguardanti la vita dei discepoli viventi in comunità, nelle chiese. … Questa pagina è un insegnamento decisivo nella vita ecclesiale, e dobbiamo confessare che noi cristiani la leggiamo spesso e volentieri, ma poi non riusciamo a metterla in pratica quando siamo coinvolti in dinamiche analoghe. ( E. Bianchi )
Nella Sacra Scrittura “misericordia” è parola dalle molteplici sfumature
…. Le sue radici latine, misereri e cor-cordis, portano a significare la realtà di Dio nel cuore delle miserie umane. Il termine ebraico rahamîn rinvia, invece, alle viscere della madre che si commuove fino alle lacrime per il proprio figlio (cf. Is 49,15). Dio è sempre pronto a chinarsi sul peccatore e a donargli il suo perdono, manifestazione suprema delle sue “viscere” di misericordia. Non c’è peccato di alcun genere che possa cancellare dalla memoria e dal cuore di Dio uno solo dei suoi figli. (Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno )
Il perdonare fa parte di un atto creativo e creatore che trasfigura l’intero essere, dando origine a una nuova umanità, più sana, libera e pacificata.
Se volessimo ricorrere alla simbolica numerica potremmo delineare una specie di matematica della giustizia, dell’amore e del perdono.
È ovvio che l’equazione della giustizia è l’1 a 1, occhio per occhio, così come quella della violenza cieca e distruttiva è il 7 a 77: «Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamek settantasette» (Genesi, 4, 24).
In antitesi, si pone l’equazione del perdono così come è formulata da Gesù che, per contrasto, la illustra nella parabola del servo spietato di questa domenica (Matteo, 18, 23-35).
Essa presuppone un 7 a 70 x 7: «Pietro domandò: Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte? Gesù gli rispose: Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette» (18, 21-22).
Perdonare fa parte di quella particolare economia dell’amore che non calcola ma dona, moltiplicando così i suoi effetti. (G.C . Ravasi )
Il perdono è l’unica soluzione per arginare il disordine e aprire all’umanità un futuro che non sia l’autodistruzione. …….Il perdono non è dimenticanza , che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà, il perdono non è debolezza e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l’ha commesso , il perdono non consiste nell’affermare senza importanza ciò che è grave o bene ciò che è male, il perdono non è indifferenza, il perdono è un atto di lucidità e volontà,quindi di libertà , che consiste nell’accogliere il fratello così com’è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori nonostante i nostri difetti. ( Chiara Lubich )
Una comunità cristiana incapace di perdono reciproco diventa come una prigione dove i detenuti si fanno la guerra reciproca e diventa mortale. Lo stesso è per quanto riguarda la vita di coppia, in famiglia, tra amici e colleghi. Se non si sente il bisogno di perdonare, di ridare speranza, di colmare i torti ricevuti prendendo l’iniziativa per primi, allora alla fine perdiamo tutti.
Fuori dal confessionale, accanto alla frase “va’ e non peccare più”, aggiungerei anche “va’ e perdona anche tu”, sapendo che nel perdono che darò al mio prossimo, ritroverò tutta la forza e la salvezza del perdono ricevuto! ( Gioba )
Gesù dice a Pietro di perdonare non « fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette» (Matteo 18, 22). Questo significa che non dobbiamo contare, ma perdonare, sempre; non bisogna angustiarsi con domande come: «Per quanto?», ma farlo continuamente, senza fine. Questo è perdono, ed è anche grazia. Soltanto questo ci rende liberi.
Siamo abituati a contare, uno, due, tre, quattro. La situazione diventa sempre pia complicata, il rapporto con il fratello sempre più tormentato. Finché continui a comportarti così non fai che accusare l’altro dei suoi vecchi peccati! Se agisci in questo modo non puoi dire di aver perdonato davvero!
Liberati dai numeri.
Perdonare e scusare non sono azioni che si contano o che hanno un limite. Non preoccuparti se hai ragione oppure no. Spetta a Dio decidere. Tu puoi farlo senza fine, perche il perdono non ha inizio e non ha termine. Si verifica quotidianamente e di continuo, perche proviene dal Signore. È la liberazione da ogni ostilità nei confronti del prossimo, perche cosi siamo liberati da noi stessi. Dobbiamo rinunciare al nostro proprio diritto per aiutare e servire I’altro.
Perdono e guarigione … sono uniti più di quanto creda la maggioranza. È sicuramente un collegamento misterioso, ma comunque è comprensibile che un uomo con un cuore nuovamente libero e felice si senta anche meglio dal punto di vista fisico.
Infatti spesso il corpo si ammala perchè è abbandonato a se stesso, perchè è diventato il signore di se stesso. Ora però, ha ritrovato chi lo governa nel modo migliore e non è più padrone: è soltanto uno strumento, anzi, più di questo, è diventato «il tempio dello Spirito Santo».
…. Una cosa è certa: come la mancanza di fede provoca la devastazione e la malattia del corpo e dell’anima, così la fede rappresenta una fonte di risanamento e di cura ( Dietrich Bonhoeffer – “La fragilità del male” )
La chiesa è una comunità di perdonati che perdonano, per questo al suo cuore c’è l’eucaristia, in cui si vive la remissione dei peccati a parte di Dio affinché siamo a nostra volta ministri di perdono e di misericordia nella chiesa stessa e nella compagnia degli uomini, nel mondo.
Da questa pagina il cristiano deve innanzitutto imparare a discernere il vero volto di Dio, quello che Gesù ci ha narrato (exeghésato: Gv 1,18), e saper sovrapporre questo volto ultimo e definitivo sugli altri che le Scritture stesse ci hanno consegnato. Non bisogna infatti nascondere che talvolta nelle Scritture appare tratteggiato un Dio che castiga e non esaudisce chi chiede pietà, un Dio che non reitera il perdono. Un esempio su tutti, che è una smentita letterale del Nome del Signore consegnato a Mosè (cf. Es 34,6-7), si trova all’inizio della profezia di Naum: “Un Dio geloso e vendicatore è il Signore, vendicatore è il Signore, pieno di collera. Il Signore si vendica degli avversari e serba rancore verso i nemici. Il Signore è lento all’ira, ma grande nella potenza e nulla lascia impunito” (Na 1,2-3).
Ma Gesù ci consegna l’ultima e definitiva narrazione di Dio. Per noi cristiani la misericordia di Dio è il tratto essenziale per conoscerlo ed è l’azione con cui Dio stesso ci mette in comunione con sé: è il modo in cui Dio rivela la sua onnipotenza!
Non è facile accettare questo volto di Dio, perché tutte le religioni hanno sempre predicato un Dio che fa giustizia, che punisce il male commesso, che nella sua onnipotenza castiga. Non è facile perché noi umani abbiamo dentro di noi un concetto di “giustizia umana” e pretendiamo di proiettarlo su Dio. Ma Gesù ci ha rivelato il volto di Dio come volto di colui che ci ha amati mentre gli eravamo nemici, ci ha perdonati mentre peccavamo contro di lui, ci è venuto incontro mentre noi lo negavamo (cf. Rm 5,8.10).
Ecco perché Gesù ci chiede addirittura l’amore verso i nemici (cf. Mt 5,43-47), novità del comandamento dell’amore del prossimo (cf. Mt 19,19; 22,39; Lv 19,18) esteso fino al nemico. In obbedienza al Signore Gesù, dunque, l’amore e il perdono del cristiano siano gratuiti, senza calcoli né restrizioni, “di cuore”. Se il cristiano perdona facendo calcoli, svaluta quel perdono che proclama a parole. Perdonare l’imperdonabile: questa l’unica misura del perdono cristiano! ( E. Bianchi )
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