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XXVI Domenica del T.O. – Dio " NON" può nulla contro l'egosimo, l'avidità, la convenienza …può con i peccatori !!!

Gesù ha terminato il suo viaggio verso Gerusalemme.. ha cacciato dal tempio quanti impedivano che fosse una casa di preghiera e ha simbolicamente seccato l’albero di fico che non dava frutti . Queste azioni causano una profonda indignazione da parte delle autorità religiose legittime ma perverse, “sacerdoti e anziani“, che intervengono pubblicamente chiedendo a Gesù con quale autorità compia quei gesti provocatori.  Gesù non risponde, …ma indirizza loro tre parabole: quella dei due figli, quella dei vignaioli assassini e quella degli invitati al banchetto nuziale:  parabole con le quali egli cerca di causare un ravvedimento in quei suoi “avversari” che poco tempo dopo saranno i suoi accusatori e i suoi condannatori. ( E. Bianchi )
[Nel Vangelo di questa domenica] … Gesù crea una parabola proprio sulla indecifrabilità del comportamento giovanile, cercando però di individuarne e cogliere il filo positivo.
Certo, l’orizzonte socio culturale del mondo palestinese del I sec. era profondamente differente dal nostro. L’educazione era severa e nei libri sapienziali dei Proverbi e del Siracide molto spesso fa capolino : il bastone come strumento pedagogico sbrigativo … E una delle prime imposizioni era quella del lavoro . … Proprio sull’ordine paterno di impegnarsi nel lavoro prende spunto la parabola dei due figli .
Le reazioni sono divaricate e contraddittorie: da un lato c’è il figlio apparentemente ossequiente ma intimamente ipocrita e ribelle, d’altro lato c’è il figlio esternamente indisponente ma interiormente disponibile.
Sotto l’aspetto arruffato, contestatore, irrequieto di molti giovani si nasconde in realtà una sorprendente bontà, un’inattesa generosità, un’insospettata tenerezza.
Su questa duplicità di comportamento Gesù costruisce la sua applicazione.
Tante persone religiose e ossequienti che popolano chiese, sinagoghe e luoghi di culto non sono automaticamente i giusti del Regno di Dio perché è nella loro esistenza che si devono coniugare l’«ascoltare» e il «fare la volontà del Padre».
Tante persone, forse meno osservanti e più disordinate, in realtà hanno in sé una carica di fede e d’amore che si rivela nel segreto, senza che la destra sappia tutto l’agire generoso della mano sinistra .
Poche righe per tratteggiare due volti che si riproporranno nei secoli, quello dell’ipocrisia e quello della sincerità nascosta. Un bozzetto di vita quotidiana per invitarci a non giudicare dalle apparenze. Una sferzata impietosa contro il legalismo farisaico che serve come manto dorato per nascondere vergogne e menzogne.
…Un’altra considerazione più attuale e generale riguardo al rapporto padri – figli. Questi ultimi non sono un puro prodotto biologico, né una mera immagine ereditaria dei genitori; essi sono sempre una nuova creatura, sono immagine dell’infinito di Dio e quindi sempre «inediti», vera e propria sorpresa. E per questo che, nel bene e nel male, i genitori devono essere pronti ad accettare il mistero che ogni figlio porta in sé.  (G.F.  Ravasi)
È evidente che ciò che succede in questa parabola succedeva ai tempi di Gesù, tra i credenti giudei, ma succede ancora oggi nelle comunità dei discepoli, nella chiesa. Sempre ci sono stati, ci sono e ci saranno quanti dicono: “Signore! Signore!” ..ma poi non fanno la volontà del Padre suo che è nei cieli. 
Le parole di Gesù vogliono smascherare questi credenti che confidano nel loro frequentare assemblee dove risuona la parola del Signore, che partecipano a pasti con il Signore mangiando e bevendo alla sua tavola, ma in verità senza essere concretamente discepoli alla sequela di Gesù. ( E Bianchi )

Davanti alle  due “ tipologie di figli “  tratteggiati nel Vangelo di oggi, Gesù propone una lezione ai suoi ascoltatori, probabilmente convinti anch’essi che il primo giovane sia migliore nonostante le apparenze.
Ecco, dunque, l’applicazione di Cristo: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli» (G.C. Ravasi )
Dio non può nulla con la convenienza, con l’egoismo, con l’avidità, con l’interesse, è questo il vero Dio di questa casta sacerdotale al potere, tutto quello che fa lo fa per interesse, ma Dio può con i peccatori, coloro che vivono nel peccato. La sua onda d’amore li può veramente convertire, quindi ci riesce con pubblicani e prostitute, ma non con i capi religiosi . …  I capi religiosi sono sempre refrattari all’azione di Dio che ” inutilmente” manda loro inviati, profeti: loro sono sempre refrattari, non credono. È la tragedia: quelli che dovevano insegnare al popolo la volontà di Dio, sono i primi a non conoscerla e a non crederla. L’evangelista è molto severo: il figlio della parabola si pente, perfino Giuda il traditore si è poi pentito, le autorità no, sono completamente refrattarie all’azione del Signore. ( A Maggi )
 
 

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