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Omelia apertura anno pastorale 2017-2018 –


05 Ottobre 2017 – Basilica Cattedrale
L’annuale appuntamento per il mandato degli operatori pastorali ci fa ritrovare insieme davanti all’altare del Signore per rinnovare il nostro impegno come catechisti, ministri straordinari della Comunione, animatori della liturgia e operatori Caritas.
Questo nostro incontro ci vede convergere in Cattedrale come sede naturale del Ministero del Vescovo per accogliere un servizio da espletare in nome e per conto della Chiesa.
Siate tutti benvenuti e vi ringrazio per l’impegno che assumete e che certamente saprete portare avanti con sollecitudine. In maniera particolare ringrazio i parroci che vi hanno accompagnato.
Assumendo questo impegno, l’atteggiamento fondamentale è quello del servizio da espletare in comunione con il Vescovo e con i Parroci. È necessaria una responsabilità condivisa per mettere insieme energie e conversione pastorale. La conversione pastorale non è una parola logorata dall’uso, ma è una questione di testa e di cuore e, dunque, di vita.
Il brano del Vangelo or ora proclamato ci ha presentato il mandato dei 72 discepoli inviati in missione da Gesù. Soltanto Luca parla di questo gruppo di discepoli distinti dagli Apostoli. Gesù non li manda allo sbaraglio anche se non nasconde le difficoltà: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi” (Lc 10,3); li manda, anzi, a due a due per assistersi e sostenersi a vicenda, e inoltre li manda dopo una serie di raccomandazioni per poter svolger bene il loro mandato.
La prima raccomandazione riguarda la preghiera: “Pregate il padrone della messe perché mandi operai alla sua messe” (Lc 10,2); la seconda raccomandazione: “Per via non salutate nessuno” (cf. Lc 10,4), cioè, non attardatevi sulla strada con interminabili convenevoli propri degli orientali. In altre parole Gesù dice: non perdete tempo sulla strada, fate quello che dovete fare e non sprecate tempo prezioso. E ancora: entrando in casa altrui non siate invadenti, non siate curiosi, evitate le chiacchiere inutili e infine lo stesso Gesù invita i discepoli a non entusiasmarsi eccessivamente dei poteri carismatici… “I discepoli tornarono felici perché anche gli spiriti si sottomettevano a loro” (Lc 10,17), ma Gesù li corresse: “Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10,20). Ecco fratelli l’unica ricompensa che possiamo aspettarci per il servizio reso.
Recentemente l’Ufficio Liturgico Diocesano ha inviato una circolare sottolineando l’importanza di evitare abusi nell’esercizio del mandato.
Il “fai da te” non è stile che ci compete. Qualora ci si dovesse trovare difronte a casi particolari è sempre opportuno consultare il parroco o lo stesso Ufficio Diocesano.
Evidentemente non basta accettare un impegno, occorre una formazione permanente che accompagni il servizio da rendere.
Mi siete tutti testimoni di quanto abbiamo insistito in questi anni sull’urgenza e sull’importanza della formazione e la Scuola di Teologia di Base che abbiamo ripristinato è un segno eloquente. Gli operatori pastorali devono avvertire più degli altri il bisogno di frequentarla e farne tesoro. In altre occasioni mi avete sentito ripetere che chi non cura la propria formazione commette peccato di omissione. Ecco perché abbiamo deciso per il futuro che chi non frequenta la Scuola di Teologia di Base non può accedere ai ministeri istituiti. È utile ricordare, inoltre, che per l’esercizio di tali ministeri è prevista un’età che non superi i 75 anni.
L’impegno primario degli operatori pastorali in ogni ambito è sempre l’evangelizzazione. Penso a una Chiesa che parli a tutti. Non solo ai bambini e ai ragazzi. La Chiesa esiste per evangelizzare; è la sfida che ha bisogno di aprirsi al vento della novità secondo le esigenze di oggi. È una scommessa che prima di tutto facciamo con noi stessi come operatori pastorali per dare slancio alle comunità, per rinnovarsi e favorire la formazione a 360 gradi.
Rivolgendomi ora soprattutto agli operatori pastorali della Caritas non posso non ricordare il frutto del Giubileo dell’Anno della Misericordia, e cioè la costituzione delle Caritas inter-parrocchiali. Il progetto che la Caritas diocesana ha già predisposto e consegnato ai parroci, mi auguro possa avere concretezza anche in vista della 1a Giornata Mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco a conclusione del Giubileo e che verrà celebrata il prossimo 19 novembre.
Al momento presente, oltre alle attività ordinarie portate avanti dalla Caritas diocesana, è in itinere e si sta completando il progetto di Aiuto Scolastico per bambini, ragazzi e giovani impegnati nello studio. Vuole essere un nostro contributo a quelle famiglie bisognose perché il diritto allo studio sia per tutti e non solo per quelli che se lo possono permettere. Ringrazio e mi rallegro con quelle parrocchie che hanno aderito a questo progetto appena illustrato. A tale scopo, in accordo con la CEI, abbiamo già stanziato la somma di circa € 60.000. Per il futuro mi auguro che tutti i parroci si attivino per accogliere tale iniziativa.
In questo mese di ottobre si celebra la 91a Giornata Missionaria Mondiale che coincide con il 22 ottobre prossimo. In questa quarta Domenica di ottobre saremo chiamati ancora una volta, a sottolineare che “la messe è molta e gli operai sono pochi”. Siamo tutti coinvolti a sostenere l’impegno della Chiesa che evangelizza collaborando non solo come operai del Vangelo, ma anche sostenendo quei fratelli e quelle sorelle che si spingono fino ai confini della terra per diffondere la Buona Notizia.
Come operatori pastorali fatevi assieme al parroco promotori di questa giornata missionaria. Celebrarla non è facoltativo, ci viene chiesto come un dovere che non può essere disatteso.
A tal proposito, camminando verso il Sinodo, l’Ufficio Missionario Diocesano ha programmato una veglia missionaria da celebrare nei singoli vicariati.
Per l’apertura dell’anno pastorale sogliamo consegnare anche le indicazioni per il nuovo anno 2017-2018 dal titolo: “Giovani e Chiesa, per una Chiesa giovane…”. Le conoscete già; ne abbiamo parlato in lungo e in largo. Riguardano sì, il Sinodo dei Vescovi per i Giovani, ma vogliono essere un forte monito per noi adulti che abbiamo il dovere di presentarci loro come testimoni credibili del Vangelo e del Risorto. I giovani hanno bisogno di modelli da imitare e sono pronti, e sanno essere anche generosi ad impegnarsi quando toccano con mano una realtà viva e vera, capace di imporsi con autorevolezza e credibilità. Abbiamo una grande responsabilità nei loro confronti sulla loro formazione e sulla loro crescita umana, sociale e cristiana. Il successo di tutto questo passa attraverso la testimonianza che noi riusciremo a dare loro.
Assieme alle indicazioni abbiamo ritenuto opportuno allegare in appendice i contributi emersi nel percorso di preparazione e soprattutto nell’ultima assemblea diocesana del 1° settembre a Gibilmanna. Noterete ancora, in calce alle indicazioni pastorali, l’Agenda Pastorale con tutti gli impegni dell’anno. Evitate di sovrapporre altre date e altri impegni che limitano la partecipazione alle attività diocesane, che in ogni caso, hanno sempre la precedenza su altri impegni di natura parrocchiale, associativa o di gruppo.
A Maria Santissima di Gibilmanna affidiamo i nostri propositi, e a Lei, come Patrona della Diocesi, ci rivolgiamo con fiducia perché ci aiuti a proseguire il cammino della perfezione cristiana e a testimoniare il Vangelo del suo Figlio Gesù.

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