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V Domenica di Quaresima – Il perdono, mentre ci riconcilia e ci dona la pace, ci fa ricominciare una storia rinnovata.

Laikos

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Le letture di oggi ci guidano a comprendere in pienezza il dono della misericordia che, se autentica, comporta sempre una “novità” radicale. Così per il popolo d’Israele (PRIMA LETTURA) che, in una situazione di sbandamento, sperimenta ancora l’intervento nella sua storia da parte di Dio, capace di “aprire una strada nuova”.   Anche Paolo (SECONDA LETTURA) conosce nella sua vita l’irruzione di Dio, che capovolge il suo modo di esistere e di giudicare ,tanto   da  ritenere   un “guadagno” persino l’abbandono della posizione di prestigio che gli spettava. ( N. Galantino )   

Dio non compie cose nuove se non una cosa sola nuova: Gesù…. (D. G. Dossetti, appunti di omelia, Gerico, 23.3.1980).

«Questa cosa nuova che il Signore fa è la Pasqua. (appunti di d. Pierluigi Castellini).

Una “strada nuova” e insperata si apre anche nella storia compromessa della donna adultera (Vangelo), quando nulla ormai sembra poterla sottrarre alla pena della lapidazione.  ( N. Galantino )

Nel brano del VANGELO  si contrappongono  due atteggiamenti: quello degli scribi e dei farisei da una parte, e quello di Gesù dall’altra. I primi vogliono condannare la donna, perché si sentono i tutori della Legge e della sua fedele applicazione. Gesù invece vuole salvarla, perché Lui impersona la misericordia di Dio che perdonando redime e riconciliando rinnova.

L’Evangelista, nel brano appena proclamato,  precisa che gli scribi e i farisei posero a Gesù il quesito «per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo»  Si può supporre che il loro proposito fosse questo – vedete la malvagità di questa gente: il “no” alla lapidazione sarebbe stato un motivo per accusare Gesù di disobbedienza alla Legge; il “sì”, invece, per denunciarlo all’autorità romana, che aveva riservato a sé le sentenze e non ammetteva il linciaggio popolare. E Gesù deve rispondere.

Gli interlocutori di Gesù sono chiusi nelle strettoie del legalismo e vogliono rinchiudere il Figlio di Dio nella loro prospettiva di giudizio e condanna. Ma Egli non è venuto nel mondo per giudicare e condannare, bensì per salvare e offrire alle persone una vita nuova. E come reagisce Gesù davanti a questa prova? Prima di tutto rimane per un po’ in silenzio, e si china a scrivere col dito per terra, quasi a ricordare che l’unico Legislatore e Giudice è Dio che aveva scritto la Legge sulla pietra. E Poi dice: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (v. 7). In questo modo Gesù fa appello alla coscienza di quegli uomini: loro si sentivano “paladini della giustizia”, ma Lui li richiama alla consapevolezza della loro condizione di uomini peccatori, per la quale non possono arrogarsi il diritto di vita o di morte su un loro simile. A quel punto, uno dopo l’altro, cominciando dai più anziani – cioè quelli più esperti delle proprie miserie – se ne andarono tutti, rinunciando a lapidare la donna. Questa scena invita anche ciascuno di noi a prendere coscienza che siamo peccatori, e a lasciar cadere dalle nostre mani le pietre della denigrazione e della condanna, del chiacchiericcio, che a volte vorremmo scagliare contro gli altri. Quando noi sparliamo degli altri, buttiamo delle pietre, siamo come questi.

Alla fine rimangono solo Gesù e la donna, là in mezzo: «la misera e la misericordia», dice Sant’Agostino (In Joh 33,5). Gesù è l’unico senza colpa, l’unico che potrebbe scagliare la pietra contro di lei, ma non lo fa, perché Dio “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (cfr Ez 33,11).

E Gesù congeda la donna con queste parole stupende: «Va’ e d’ora in poi non peccare più» (v. 11). E così Gesù apre davanti a lei una strada nuova, creata dalla misericordia, una strada che richiede il suo impegno di non peccare più. È un invito che vale per ognuno di noi: Gesù quando ci perdona ci apre sempre una strada nuova per andare avanti. In questo tempo di Quaresima siamo chiamati a riconoscerci peccatori e a chiedere perdono a Dio. E il perdono, a sua volta, mentre ci riconcilia e ci dona la pace, ci fa ricominciare una storia rinnovata. Ogni vera conversione è protesa a un futuro nuovo, ad una vita nuova, una vita bella, una vita libera dal peccato, una vita generosa. Non abbiamo paura a chiedere perdono a Gesù perché Lui ci apre la porta a questa vita nuova. ( Papa Francesco )

 

 

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