XXXII Domenica del T.O. – Non è questa vita a fare da riferimento all’eternità, ma è l’eternità .. a illuminare e dare speranza alla vita terrena di ciascuno di noi!
L’episodio proclamato nella PRIMA LETTURA, tratto dal II Libro dei Maccabei, è una meravigliosa “immagine-ikona” della fede ebraica che dà conto dell’irriducibile avversione delle “religioni” del mondo verso la fede di questo piccolo popolo disperso in tutti gli angoli della terra e così “potente” nel vivere la sua fede! … L’uomo è una creatura speciale, singolare, unica.
E’ stupefacente che anche in una circostanza drammatica, dove l’ebreo subisce tutta la violenza delle genti del mondo, il suo riferimento e la sua interpretazione della storia abbia sempre il suo cuore nella relazione tra Israele e il suo Dio!
…. L’altro dato privilegiato della Parola proclamata è l’evento della risurrezione che più volte incontriamo nella professione di fede di questi figli! Per questo, dopo che il primo dei figli afferma la loro determinazione “a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri”, il secondo afferma e proclama la loro fede nella risurrezione, seguito da altri fratelli.
E’ bene sottolineare la grande rilevanza di questa confessione di fede nella risurrezione che nella Prima Alleanza è profeticamente e preziosamente una rara affermazione, mentre per noi è profezia della risurrezione del Figlio di Dio e con Lui di tutta l’umanità convocata nella Paternità di Dio!
Nella prima parte della SECONDA LETTURA Paolo , ammira l’opera che Dio ha compiuto e e compie nei Tessalonicesi , donando loro “una consolazione eterna e una buona speranza” (ver.16). Egli conforterà i loro cuori, li confermerà “in ogni opera e parola di bene” (ver.17).
Poi, nella seconda parte, Paolo ci domanda di pregare per lui… chiedendo che “la Parola del Signore corra e sia glorificata“.
Il correre dice l’urgenza di questo ultimo tempo della storia e il desiderio che tutti possano entrare in contatto con la luce del Vangelo del Signore.
Se ci sono “uomini corrotti e malvagi”(ver.2) che impediscono tale corsa, chiediamo si essere liberati da loro.
Non si può pretendere che tutti siano su questa linea:”La fede infatti non è di tutti”(ver.2). Ma per fortuna “il Signore è fedele”(ver.3)! Sarà Lui a combattere per noi. Soprattutto sarà Lui … a guidare i nostri cuori “verso l’amore di Dio e la pazienza di Cristo”. ( G. Nicolini)
Il brano del VANGELO tenta di squarciare il velo dell’eternità.
Noi spesso rimuoviamo che la nostra permanenza terrena e con essa tutti i rapporti, i legami, le norme che ci siamo dati, lo spazio e il tempo passeranno. Non riusciamo o non vogliamo vedere oltre tutto quello che è “ l’effimero”. Abbiamo paura di squarciare il velo dell’eternità e immergerci nell’eterno presente dove non vi sarà più notte, nè avremo bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché la Gloria di Dio è la luce; dove scorrerà senza fine un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello; dove i risorti dai morti, non prenderanno né moglie né marito perché non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. … Ma la storia non è in mano al caos o al caso, né è votata al baratro del nulla, ma come è uscita dalle mani del Creatore, così verrà da lui raccolta per essere ricomposta in una nuova armonia e in una sua perfezione e pienezza.
Il vecchio mondo, così aggrovigliato nella confusione e posto all’insegna dell’ingiustizia e sotto lo stemma della Bestia … lascerà lo spazio alla creazione rinnovata, alla luce e alla gioia. Ammoniva già il profeta Isaia: «Non ricordate più le cose antiche e alle cose passate non date più attenzione!» (43,18).(T&T)
Gesù alza il velo sulla realtà dell’altro mondo, nella quale vi sarà una ri-creazione inimmaginabile, una una trasfigurazione radicale che possiamo solo intravedere pensando agli angeli… ( E. Bianchi )
Non è questa vita a fare da riferimento all’eternità, all’altra vita, quella che ci aspetta, ma è l’eternità .. a illuminare e dare speranza alla vita terrena di ciascuno di noi! (dalle omelie di papa Francesco Piazza San Pietro Domenica, 10 novembre 2013; Lc 20,27.34-38 )
“Chi non lavora alle cose penultime (terrene) come se fossero le ultime, non sarà allenato e pronto a vivere quelle ultime (eterne). (Dietrich Bonhoeffer)
Resurrezione è nascere di nuovo, dall’alto non dal ventre materno ma dallo spirito. ( Marco Vannini )
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