BATTESIMO DEL SIGNORE – Gesù, il Figlio «amato», è la risposta che Dio Padre dà in maniera viva e concreta alle nostre attese e alle speranze del suo popolo.
Nella profezia di Isaia sono presenti ..quattro poemetti chiamati “canti del Servo del Signore” (cf. Is 42,1-7; 49,1-7; 50,4-9; 52,13-53,12), i quali presentano un’ora della vita di un uomo anonimo, autentico e radicale schiavo del Signore, che, chiamato da lui, compie fedelmente la missione assegnatagli.
Il testo della PRIMA LETTURA è tratto dal primo canto, che delinea il profilo di questo eletto di Dio sul quale dimora lo Spirito del Signore. È un profeta che parlerà a nome di Dio e si presenterà mite e umile, ma con una missione universale: diventare “alleanza del popolo e luce delle genti”, liberazione di tutti i prigionieri delle tenebre. Ben presto i credenti in Gesù Cristo hanno individuato in questo Servo i tratti del profeta Gesù che nell’umiltà si fa immergere da Giovanni nel Giordano. ( E. Bianchi)
Nella SECONDA LETTURA Pietro fa un annuncio del Vangelo in casa di Cornelio, centurione pagano, sintetizzandolo così: Dio ha inviato ai figli di Israele una parola, la buona notizia della pace per mezzo di Gesù Cristo, , che è il Kýrios, il Signore di tutta l’umanità. Di tale parola Pietro è testimone, perché ha seguito Gesù dal battesimo di Giovanni fino alla sua morte e resurrezione: Gesù è stato tra gli uomini, ha operato solo il bene, ha risanato e liberato chi stava sotto il potere del male, perché Dio lo aveva unto nello Spirito santo ed era sempre con lui. Sì, lo Spirito presente sul Servo del Signore unge Gesù come Messia e scende su di lui nel battesimo di Giovanni, per dimorare sempre in lui (cf. Gv 1,32-34). ( E. Bianchi)
Il senso ultimo e più vero del VANGELO di oggi sta proprio qui: Gesù, il Figlio «amato», è la risposta che Dio Padre dà in maniera viva e concreta alle nostre attese e alle speranze del suo popolo… Al Giordano Gesù di Nazaret ha detto con i fatti e con i gesti la sua forte solidarietà con i peccatori. ( N. Galantino )
Gesù è venuto proprio per colmare la distanza tra l’uomo e Dio: se Egli è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell’uomo, e riunisce ciò che era diviso. Per questo chiede a Giovanni di battezzarlo, perché si adempia ogni giustizia (cfr v. 15), cioè si realizzi il disegno del Padre che passa attraverso la via dell’obbedienza e della solidarietà con l’uomo fragile e peccatore, la via dell’umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli. Perché Dio è tanto vicino a noi, tanto! ( Papa Francesco )
[….] la voce di Dio Padre si fa sentire dall’alto: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (v. 17). ( Papa Francesco )
Questa teofania è ricca di significato: come sulle acque primordiali, nell’in-principio della creazione, aleggiava lo Spirito di Dio (cf. Gen 1,2), così sulle acque del Giordano scende lo Spirito, inaugurando la nuova creazione nel nuovo Adamo, Gesù Cristo. E la parola di Dio dice la sua identità di Figlio di Dio stesso, Figlio unico e amatissimo, Figlio di cui Dio, vedendo lo stile da lui assunto e le azioni da lui compiute, come quel battesimo, può attestare: “Io mi rallegro di te, sei amatissimo da me, mi compiaccio di te, per come vivi e agisci, in piena conformità alla mia volontà”. … ( Enzo Bianchi)
Con il battesimo di Gesù, Gesù diventa la manifestazione visibile del Padre.
Le ultime parole di Gesù saranno l’invito ai discepoli di andare a battezzare, per diventare essi stessi manifestazione visibile del Padre. ( A Maggi)
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