VII Domenica del T. O. – Amare i nemici è la stoltezza della Croce che non ha niente a che fare con la sapienza del mondo.
La PRIMA LETTURA richiama l’insegnamento dato da Dio al suo popolo tramite Mosè: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”.
Ma cos’è questa santità di Dio che può essere estesa al suo popolo?
Una differenza!
Come Dio è differente dagli altri dèi e dalla mondanità, così anche il suo popolo deve vivere e mostrare una differenza rispetto agli altri: differenza soprattutto nel comportamento, nella prassi, nei rapporti con il prossimo.
Al centro di questo comportamento vi è il comandamento parallelo a quello dello Shema‘ Jisra’el (amore per Dio: cf. Dt 6,5): “Amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”.
L’amore con cui Dio ama deve essere vissuto dagli umani tra di loro. Solo così si può amare Dio in verità: amando gli altri. . ( E. Bianchi)
La domanda che Paolo pone nella SECONDA LETTURA è fondamentale.
Noi siamo tempio di Dio nel quale abita lo Spirito che unisce il Padre a Figlio, che ci immette nella comunione trinitaria e ci fa essere familiari di Dio.
Santo è il tempio di Dio per cui, di conseguenza, noi siamo santi per l’azione salvifica di Dio verso i suoi figli.
La sua presenza in noi è dono.
… L’invito, poi, a ad evitare di farci sedurre da noi stessi e rovinare, corrompere questo tempio santo.
…. Poi la provocazione: perché i sapienti sono un problema per Dio ?
Perché invece di “far uso” della ragione i sapienti la divinizzano, e quindi la idolatrano.
In un intervento del card. Lercaro sul tema della povertà della Chiesa, da un testo disposto da Don Giuseppe Dossetti, l’Arcivescovo di Bologna arriva a parlare con estrema audacia di “povertà culturale” come valore evangelico.
Nessuno deve asservirsi a niente e a nessuno, neanche agli Apostoli: “perché tutto è vostro”!! E anche i grandi uomini, che sono stati occasione di divisioni e contese tra i corinti, e altri ancora, sono al servizio della vita nuova dei credenti.
Nel VANGELO di questa domenica Gesù mostra la via della vera giustizia mediante la legge dell’amore.
La giustizia divina e la giustizia umana non sono separabili tra loro, ma mentre la giustizia umana insegna a rispettare i diritti altrui, .. quella che viene da Dio e che Dio infonde nel nostro cuore, è più ampia, è salvifica, perdona il peccatore, lo fa ritornare giusto al di là del dovuto, e lo fa con amore e misericordia. … «Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano» La misericordia evangelica non può mai essere confusa col “buonismo” … essa si coniuga con una detestazione forte, totale, assoluta di ogni male, in qualunque sua manifestazione. … Il perdono è riconoscimento dell’ampiezza del male e trasformazione di esso attraverso un’azione creativa positiva. … il perdono è un dono perfettissimo, un dono talmente gratuito che è al di là di ciò che uno può ricevere o che l’altro può meritare. (C. M. Martini, Sulla giustizia, pp. 81-95)
C’è una netta distinzione tra la giustizia e la vendetta. La vendetta non è mai giusta. Ci è consentito di chiedere giustizia … ci è invece proibito vendicarci .. ( Papa Francesco )
«Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» non è approvazione del male compiuto dal nemico, ma invito a una prospettiva superiore.. simile a quella del Padre celeste .. Anche il nemico, infatti, è una persona umana, creata come tale a immagine di Dio, sebbene al presente questa immagine sia offuscata da una condotta indegna. .. ( Papa Francesco)
Amare i nemici è la stoltezza della Croce che non ha niente a che fare con la sapienza del mondo.
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