XII DOMENICA DEL T.O. – Dio non ci ha dato uno spirito di spavento ma uno spirito di fervore.
La PRIMA LETTURA e l’Evangelo hanno come tema comune il mare tenuto a bada, nell’ordine della creazione, dal Signore come fosse un neonato «che Dio fascia con le tenebre della sua inaccessibilità (v. 9). Però il mare è anche un’altra cosa: una creatura orgogliosa, sommossa e agitata dal suo orgoglio che Dio spezza (v. 11: il verbo greco è spezzare, cfr. Sal 106)» (d. G. Dossetti, appunti di omelia, Monteveglio, 21 giugno 1970).
Nella SECONDA LETTURA prorompe la vita in Cristo, che si è riversata in noi e che vive in forza di quell’amore che ha portato Gesù ad accogliere in sé la follia del Padre, cioè la Croce.
A questa è associato il discepolo che non avverte più come vita quella nella carne, ma quella in Cristo, dove le cose vecchie sono passate ne sono nate di nuove.
[ Il brano del VANGELO presenta dei tratti in comune con il ] racconto dell’indemoniato di Cafarnao. Gesù anche qui non fa un prodigio, ma compie un esorcismo, là su una persona, qui cosmico. Il Signore adopera lo stesso verbo nel suo comando: «Taci!», letteralmente: «Mettiti la museruola!». Tutta la creazione, tutto l’esistente viene esorcizzato perché Gesù possa passare alla sua missione.
Così l’evangelizzazione non può essere compiuta con mezzi umani, perché di mezzo c’è l’orgoglio, dobbiamo mettervi un esorcismo, che essenzialmente è la Croce (il Cristo che dorme è simbolo del Cristo morto). I discepoli descrivono il miracolo in termini di ubbidienza: l’orgoglio obbedisce solo alla potenza dell’esorcismo della Croce.
«Perché siete spaventati?» del versetto 40 è parola forte. 2Tm 1,7: Dio non ci ha dato uno spirito di spavento ma uno spirito di fervore, ossia lo Spirito Santo. Abbiamo già ricevuto lo Spirito di potenza, di amore e di sobrietà: potenza per vincere il nostro terrore, che si attua nell’amore; e spirito di sobrietà ossia di mortificazione. Se non si sa rinunziare anche a cose perfettamente lecite (es. col digiuno) non si compie esorcismo » (d. G. Dossetti, appunti di omelia Monteveglio, 21 giugno 1970).
Non finiremo mai di domandarci (e tutte le risposte saranno amare!) perché proprio i credenti, in tutta la storia, si siano distinti per la paura. È davvero un segno del mistero del male! La nostra vita di credenti organizzati è stata sempre contrassegnata da ricerche di garanzie diverse dall’unica garanzia che è la potenza messianica del Cristo. … ( E Balducci )
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