XIII DOMENICA DEL T.O. (B) – È l’amore che vince la morte; perché se l’amore non vince la morte, non possiamo dire che Dio è amore…
Nella PRIMA LETTURA il Signore non ci sta parlando delle cose come le vediamo noi, ma di come si vedono attraverso la Pasqua, che dà a tutto un nome nuovo, un nome di speranza. ( G. Nicolini )
Certo, l’evento della morte è un dato biologico che appartiene alla natura umana, ma al principio non fu così; Dio ha creato il mondo per iniziare una storia d’amore eterno con l’uomo, da Lui voluto immortale; se dunque “la morte è entrata nel mondo” (Sap 2,24), ciò è accaduto per la disobbedienza dell’uomo al quale oltre la vita era stata data la libertà, la responsabilità e la luce della coscienza per discernere il bene e il male.
Nella SECONDA LETTURA un forte invito alla solidarietà e alla generosità. Non agiamo come i corinzi poco propensi – malgrado la buona condizione economica – alla condivisione ma come Gesù non risparmiamoci verso coloro che Dio Padre ci da di incontrare senza alcuna distinzione in base all’età, al censo, alla nazionalità
Nel VANGELO le storie incrociate di due donne, anonime, ma unite dal termine figlia e dal numero dodici ( le tribù d’Israele). Gli episodi si incastrano e si illuminano tra loro prolungando la prima lettura: Dio ama e vuole la vita.
Dal primo episodio un richiamo: come la donna cananea bisogna saper andare oltre la folla, oltre la sapienza umana, oltre la struttura religiosa … allora la “ nostra impurità “ svanirà nell’incontro di chi non ha paura di immergersi nell’impurità per purificarla ( T&T )
Nel secondo episodio Gesù passa accanto alla morte sentendola in sé e dominandola, essendo Egli venuto a vincere il dominio della morte che è la signoria di Satana.
È l’amore che vince la morte; perché se l’amore non vince la morte, non possiamo dire che Dio è amore…
L’amore è vita, esso feconda la realtà storica di innumerevoli bellezze, sconfigge i meccanismi di morte che vanno dalle tirannie politiche allo sfruttamento dell’uomo, dal deturpamento della natura all’esaltazione della potenza militare.
Il mio scandalo è che i cristiani sono più complici che oppositori di questa enorme strategia di morte. ( Ernesto Balducci- da: “Il mandorlo e il fuoco” – vol. 2)
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