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Incontro per gli operatori pastorali
Carissimi, siamo ancora pieni di stupore e di gratitudine verso il Signore, per l’immensa gioia provata il 13 dicembre scorso, quando il nostro Pastore, Mons. Vescovo, ha aperto la Porta Santa della Misericordia, nella nostra Basilica Cattedrale.
All’apertura della stessa, Cristo Pantocratore, luce del mondo, ha inondato tutti noi del suo sguardo misericordioso e compassionevole.
Con questa lettera vogliamo ricordare il primo appuntamento formativo che vivremo lunedì prossimo, 4 gennaio 2016 presso la Parrocchia S. Francesco di Cefalù. Continua a leggere
Maria S.S. Madre di Dio – Beata sei tu, Maria, perché hai dato al mondo il Figlio di Dio; ma ancora più beata tu sei per avere creduto in Lui.
La prima domenica del nuovo anno si apre con la buona notizia: quelli che la religione considera i più lontani da Dio, in realtà per Gesù, per il vangelo, sono i più vicini a Dio.
I pastori, lo sappiamo, erano considerati una categoria di gente lontana da Dio perché viveva in uno stato continuo di impurità, di furti.
[ …. ] Ebbene quando Dio si incontra con i peccatori smentisce quello che la religione ha insegnato. Non li rimprovera, non li punisce, non li incenerisce nel fuoco della sua ira, ma li avvolge del suo amore.
E i pastori annunziano che per loro è nato un salvatore, colui che li viene a salvare senza suscitare alcuna gioia da parte di quelli che ascoltano. La gioia dei pastori non è condivisa, ma, scrive Luca “tutti quelli che udivano si stupirono”.
C’è qualcosa di nuovo, qualcosa di inaudito in quello che viene detto. E’ lo scandalo della misericordia che sarà il filo conduttore di tutto il vangelo di Luca. Quindi “si stupirono delle cose dette loro dai pastori”, perché crolla quello che la religione insegnava loro riguardo a Dio. Un Dio che premiava i giusti, ma che puniva i malvagi.
Anche se tutti si stupiscono di questa novità c’è Maria, la madre di Gesù, che “da parte sua custodiva tutte queste cose” …. Quindi anche Maria è stupita e sconcertata di fronte a questa novità, ma non la rifiuta. ( A Maggi )
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Abbiamo ascoltato le parole dell’apostolo Paolo: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4).
Che cosa significa che Gesù nacque nella “pienezza del tempo”? Se il nostro sguardo si rivolge al momento storico, possiamo restare subito delusi.
Roma dominava su gran parte del mondo conosciuto con la sua potenza militare. L’imperatore Augusto era giunto al potere dopo cinque guerre civili. Anche Israele era stato conquistato dall’impero romano e il popolo eletto era privo della libertà. Per i contemporanei di Gesù, quindi, quello non era certamente il tempo migliore.
Non è dunque alla sfera geopolitica che si deve guardare per definire il culmine del tempo.
E’ necessaria, allora, un’altra interpretazione, che comprenda la pienezza a partire da Dio.
Nel momento in cui Dio stabilisce che è giunto il momento di adempiere la promessa fatta, allora per l’umanità si realizza la pienezza del tempo.
Pertanto, non è la storia che decide della nascita di Cristo; è, piuttosto, la sua venuta nel mondo che permette alla storia di giungere alla sua pienezza. E’ per questo che dalla nascita del Figlio di Dio inizia il computo di una nuova era, quella che vede il compimento della promessa antica.
Come scrive l’autore della Lettera agli Ebrei: «Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente» (1,1-3).
La pienezza del tempo, dunque, è la presenza di Dio in prima persona nella nostra storia.
Ora possiamo vedere la sua gloria che risplende nella povertà di una stalla, ed essere incoraggiati e sostenuti dal suo Verbo fattosi “piccolo” in un bambino. Grazie a Lui, il nostro tempo può trovare la sua pienezza. Anche il nostro tempo personale troverà la sua pienezza nell’incontro con Gesù Cristo, Dio fatto uomo.
Tuttavia, questo mistero sempre contrasta con la drammatica esperienza storica.
Ogni giorno, mentre vorremmo essere sostenuti dai segni della presenza di Dio, dobbiamo riscontrare segni opposti, negativi, che lo fanno piuttosto sentire come assente. La pienezza del tempo sembra sgretolarsi di fronte alle molteplici forme di ingiustizia e di violenza che feriscono quotidianamente l’umanità.
A volte ci domandiamo: come è possibile che perduri la sopraffazione dell’uomo sull’uomo?, che l’arroganza del più forte continui a umiliare il più debole, relegandolo nei margini più squallidi del nostro mondo? Fino a quando la malvagità umana seminerà sulla terra violenza e odio, provocando vittime innocenti? Come può essere il tempo della pienezza quello che pone sotto i nostri occhi moltitudini di uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, disposti a rischiare la vita pur di vedere rispettati i loro diritti fondamentali?
Un fiume di miseria, alimentato dal peccato, sembra contraddire la pienezza del tempo realizzata da Cristo.
[…] Eppure, questo fiume in piena non può nulla contro l’oceano di misericordia che inonda il nostro mondo.
Siamo chiamati tutti ad immergerci in questo oceano, a lasciarci rigenerare, per vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà, e uscire dalla falsa neutralità che ostacola la condivisione.
La grazia di Cristo, che porta a compimento l’attesa di salvezza, ci spinge a diventare suoi cooperatori nella costruzione di un mondo più giusto e fraterno, dove ogni persona e ogni creatura possa vivere in pace, nell’armonia della creazione originaria di Dio.
All’inizio di un nuovo anno, la Chiesa ci fa contemplare la divina Maternità di Maria quale icona di pace.
La promessa antica si compie nella sua persona.
Ella ha creduto alle parole dell’Angelo, ha concepito il Figlio, è diventata Madre del Signore.
Attraverso di lei, attraverso il suo “sì”, è giunta la pienezza del tempo.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato dice che la Vergine «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).
Ella si presenta a noi come vaso sempre colmo della memoria di Gesù, Sede della Sapienza, da cui attingere per avere la coerente interpretazione del suo insegnamento.
Oggi ci offre la possibilità di cogliere il senso degli avvenimenti che toccano noi personalmente, le nostre famiglie, i nostri Paesi e il mondo intero.
Dove non può arrivare la ragione dei filosofi né la trattativa della politica, là può giungere la forza della fede che porta la grazia del Vangelo di Cristo, e che può aprire sempre nuove vie alla ragione e alle trattative.
Beata sei tu, Maria, perché hai dato al mondo il Figlio di Dio; ma ancora più beata tu sei per avere creduto in Lui. Piena di fede hai concepito Gesù prima nel cuore e poi nel grembo, per diventare Madre di tutti i credenti (cfr Agostino, Sermo 215, 4).
Estendi, Madre, su di noi la tua benedizione in questo giorno a te consacrato; mostraci il volto del tuo Figlio Gesù, che dona al mondo intero misericordia e pace. Amen. ( Papa Francesco )
Santa Famiglia – Anche la fede di Maria è una fede «in cammino», una fede che ripetutamente si trova nel buio e, attraversando il buio, deve maturare.
Oggi, festa della Santa Famiglia, la liturgia della Parola ci invita a riflettere sull’esperienza vissuta da Maria, Giuseppe e Gesù, mentre crescono insieme nell’amore reciproco e nella fiducia in Dio ( N. Galantino )
Le Letture bibliche che abbiamo ascoltato ci hanno presentato l’immagine di due famiglie che compiono il loro pellegrinaggio verso la casa di Dio.
Elkana e Anna portano il figlio Samuele al tempio di Silo e lo consacrano al Signore (cfr 1 Sam 1,20-22.24-28) .
Alla stessa stregua, Giuseppe e Maria, per la festa di pasqua, si fanno pellegrini a Gerusalemme insieme con Gesù (cfr Lc 2,41-52) . ( Papa Francesco ) Continua a leggere
Santo Natale – … Per gli uomini dal cuore semplice inizia la via della vera liberazione e del riscatto perenne…
In questa notte risplende una «grande luce» (Is 9,1); su tutti noi rifulge la luce della nascita di Gesù.
Quanto sono vere e attuali le parole del profeta Isaia che abbiamo ascoltato: «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia» (9,2)!
Il nostro cuore era già colmo di gioia per l’attesa di questo momento; ora, però, quel sentimento viene moltiplicato e sovrabbonda, perché la promessa si è compiuta, finalmente si è realizzata.
Gioia e letizia ci assicurano che il messaggio contenuto nel mistero di questa notte viene veramente da Dio.
Non c’è posto per il dubbio; lasciamolo agli scettici che per interrogare solo la ragione non trovano mai la verità. Continua a leggere