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VI DOMENICA DEL T.O. – Il contatto è il vero linguaggio comunicativo, lo stesso linguaggio affettivo che ha trasmesso al lebbroso la guarigione.
La PRIMA LETTURA ci invita a riflettere che nel cammino di conversione sono presenti due protagonisti: il malato e colui che ha il potere di guarire. Nessuno dei due agisce in maniera autonoma imponendo condizioni all’altro. Ognuno dei due, nella massima libertà, deve però intraprendere un cammino: il malato ( il lebbroso), vincendo tutte le remore, deve riconoscersi malato (peccatore) e dichiarare il proprio peccato a colui che non può che essere misericordioso. Continua a leggere
V DOMENICA del T.O. – La Chiesa è lo spazio spirituale e fisico dove Gesù opera la guarigione completa degli uomini.
Le riflessioni di Giobbe, che scaturiscono dalla sua situazione, ascoltate nella PRIMA LETTURA sono rivolte alla morte e al rapido correre della vita umana verso di essa. Ma mentre lo schiavo sospira l’ombra e il mercenario aspetta il suo salario per un nuovo modo di essere a Giobbe questa piccola speranza gli è stata negata. A lui sono toccati mesi di illusione e notti di affanno gli sono state assegnate. Per lui neanche una piccola speranza. Non c’è per lui un giorno nuovo. Per lui la notte è solo un continuo rigirarsi. Continua a leggere
IV DOMENICA del T,O. – È diabolico confessare la retta fede senza porsi alla sequela di Gesù!
Nella PRIMA LETTURA la contrapposizione tra gli indovini delle genti e i profeti. Per Israele vi è un aut/aut: servire Dio o i demoni delle genti. .. Ma il Signore, attraverso un uomo come Mosè (umile, mite e semplice), continua a dare la sua parola a Israele che non si rivolge a indovini. Certamente la divinazione può attrarre di più l’uomo per il senso di mistero che la circonda nelle sue pratiche, di quanto non faccia la Parola di Dio che si serve di uomini, che annunciano senza particolari manifestazioni medianiche. Continua a leggere
III Domenica del T.O. – La vocazione è un’avventura piena di grandezza ma anche di miseria.
La PRIMA LETTURA proclama che nulla può arrestare la Parola di Dio. Essa è sovrana a chiunque: alla Chiesa, ai profeti e a tutto il popolo. L’annuncio ha una sua forza intrinseca indipendentemente dallo strumento. Giona deve annunciare suo malgrado e annuncia quanto è essenziale nella profezia: il giorno del Signore e il suo giudizio. Dio rivela a Ninive la sua sorte e Ninive accoglie la sentenza di Dio come rivelatrice del suo peccato e pertanto si abbandona all’unica possibilità di salvezza che le resta, quella contenuta nella stessa parola che la condanna. Qui sta la fede in Dio: accogliere su di sé la propria sentenza di condanna come principio della propria salvezza. Continua a leggere