Cerca nella bibbia

Per citazione
(es. Mt 28,1-20):





Per parola:


Siti Amici

Ultimi Post
Post in evidenza
Featured video
Intervista a H.Küng 1 Parte
Intervista a H.Küng 2 Parte
Intervista Mons. Bettazzi
Leggiamo, una pagina al giorno, il libro “ PREGARE LA PAROLA” di Enzo Bianchi. Per accedervi click sulla voce del menu “ PREGARE LA PAROLA” o sull’icona che scorre di seguito .

tirisan

Appello di solidarietà per il dramma delle Filippine

filHumanitarian Efforts Continue Following Devastating Super Typhoon
 
Al Popolo Santo di Dio della Chiesa di Cefalù

     
 

La Conferenza Episcopale Italiana, raccogliendo l’accorato appello del Santo Padre, che ha invitato a “pregare e far giungere anche il nostro aiuto concreto” ai tanti fratelli e sorelle delle Filippine, colpite dal tifone, ha indetto per domenica 1 dicembre 2013 una raccolta straordinaria in tutte le Chiese d’Italia.
            È a tutti nota la sollecitudine del Santo Padre che prontamente è intervenuto concretamente per le popolazioni tragicamente colpite con un contributo di 150 mila dollari tramite il Pontificio Consiglio Cor Unum.
            La Presidenza della CEI ha disposto lo stanziamento di 3 milioni di euro derivanti dai fondi dell’Otto per mille, mentre la Caritas Italiana ha collaborato con 100 mila euro.
            Si stimano decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati nelle regioni dell’Arcipelago Asiatico sconvolte dal passaggio del tifone.
            Anche la nostra Diocesi vuole rendersi presente esprimendo profonda solidarietà e concreta partecipazione contribuendo generosamente con “l’obolo della vedeva”.
            Inizieremo così il Tempo di Avvento e lo vivremo come Avvento di carità, ben sapendo che il Signore ama chi dona con gioia (cfr. 2 Cor 9,7).
            Le offerte si possono effettuare attraverso la Caritas Diocesana (ccp n. 11523909) o direttamente alla Caritas Italiana, specificando la causale “Emergenza Filippine”, tramite:
 
a) versamento su c/c postale numero 347013 intestato a: CARITAS ITALIANA, Via Aurelia
     796 – 00165 Roma;
 
b) bonifico bancario:
• Banca Popolare Etica – Via Parigi 17, Roma
            Codice IBAN: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
            Codice BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A
• UniCredit – Via Taranto 49, Roma
            Codice IBAN: IT88 U020 0805 2060 0001 1063 119
            Codice BIC/SWIFT : UNCRITM1707
• Banca Prossima – Piazza della Libertà 13, Roma
            Codice IBAN: IT06 A033 5901 6001 0000 0012 474
            Codice BIC/SWIFT: BCITITMX
• Banco Posta – Viale Europa 175, Roma
            Codice IBAN: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
            Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX
 
            Confidando nella vostra generosità, affettuosamente vi benedico.
lì, 15 novembre 2013.

firma manz

Domenica XXXIII del T.O. – Non il vangelo della fine del mondo ma del nostro oggi – Dio nasce nelle cose vive non nei templi morti.

18Siamo alla fine dell’anno liturgico, e la chiesa ci fa ascoltare la prima parte del discorso escatologico di Gesù.
 Nell’imminenza della sua passione Gesù pronuncia una parola autorevole sulla fine dei tempi e sull’evento che ricapitolerà la storia: la venuta nella gloria del Figlio dell’uomo (cf. Lc 21,27), preceduta da alcuni segni che i discepoli devono saper leggere con intelligenza.
Colpisce la diversità dello sguardo che Gesù da una parte e «alcuni» dall’altra posano sul tempio.
Mentre questi ultimi ne ammirano «le belle pietre e i doni votivi», Gesù ne vede con sguardo lucido e profetico la fine ormai vicina.
Come il tempio e tutto il suo sistema cultuale, così anche le costruzioni e realizzazioni più «sante» dell’uomo sono destinate a finire: non sono esse a dover trattenere la nostra attenzione, ma il Signore che viene, di cui queste realtà sono soltanto un segno. ( E. Bianchi )
 …. Gesù aveva dichiarato il tempio una spelonca di ladri ,un tempio dove Dio era diventato una sanguisuga, che anziché comunicare la vita ai suoi fedeli gliela toglieva, come nell’episodio che precede questo brano, quello della vedova, che … si dissanguava per mantenere in vita il Dio che la sfruttava.
 Dio, nell’Antico Testamento, nella Legge, aveva previsto che con i proventi del tempio bisognasse mantenere proprio le categorie più deboli, rappresentate dalla vedova. Ebbene l’istituzione religiosa aveva deturpato il volto di Dio e non solo con i proventi del tempio non si mantenevano le vedove, ma erano le vedove, quindi la parte più debole della società, che dovevano dissanguarsi per mantenere in vita questo Dio vampiro.
 Gesù non tollera tutto questo e allora all’ammirazione dei discepoli Gesù risponde: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”.
 Questo è il primo dei grandi cambiamenti che avverrà nella storia.
Ogni istituzione religiosa e civile che si oppone al bene dell’uomo, che sfrutta l’uomo, che umilia l’uomo, Gesù ci assicura – ed è questa la grande speranza, la grande certezza dei credenti – cadrà, anche se sembra una cosa impossibile, come il tempio di Gerusalemme, una delle meraviglie del mondo, uno splendore come ammirano questi discepoli, tutto cadrà. ( fr. Alberto Maggi )
  
Non c’è sistema di potere economico, politico, religioso che sfrutti l’uomo, lo schiacci, lo umili e non vedrà la fine. E Gesù quindi ha parole di incoraggiamento verso i suoi, verso la comunità cristiana, avvertendo però che tutto questo non sarà indolore, perché questa società si rivolterà contro i discepoli di Gesù che annunziano un mondo nuovo.
 Interrogato poi dai discepoli sui tempi e i segni della fine, Gesù li esorta a esercitarsi al discernimento, in primo luogo come opposizione all’inganno: «Molti verranno nel mio nome dicendo: “Io Sono” – il Nome di Dio (cf. Es 3,14) – e: “Il tempo è vicino”».
Sì, la scena della storia, e in essa anche lo spazio religioso ed ecclesiale, ospita la comparsa di «falsi Messia e falsi profeti» (Mc 13,22) sempre pronti ad arrogarsi titoli che non spettano loro.
Vi è soprattutto un indizio che li smaschera: essi non hanno «i modi di Gesù Cristo», Messia venuto per servire e non per essere servito, ma vogliono il potere per dominare sugli altri a proprio arbitrio (cf. Lc 22,24-27). Ebbene, il cristiano è chiamato a resistere alle lusinghe di questi impostori, pronunciando con decisione il proprio «no» e ricordando che il comando di Gesù: «Non seguiteli!» è tanto netto quanto il suo: «Seguitemi!»…  ( E. Bianchi )
 
….Non vi lasciate suggestionare, non date ascolto a chi dice: io sono il Cristo, non andate a vedere le madonne o i santi, i miracoli che ci sono qua e là perché in quei luoghi non c’è nessuno.
Dio nasce nelle cose vive non nei templi morti, non nelle statue, non nei crocifissi dove si è come calcificata la nostra cupidigia dell’ assoluto.
Noi dobbiamo vedere Dio nella freschezza fragile del mattino e quindi, attorno a noi, nelle persone, nelle vicende familiari, nel bambino che nasce, in due che si amano, in due popoli che si incontrano, nelle dittature che cadono. Tutto questo è il Dio che nasce, il regno di Dio che viene.   (Ernesto Balducci – da: “Gli ultimi tempi” – vol. 3)
  Poi Gesù ammonisce a leggere guerre e catastrofi naturali senza cedere alla paura: si tratta di eventi storici che riguardano l’umanità di ogni tempo e che egli menziona non per allarmare, ma per rivelare «le doglie del parto» (Rm 8,22) che travagliano la creazione, la quale va verso un fine datole da Dio, verso la terra e i cieli nuovi del Regno.
«Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno a causa del mio nome»: ecco il grande segno annunciato da Gesù, la persecuzione dei suoi discepoli, addirittura da parte dei parenti e degli amici. D’altronde Gesù lo aveva detto: «Un discepolo non è da più del maestro …
Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». È normale che i cristiani siano osteggiati dal mondo, e questa ostilità costituisce la prova della loro fedeltà al Signore: se egli, il Giusto, è stato ingiustamente perseguitato, perché dovrebbe avvenire diversamente ai suoi discepoli?
Anzi, la persecuzione diviene per i credenti «occasione di martyría, di testimonianza», nella certezza che lo Spirito santo, inviato dal Signore Gesù, li assisterà nell’ora della prova (cf. Lc 12,11-12).
Essi devono solo preoccuparsi di vivere la virtù cristiana per eccellenza, la perseveranza, cui Gesù lega una promessa straordinaria: «con la vostra perseveranza salverete le vostre vite».
 La vita cristiana non è questione di una stagione, ma richiede perseveranza fino alla fine: il cristiano è colui persevera nell’amore, continuando a compiere il bene tra gli uomini, anche a costo della propria vita. E la persecuzione altro non è che un’occasione per vivere la comunione con le sofferenze del Signore Gesù e mostrare la carità fino al limite estremo da lui insegnato e vissuto: l’amore per i nemici (cf. Lc 6,27-28; 23,34). ( E. Bianchi )
 Il brano dell’evangelista continua poi con il versetto 28 in cui conferma l’immagine di speranza, di salvezza e non di paura.
Gesù annunzia: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo perché la vostra liberazione è vicina”.
Quindi non catastrofi che mettono paura al gruppo di discepoli, ma l’annunzio di una grande verità: tutto quello che domina, che opprime e umilia l’uomo, man mano nella storia cadrà.
Questo comporterà inevitabili sofferenze ai componenti della comunità cristiana, ma questo non li deve scoraggiare perché sono già i vincitori. . ( fr. Alberto Maggi )
 Davvero questo vangelo non tratta della fine del mondo, ma del nostro oggi: la nostra vita quotidiana è il tempo della faticosa eppure beata (cf. Gc 5,11) e salvifica perseveranza.  (E.Bianchi)
 

Convegno degli Organismi Pastorali Regionali

 Pro convegno E’ in programma dal 18 al 22 Novembre 2013, il  Convegno degli Organismi Pastorali organizzato dalla Segreteria Pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana. Si svolgerà all’Hotel Garden Beach, a Campofelice di Roccella (Pa).

Il Direttore della Segreteria Pastorale, mons. Francesco Casamento, presenta l’evento regionale come “occasione di incontro”. In particolare, dice che: “Il convegno “degli addetti ai lavori”, così lo abbiamo inteso nei mesi scorsi che sono stati di preparazione all’evento, ha l’obiettivo di rimotivare tutti i membri degli Organismi pastorali della o collegati alla CESi.
Rimotivare non solo la partecipazione alle Commissioni regionali, che, teniamo a sottolineare, prendono la loro forza dalla presenza di tutti, perché vera protagonista della attività pastorale rimane la Chiesa diocesana, ma anche il senso della comunione ecclesiale regionale che è ben sintetizzato dallo slogan degli anni passati: una presenza per servire. 
Oggi  – aggiunge mons. Casamento – tentiamo di aggiungere a quel tema una specificazione sottintesa, ma altrettanto necessaria che è la comunione intesa nel termine “insieme”, insieme per annunciare la speranza. Servire per la Chiesa è annuncio, annuncio di speranza in un mondo che appartiene a tutti e a maggior ragione a chi come noi vuole rispondere al mandato divino di occuparcene con amore”.
Il Convegno si sviluppa su 5 giorni. Il primo si apre con l’introduzione del Cardinale Paolo Romeo, Presidente della CESI, seguita da una lectio sull’icona biblica del Convegno stesso, tenuta da Fra Enzo Bianchi; nell’ultimo le conclusioni sono affidate al  Segretario della CESi, il Vescovo mons. Carmelo Cuttitta.
I 3 giorni centrali sono strutturati in modo da fondare con due relazioni scientifiche al mattino una riflessione da condividere nel pomeriggio con 9 laboratori stabili. Nell’ultimo dei tre giorni centrali il laboratorio pomeridiano è praticamente un incontro di Commissione di ciascun organismo pastorale, con il proprio Vescovo delegato.
“L’auspicio  – termina mons. Casamento – è che, superate le tante difficoltà che si possono sollevare, si scelga di partecipare al Convegno con l’entusiasmo di chi sa che risponde a quel mandato sopra richiamato”.
Depliant Convegno ( click su questo link per aprire e/o scaricare la brochure )
 

XXXII Domenica del T.O. – per i risorti c’è una sola impossibilità, quella di morire. Avremo ogni possibilità nell’infinito di Dio

Di chi sarà moglie dopo risurrezioneDopo il suo ingresso messianico a Gerusalemme, Gesù si reca al tempio, il cuore della vita di alleanza tra Dio e il suo popolo.
Qui i rappresentanti dei vari gruppi religiosi di Israele, sempre più irritati dalla sua autorevolezza e «decisi a farlo perire» (cf. Lc 19,47), lo interpellano su varie questioni per coglierlo in fallo.
Nel brano del vangelo di questa domenica lo interrogano sulla resurrezione dei morti.  ( E. Bianchi )
La casta sacerdotale dei sadducei deteneva non soltanto il potere politico, ma anche il potere economico, erano molto ricchi.
Loro accettavano come parola di Dio soltanto i primi cinque libri della Bibbia e rifiutavano i libri dei profeti;  perché nei profeti è costante la denuncia di Dio contro l’ingiustizia che crea grandi ricchezze, ma anche tanta povertà.  
Si rivolgono a Gesù con un titolo ossequioso, Maestro, ma in realtà vogliono soltanto screditarlo.
E si rifanno a una questione che ha le sue basi nella legge del  levirato dove Mosè prescrive: se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. ( A. Maggi )
 Gesù non si lascia tentare dallo spirito polemico, ma risponde invitando i suoi interlocutori ad andare in profondità. Egli afferma innanzitutto che la sessualità, sulla quale pure riposa la benedizione creazionale di Dio (cf. Gen 1,28) , è transitoria in quanto appartiene alla condizione terrestre degli esseri umani ed è figura di una realtà che la trascende: la fedeltà, l’alleanza nuziale di Dio con il suo popolo, con tutti gli uomini  (cf. Os 2,18-22; Ef 5,31-32) !
Non la procreazione garantisce la vita eterna, ma la potenza di Dio: questo significa che gli uomini saranno «uguali agli angeli e figli della resurrezione», in una comunione finalmente piena con Dio nel Regno… ( E. Bianchi )
 
Perché Gesù cita gli angeli?  
 Perché i sadducei non credevano all’esistenza degli angeli.
 Come gli angeli ricevono la vita non certo dal padre e dalla madre, ma direttamente da Dio, così con la risurrezione la vita rimane eterna perché proviene da Dio. 
Ai sadducei, che si sono fatti forza dell’autorità di Mosè per opporsi a Gesù, Gesù ribatte a sua volta, riconducendosi proprio a Mosè, a quello che ha scritto, mostrando quanto sia miope e limitata la loro lettura della scrittura e si rifà alla risposta che Dio diede a Mosè nel famoso episodio del roveto ardente, quando disse: “Il Signore è il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”
E quando si dice che il Signore è il Dio di … non si intende tanto il Dio creduto da … Abramo, Isacco o Giacobbe, ma il Dio che protegge Abramo, Isacco e Giacobbe.  … con la sua vita, tenendoli lontani dalla morte.
Quindi essere sotto la protezione di Dio significa avere la sua stessa vita e il Dio fedele non permette che muoiano quelli che lui ha amato.
E il perché ce lo dice la frase più importante di tutto questo brano, che getta nuova luce sull’immagine della vita, della morte e delle risurrezione, “Dio non è il Dio dei morti, ma dei viventi, perché vivono tutti per lui”.  
 Il Dio di Gesù non risuscita i morti, ma comunica ai vivi, ai viventi, la sua stessa vita, una vita di una qualità tale che è capace di superare la morte.
 ( A. Maggi )
 «….per i risorti c’è una sola impossibilità, quella di morire. Avremo ogni possibilità nell’infinito di Dio». (d. Giuseppe Dossetti,  appunti di omelia, 1971)
 
Dio ama l’uomo di un amore più forte della morte, e l’uomo che vive per lui quale Signore vive eternamente, risuscitato dalla potenza di Dio!
Il vero problema non è dunque quello di porsi domande oziose sul «come» della resurrezione e della vita futura nel Regno.
Occorre piuttosto chiedersi: per chi e per che cosa vivo qui e ora?
Ovvero: sono capace di amare e accetto di essere amato?
A queste domande ha saputo rispondere Gesù, lui che ha creduto a tal punto all’amore di Dio su di sé da amare Dio e gli uomini fino all’estremo.
È in questo esercizio quotidiano che egli è giunto a credere e ad annunciare la resurrezione; anzi, potremmo dire che è stato il suo amore più forte della morte che si è manifestato vincitore attraverso la resurrezione.
Sì, credere la resurrezione è una questione d’amore, è “credere all’amore”, l’amore vissuto da Gesù, l’amore che porterà noi tutti a risorgere con lui per la vita eterna. ( E. Bianchi )

I concili nei secoli
Clck sull’icona per aprire il documento



I° CONCILIO DI NICEA



I° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



I° CONCILIO DI EFESO



I° CONCILIO DI CALCEDONIA



II° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



III° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



II° CONCILIO DI NICEA



IV° CONCILIO DI COSTANTINOPOLI



LETTERA A DIOGNETO


I° CONCILIO LATERANENSE



II° CONCILIO LATERANENSE



II° CONCILIO LATERANENSE



IV° CONCILIO LATERANENSE



I° CONCILIO DI LIONE



II° CONCILIO DI LIONE



CONCILIO DI VIENNA



CONCILIO DI COSTANZA



CONCILIO DI BASILEA



V CONCILIO LATERANENSE


CONCILIO DI TRENTO



CONCILIO VATICANO I°

Incontri sulla Dei Verbum
Incontri sulla “ DEI VERBUM” Comunità Itria dal 26 Novembre 2018. Per accedervi click sull’icona che scorre di seguito .
Introduzione alla lectio divina
Cliccando sulla copertina del libro o sulla voce del menu “ pregare la parola” leggiamo ogni giorno una pagina del libro di Enzo Bianchi per entrare nello spirito della Lectio Divina.
New

POST DA SEGNALARE ( click per aprire collegamento)

Di sinodalità si può morire

Documento
preparatorio
del Sinodo
dell’Ammazonia

Transito di Madre
Agnese Magistretti

I Migranti sono
Persone..
non questioni
migratorie

Riflessioni sui
Migranti:
ricordando
La storia
di Ruth

P. Sorge
La politica
di chiusura
Mostrerà
la propria
disumanità

Lettera al
Presidente
della Repubblca
delle clarisse
carmelitane

Il nuovo patto
delle Catacombe
Chiesa povera
per i poveri

Cardinale Zuppi
a "Che tempo che fa"