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XXVI DOMENICA DEL T.O. – Il vero miracolo consiste nel riconoscersi peccatori: siamo noi i pubblicani, siamo noi le prostitute!
Nella PRIMA LETTURA il Signore ribadisce qual è il suo pensiero circa il giusto e il malvagio. Giusto è chi è nella Parola. Malvagio è colui che è fuori. Ci fa peccatori il nostro uscire dalla Parola. Ci fa giusti il nostro abitare nella Parola. Il ragionamento opposto va fatto anche per il malvagio. Se il malvagio abbandona la sua malvagità, lui per la sua giustizia vivrà. Ci fa giusti il nostro abitare nella Parola. Poiché dalla Parola si può uscire e nella Parola si può entrare, se entriamo diveniamo giusti, se usciamo diveniamo peccato. Così tutti possono passare dalla morte alla vita e dalla vita alla morte. Continua a leggere
XXV DOMENICA DEL T.O. – La generosità del ” Padrone della Vigna” apparentemente ingiusta è, in realtà, una vera giustizia che si commisura sulle capacità dei singoli e sul loro impegno.
Nella PRIMA LETTURA la parola del Signore si rivolge agli esuli in Babilonia, allontanati dalla loro terra a causa dell’ira del Signore. Quando era il tempo della sua ira, il Signore non si faceva trovare perché si era allontanato; ora che è il tempo della misericordia, Egli è vicino. L’allontanamento e la presenza di Dio sono movimenti della libera iniziativa di Dio e nello stesso tempo sono movimenti della libera iniziativa dell’uomo, che si allontana e si avvicina a Dio. Continua a leggere
XXIV DOMENICA del T.O. – Perdonare non è soltanto una cosa di un momento, è una cosa continua contro questo rancore, questo odio che torna.
Le parole iniziali della PRIMA LETTURA mettono in luce il significato disastroso che può scaturire dal rancore e dall’ira che sono condizioni dello stato d’animo distruttivo della persona, del rapporto interpersonale e sociale che suscitano separazione, divisione, isolamento, e sono classificate come “cose orribili” che c “il peccatore porta dentro”. A causa della devastazione del mondo interiore, egli concede diritto di cittadinanza a “cose orribili”. Rancore e ira creano dipendenza, schiavitù di morte, in termini di vuoto, non senso, sconvolgimento, disagio e insicurezza del mondo interiore, accompagnato dall’inefficacia, sterilità e insoddisfazione delle proprie azioni e comportamenti. Continua a leggere
XXIII Domenica del T.O. – Noi non siamo una comunità riconciliante perché in noi non ha avuto adeguata signoria la Parola del Signore. Hanno signoria altre parole.
Le letture di questa domenica ci invitano a riflettere su un aspetto essenziale e delicato della vita cristiana: farsi carico del fratello e dei suoi eventuali errori, per una crescita comune.
L’immagine della sentinella della PRIMA LETTURA è una immagine ricca di senso perché incarna quel principio fondamentale della morale in genere, e di quella cristiana in assoluto, che è il principio della responsabilità.