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II DOMENICA DI AVVENTO – Il credente è colui che, attraverso il suo farsi vicino al fratello … indica prospettive di speranza anche in contesti esistenziali impervi….!
Nella prima lettura, tratta dal libro di Baruc ( II sec; con chiaro richiamo al libro della consolazione di Isaia) l’invito a svestire tutto quello che è debolezza, fragilità, ignominia per indossare gli abiti della salvezza. Non più abiti di lutto per Gerusalemme ma l’invito a rivestirsi della bellezza della gloria di Dio. A lei viene dato un nuovo nome [ “ pace di giustizia” e “ gloria di Pietà”] che caratterizza la sua natura di sposa dell’Eterno.
Sono giunte le nozze con il suo Signore perché è stata redenta ed è stata eliminato il suo peccato. La creazione è trasformata e posta a servizio del popolo che esce dalla schiavitù ed è avvolto dalla gloria di Dio. ..
Il ritorno a Gerusalemme sarà come attraversare il giardino di Eden. Continua a leggere
I DOMENICA DI AVVENTO – Tutta la vita della Chiesa è una vita di Vigilanza
«L’oracolo, della prima lettura tratta dal libro di Geremia, si presenta come la realizzazione di una parola buona che Dio realizzerà. Questo è l’Avvento: la parola buona del Padre pienamente si realizza in noi. …La prospettiva, che si apre nell’avvento, è far sì che il nome di Dio divenga il nome della Chiesa. È quanto speriamo: questo tempo compia in noi questo che la realtà di Dio diventi la nostra realtà: la sua giustizia sia in noi e con Lui possiamo regnare» (d. G. Dossetti, appunti di omelia, Gerico 2.12.1979). Continua a leggere
XXXIII Domenica del T.O. – La venuta del Figlio dell’uomo sarà come l’estate che i contadini sanno prevedere, guardando soprattutto la pianta di fico.. contemplando le gemme che spuntano.
Nella prima lettura Michele è segno del Messia: il suo “sorgere” può essere collegato alla resurrezione di Gesù, strettamente collegata alla salvezza del popolo donata assolutamente indipendente dagli avvenimenti umani. Il tempo ultimo, profetizzato da Daniele è un tempo di lotta che investe le potenze spirituali con riflessi sull’umanità, generando un tempo di angoscia. Al centro dello scontro c’è Cristo la cui accettazione o rifiuto coinvolgono gli esseri spirituali e gli uomini. Continua a leggere
XXXII Domenica del T.O. – La chiesa è e deve essere chiesa dei poveri, umile.. un pò vedova ma in attesa del Veniente!
Nella prima lettura la vedova di Sarepta (simbolo di una realtà pagana, piccola e povera dalla quale lo stesso Elia viene educato nel continuare il suo ministero) ci viene presentata come modello di obbedienza e di ascolto di colei che accoglie la Parola con fede, perché «La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono» (Eb 11,1).
In lei lo stesso profeta sperimenta nella sua solidarietà e accoglienza che la Parola e la carità non si esauriscono.
La vedova è colei che si fida di Dio senza riservare niente per sé e senza aspettarsi da Lui alcun miracolo, perché capace di giocare la propria vita su Dio, con un atteggiamento di fiducia, di apertura e di disponibilità completa alle sue vie e alla sua provvidenza. Continua a leggere