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II DOMENICA DI PASQUA – La prova della fede è anche nel non vedere chi si ama
Nella PRIMA LETTURA (At.2,42-47) c’è la prima descrizione storica della Chiesa . Viene presentata una giornata tipica della comunità primitiva, dalle 9 del mattino al calar della notte, e, al termine della narrazione, si dice: «erano perseveranti nello spezzare il pane ( l’Eucaristia) e nelle preghiere .., ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio .. lodando Dio ».
La Chiesa è quindi in preghiera fin dall’inizio. Ed è in preghiera sempre ..
Non c’è stato un giorno solo, un tempo, un momento solo, in cui la Chiesa abbia cessato di pregare. (C.M. Martini – “ Per una nuova primavera”).
PASQUA di RISURREZIONE – La tomba è il luogo dove chi entra non esce. Ma Gesù è uscito per noi, è risorto per noi, per portare vita dove c’era mort
«Dopo il sabato» (Mt 28,1) le donne andarono alla tomba. È iniziato così il Vangelo di questa Veglia santa, con il sabato. È il giorno del Triduo pasquale che più trascuriamo, presi dalla fremente attesa di passare dalla croce del venerdì all’alleluia della domenica. Quest’anno, però, avvertiamo più che mai il sabato santo, il giorno del grande silenzio. Possiamo specchiarci nei sentimenti delle donne in quel giorno. Come noi, avevano negli occhi il dramma della sofferenza, di una tragedia inattesa accaduta troppo in fretta.
DOMENICA DELLE PALME – La via del servizio è la via vincente,
Gesù «svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo» (Fil 2,7). Lasciamoci introdurre da queste parole dell’apostolo Paolo nei giorni santi, dove la Parola di Dio, come un ritornello, mostra Gesù come servo: Giovedì santo è il servo che lava i piedi ai discepoli; Venerdì santo è presentato come il servo sofferente e vittorioso (cfr Is 52,13); e già domani Isaia profetizza di Lui: «Ecco il mio servo che io sostengo» (Is 42,1). Dio ci ha salvato servendoci. Continua a leggere
V DOMENICA DI QUARESIMA – Il Signore non risuscita i morti, ma dona ai vivi una vita capace di superare la morte.
Ultima tappa della storia di salvezza prima della venuta del Messia, della pienezza dei tempi, è quella segnata dai profeti. Il profeta Ezechiele, nella PRIMA LETTURA, racconta ciò che gli è stato rivelato in una visione dovuta all’iniziativa di Dio. Egli guarda il popolo di Dio in quell’ora della catastrofe per la caduta di Gerusalemme in mano ai Babilonesi e constata morte e desolazione: la valle è piena di ossa di morti, che negano ogni speranza. Ma Dio gli fa vedere che su quelle ossa soffia il suo Spirito, Spirito creatore, Spirito che dà vita: c’è una resurrezione del popolo di Dio, una liberazione ormai prossima. (E. Bianchi)