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Mercoledì delle ceneri – Chiamati a uno stile di vita all’insegna dell’invisibilità.
Nella PRIMA LETTURA JHWH chiede al popolo una conversione radicale [attraverso due gesti: digiuno e pianto]. Questa radicalità viene espressa dalla frase “con tutto il cuore”; dove il cuore per la cultura semitica era la sede, oltre che dei sentimenti, anche della ragione e del pensiero.
La conversione ha una collocazione temporale precisa “ORA” perché è l’oggi della storia il luogo in cui cercare ciò che è essenziale per la vita. Continua a leggere
VII Domenica del T. O. – Amare i nemici è la stoltezza della Croce che non ha niente a che fare con la sapienza del mondo.
La PRIMA LETTURA richiama l’insegnamento dato da Dio al suo popolo tramite Mosè: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”.
Ma cos’è questa santità di Dio che può essere estesa al suo popolo?
Una differenza!
Come Dio è differente dagli altri dèi e dalla mondanità, così anche il suo popolo deve vivere e mostrare una differenza rispetto agli altri: differenza soprattutto nel comportamento, nella prassi, nei rapporti con il prossimo. Continua a leggere
VI Domenica del T.O. – La morale evangelica è la morale della coscienza.
Nella PRIMA LETTURA il sapiente, figlio di Sira, ci presenta .. la Torah di Dio e i suoi comandi come un dono, non come un giogo.
L’essere umano è stato creato capace di libertà.
… Ogni persona dunque, proprio perché è a immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1,26-27), è capax boni, è capace di etica, di fare il bene.
Quando si pecca, si perde la somiglianza con il Creatore, ma non si perde mai l’immagine, che resta sempre in ogni persona come sigillo. Continua a leggere
V Domenica del T.O. – La Croce del Signore è insieme punto di contatto col Dio che non conosciamo e punto di contatto con l’uomo nel suo radicale isolamento, nella sua estraneità storica
In ogni comunità si registrano situazioni di contraddizione alla parola di Dio. Sono ore di oscurità, di nebbia. Continuano le liturgie, si mantengono vive le istituzioni, ma non c’è più autentica missione verso il mondo né sapore nella vita dei credenti. Il profeta Isaia nella PRIMA LETTURA intravede una tale situazione e allora richiama tutti a tornare alla concreta obbedienza alla volontà di Dio. C’è un digiuno, quello del condividere, dello spezzare il pane con il povero, che è più decisivo e autentico di quello dal cibo. C’è da fare misericordia ai bisognosi che è più importante delle liturgie al tempio. Se vi sarà questo comportamento, allora la comunità dei credenti brillerà di luce, riprenderà forza e convinzione, e sarà perciò missionaria nel mondo. ( E. Bianchi) Continua a leggere