tirisan
IV Domenica di Pasqua – Ascoltare e riconoscere la voce di Gesù implica intimità con Lui.
Il primo versetto della PRIMA LETTURA sottolinea come l’annuncio parte da Gerusalemme, dalla sinagoga. L’esortazione a perseverare nella grazia di Dio ha come scopo quello di, passato l’entusiasmo del primo momento, proseguire nel cammino di conoscenza assecondando la grazia donata da Dio. Non solo i Giudei ma anche molti Gentili si radunano per ascoltare la parola di Dio. Alla gelosia dei Giudei, Paolo e Barnaba rispondono con franchezza. Il rivolgersi alle genti non è dettato da degno nei confronti dei giudei ma solo dalla Parola di Dio, che l’apostolo cita. ( Is 49,6). Il rifiuto ( che sfocia nella persecuzione di Paolo e Barnaba ) non ostacola ma fa progredire l’annuncio secondo il piano stabilito da Dio Continua a leggere
III Domenica di Pasqua – Gesù non smette di cercarci.
Nella PRIMA LETTURA ci troviamo di fronte al tema del “nome” di Gesù, l’unico nome nel quale possiamo essere salvati. È con questo terna che termina la lettura: lieti per essere stati ritenuti degni di essere disprezzati a motivo del nome. La traduzione dal lezionario non lascia trasparire il carattere di “grazia” che gli apostoli attribuiscono alla loro persecuzione; inoltre, nell’originale, si dice semplicemente “il nome” (non il nome di Gesù): il nome per eccellenza non ha bisogno di.essere esplicitato. La fede nel nome causa dunque persecuzioni, anche quando per la forza di quel nome si fa del bene agli uomini» Continua a leggere
II Domenica di Pasqua – L’evento della fede è sempre il dono di credere alla Parola che viene annunciata.
La PRIMA LETTURA sottolinea come la comunità è caratterizzata dallo stare insieme di tutti, nella unanimità .
L’unità del luogo (il portico di Salomone) stà ad indicare l’unità di insegnamento. Nessuno può unirsi di sua spontanea volontà ma è il Signore che porta dentro uomini e donne.. Non esiste un «fenomeno di massa». Quando esiste è un danno per la Chiesa…
«L’ombra esiste se c’è la luce, luce che non è di Pietro ma proviene da Cristo recando in se qualcosa del potere della bontà divina di Gesù… ( Benedetto XVI)» . Continua a leggere
La buona Notizia
Venti anni fa, l’11 Gennaio 1999, ci lasciava, all’età di 58 anni, Fabrizio De André che con Don Gallo ha condiviso , per le vie di Genova, il racconto del mondo.
In tutti suoi brani, che sono una «antologia dell’amore», De Andrè parla all’uomo, amandolo, penetrando nell’angolo più misterioso della sua anima, risvegliando il dubbio che Dio esista.
Come tutti i cercatori autentici, non si ferma alla superficialità … alle regole … alle liturgie che si autoesaltano, ma, attraverso il tormento tra ragione e mistero, non chiude la porta a un Dio, pazzamente innamorato dell’uomo, per il quale, questo “ Dio folle” “dimentica il cielo” e cammina con lui assumendo in tutto la condizione di uomo. Continua a leggere